Francia: Bibbia in eclissi

di:

francia

La liturgia sia cristiana che ebraica custodisce la solennità del riferimento alla Bibbia. Nella comunità celebrante il gesto dell’apertura del volume e della lettura è accuratamente eseguito. Ma fuori dei confini delle appartenenze religiose cosa significa oggi la Bibbia, il grande codice della cultura occidentale?

Non molto, si direbbe, a partire da un’inchiesta che riguarda la Francia, promossa dal giornale La Croix e dal suo settimanale, L’Hebdo. I risultati costruiti su un campione di 2.000 persone e pubblicati il 2 giugno sono severi, anche in paragone con analoghe inchieste del 2001 e del 2010.

Il 27% degli interpellati affermano di avere in casa una copia della Bibbia (il 73% no). L’81% dice di non leggerla mai e del rimanente 19% solo il 4% la apre almeno una volta al mese.

Il riferimento alla Scrittura è un fenomeno elitario, comprensibile per il fatto che essa, nella tradizione, non è mai stata elemento ordinario di integrazione religiosa. Una storia lunga, per di più segnata dallo scontro fra Cattolicesimo e Riforma. Come quest’ultima ne ha fatto la sua divisa riconoscibile, così il primo l’ha tenuta lontana dalla pratica quotidiana dei fedeli.

Il clima è cambiato solo nel secolo scorso. «Nel mondo cattolico – annota Guillaume Cuchet – fino al XX secolo vi era diffidenza davanti alla diffusione del testo. Prima del Vaticano II la Bibbia era un termine protestante. I cattolici usavano “Sacre Scritture”».

Col concilio (1962-1965) la Chiesa cattolica riporta al centro il libro sacro e fra gli anni ’60 -’70 si registra il massimo di prossimità dei cattolici francesi con la Bibbia.

Oggi, cattolici praticanti e protestanti si equivalgono: sia nel possedere il libro (87% i primi, 79% i secondi) sia nella lettura personale, sia nel desiderio di un ulteriore approfondimento.

«Dopo il Vaticano II, il nocciolo duro dei cattolici praticanti, pur molto diminuito, ha pienamente integrata la Bibbia nel suo vissuto credente. La lettura della Parola di Dio fa ormai parte di un percorso obbligato per molti fedeli, al di là delle loro sensibilità. Un risultato simile non era sicuro all’inizio degli anni ’60».

Assai più ampia la permanenza di alcuni reperti o racconti della Scrittura, trasmessi nella tradizione cattolica attraverso il catechismo, più che dalla lettura diretta del testo.

L’80% degli intervistati conosce alcuni episodi biblici come la nascita di Gesù, il racconto dell’arca e del diluvio, la morte e la risurrezione di Cristo, i passaggi della Genesi su Adamo ed Eva. Circa il 50% riconosce l’episodio della torre di Babele, il sacrificio di Abramo, la vicenda di Giona e la figura di Giobbe.

Tracce non identificate

L’area di interesse verso la Scrittura è tendenzialmente molto vasto. Il 50% degli interpellati coltiva una predisposizione positiva in ordine al religioso e allo spirituale che il testo racchiude. E un 40% è incuriosito dal punto di vista culturale, letterario e storico. Ma questo interesse non è in grado di accendere un riconoscimento dei richiami, dei rimandi e delle citazioni bibliche che il patrimonio storico e la cultura francese contemporanea ancora contengono.

Per l’80% non c’è traccia di Bibbia nella cultura civile del vissuto contemporaneo. Per lo psicanalista Jacques Arènes, siamo passati dalla negazione della cultura religiosa o dal rifiuto al «misconoscimento di questa eredità».

Della decina di testimonianze dirette di personalità pubbliche riprese da La Croix e L’Hebdo ne accenno alcune.

La scrittrice Amélie Nothomb: «Ho cominciato a leggere la Bibbia fra 3 e 4 anni. Non ne capivo il senso, ma ne riconoscevo il suono: è quello che mi accompagna ancora. Mio padre mi parlò di Gesù. Ho cercato il suo suono nella Bibbia e ho trovato i Vangeli. Una partitura musicale ossessivamente scandita che mi ha fatto del bene».

Il gran rabbino di Francia, Haïm Korsia: «La Bibbia è un soffio che dona la vita. E non una qualsiasi: la nostra. Lì si trova tutta, è la nostra vita».

Cédric O., ex segretario di stato per la transizione numerica: «La mia relazione con la Bibbia è fatta di ricerca, di mistero, di grande prossimità. È per me un oggetto di lavoro, un cammino, dove le domande sono più importanti delle risposte».

Karine Lacombe, infettivologa alla Sorbona: «Non posso dire di aprire spesso la Bibbia, pratico meno dei miei genitori. Ma credo che quelle pagine abbiano forgiato il rapporto che ho con gli altri e soprattutto il mio modo di praticare la medicina. La fraternità, la solidarietà, la generosità: tutti valori che ho scoperto nella Scrittura, essenziali per il mio lavoro di cura».

Marie Derain de Vaucresson, presidente dell’Istanza nazionale indipendente per il riconoscimento e la riparazione degli abusi: «La Bibbia è una compagna di viaggio. Con le letture del giorno – la cosa non è particolarmente originale – ho una frequentazione quotidiana con la Scrittura. Leggere testi che sono pregati da tutti i cristiani del mondo mi permette di avvertire la Chiesa universale, come la mia zia suora a Soweto (Africa del Sud), i miei amici nel Benin, i membri della mia famiglia, le persone che soffrono e pregano».

Print Friendly, PDF & Email

2 Commenti

  1. don Rolando Covi 13 giugno 2022
  2. Fabio Cittadini 12 giugno 2022

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto