È deplorevole, e la cosa mi rincresce molto, che lo studio rimasto finora confidenziale, e con esso quattro anni di ricerca sul tema «Abusi sessuali verso minori compiuti da preti, diaconi e religiosi cattolici nell’ambito della Conferenza episcopale tedesca», portato avanti da un gruppo di ricerca diretto dal prof. Harald Dreißing (Zentralinstitut für seelische Gesundheit di Mannheim), sia stato reso noto oggi da alcuni media.
La cosa produce ancora più irritazione se si tiene conto che, finora, tale ricerca nella sua completezza non è ancora nota agli stessi membri della Conferenza episcopale tedesca (DBK).
Proprio rispetto alle vittime degli abusi sessuali, questa anticipazione della pubblicazione dello studio rappresenta un colpo pesante. Per la settimana dell’assemblea plenaria autunnale della DBK (Fulda, 24-27 settembre 2018) abbiamo programmato di aprire una linea riservata di consulenza telefonica per coloro che si possono sentire colpiti dalle informazioni che circolano e desiderano parlare con qualcuno in merito.
Preghiamo queste persone, fino a quando questa linea riservata di consulenza non sarà pronta, di rivolgersi ai centri di assistenza pastorale raggiungibili sia per telefono che attraverso Internet, oppure di contattare i responsabili diocesani per i casi di abuso.
Come già da programma, l’assemblea plenaria autunnale della DBK si confronterà con lo studio e gli esiti della ricerca condotta sul campo, da un lato, e con le conseguenze che se ne devono trarre, dall’altro (25 settembre).
Siamo a conoscenza della dimensione estrema degli abusi sessuali che vengono riportati attraverso gli esiti dello studio. Quattro anni fa siamo stati noi stessi a richiedere questo studio e oggi noi vescovi ci presentiamo gli esiti di questa ricerca che abbiamo voluto. Come primo passo servirà proprio la plenaria autunnale di Fulda.
Meta dello studio, a cui hanno partecipato tutte le 27 diocesi cattoliche tedesche, è di raggiungere più chiarezza e trasparenza su questa pagina nera della nostra Chiesa – e questo a favore delle vittime e delle persone colpite dai casi di abuso, ma anche per poter riconoscere i nostri errori e poter intraprendere tutto il necessario affinché cose del genere non si ripetano mai più.
Per noi si tratta di un’elaborazione responsabile e professionale di quanto accaduto. Sono persuaso che lo studio rappresenta un rivelamento complessivo e accurato degli eventi, che offre materiale numerico e analisi da cui possiamo apprendere ulteriormente.
Questo vale anche per quei dati che portano a conoscenza e rendono possibile una comprensione approfondita del modo di procedere di coloro che hanno abusato sessualmente di minorenni e del comportamento da parte dei responsabili ecclesiastici.
Sottolineo ancora una volta che questo studio è un provvedimento che dobbiamo non solo alla Chiesa, ma anche e soprattutto alle vittime e alle persone che sono loro vicine.
12 settembre 2018
Mons. Stephan Ackermann, vescovo di Treviri e responsabile per la protezione dei bambini e dei giovani della DBK