Martedì mattina, al termine della lectio e preparandomi alla messa, ripenso alla notizia sbalorditiva e incredibile che ho ricevuto ieri sera al capitolo, senza ancora aver visto alcuna immagine: la cattedrale Notre-Dame di Parigi è in fiamme!
Come non può risuonare in un cristiano francese la parola di Cristo in san Damiano al Poverello: «ripara la mia Chiesa che cade in rovina»?
Il confratello Jean-Jacques, che presiede l’eucaristia oggi martedì santo, ha avvertito la stessa parola e ne ha fatto cenno nell’omelia. Ne riprendo alcuni passaggi.
«La Chiesa è un edificio fragile. Le chiese sono edifici fragili. E questo malgrado le apparenze e le tentazioni di fare della Chiesa, delle chiese, delle fortezze o dei bastioni. Ne sa qualcosa papa Francesco che ha coraggiosamente messo mano alla riforma della Chiesa. Quale cattedrale minimamente antica non ha qua e là una impalcatura? E quando si è terminato nel transetto, si passa al coro e, quando questo è finito, si affronta la facciata…
La cattedrale di Parigi conoscerà un lungo silenzio da questo martedì santo. Ma arriverà il giorno in cui si udrà di nuovo il suo campanone. Un giorno si udranno di nuovo il grande organo e i canti liturgici. La Chiesa di Parigi, priva della cattedrale, continua il suo cammino e battezzerà i catecumeni nella notte pasquale.
«Va’, ripara la mia Chiesa che, tu lo vedi, cade in rovina» diceva il crocifisso di san Damiano a san Francesco. È un Cristo in croce, circonfuso di gloria.
In quel giorno del XIII secolo il Cristo non si rivolgeva a un papa, ma a un povero in ginocchio. La ricchezza e la gloria ricostruiranno la pietra, la struttura, la guglia, ma è solo la Signora Povertà, le sue mani piene di grazia, che possono ancora oggi riparare la Chiesa.
Fr. David e Jean-Jacques
abbazia d’En Calcat (Albi, Francia)
Negli ultimi decenni Notre-Dame è stata più una meta turistica che un luogo di pellegrinaggio (…). Al suo interno si sono fatti più selfies che preghiere, tra i suoi entusiasti visitatori si annoverano più amanti dell’arte che fedeli.
Questo vuoto spirituale non si è prodotto di incanto. (…) Opponendosi alle libertà civili e ai sindacati la Chiesa cattolica ha perso i maschi nel XIX secolo. Con la sua opposizione al femminismo ha perso le donne nel XX secolo. (…) Coloro che hanno architettato e portato avanti la distruzione del potere clericale e l’influsso della Chiesa avevano poco o niente da mettere al loro posto. (…)
La democrazia ha ceduto il passo a un nazionalismo ottuso. Papa Francesco è una voce solitaria in Europa a favore del bene comune, del rispetto per gli stranieri e di valori più importanti dei soldi – ma non c’è un forza istituzionale a supportare il suo messaggio.
La Chiesa è lo scheletro di quello che è stata. Piangiamo per Notre-Dame, ma abbiamo perso molto più che un edificio.
Thomas Reese
Notre-Dame di Parigi, questa cattedrale storica, ha preso fuoco la sera del lunedì santo.
Oggi Parigi si sveglia davanti a una cattedrale a cielo aperto dove le due torri e le mura sembrano in attesa di una possibile ricostruzione. Ma prima di tutto, la cattedrale a cielo aperto è un richiamo alla meditazione per accogliere l’evento e per ricevere profondità e ripensamento.
L’incendio sembra essere stato causato da un incidente, ma altre ipotesi rimangono aperte. Non sarà possibile metter freno alle interpretazioni complottiste, al destino, a chiamare in causa il diavolo, come un segno di richiamo alla divina provvidenza.
Come di fronte a un incidente o una malattia per i quali non siamo in alcun modo responsabili, si tratta semplicemente di comprendere in che senso questo evento ci invita a reagire ripensandoci con saggezza.
Il presidente della Repubblica ha adattato il suo discorso di chiusura del “grande dibattito”, non perché non l’avesse appassionatamente preparato. Parigi e la Francia sono altrettanto stanchi di questi fuochi di strada, che da settimane stanno alimentando rabbia e tuttavia si risolvono in un incendio inutile.
L’emozione per un luogo culturale ed emblematico della Repubblica lascia anche trasparire gradualmente nei media che l’evento si verifica all’inizio della Settimana Santa, tempo privilegiato che porta alla celebrazione della Pasqua, al cuore della fede cristiana.
Molti hanno pregato sulle rive della Senna di fronte a Notre-Dame in fiamme.
Dove l’arcivescovo di Parigi celebrerà la Via Crucis e la Pasqua? …. Si può immaginare che il desiderio di celebrare sul sagrato di Notre-Dame all’aria aperta, di fronte alle due torri silenziose rivolte verso il cielo, conduca ad una liturgia pasquale della benedizione del fuoco, e all’immersione del cero in esso, in modo che questo segno “pasquale” risplenda nella notte da sabato a domenica, come annuncio particolare della risurrezione di Cristo e della speranza di ricostruire la cattedrale.
Un tale segno sarà quindi percepito come una speranza per tutti i cristiani e, al di là di essi, “per la moltitudine”.
Hugues Derycke
Dopo l’incendio che ha devastato una grande parte della cattedrale di Notre-Dame, mi unisco alla sua tristezza, e anche a quella dei fedeli della sua diocesi, degli abitanti di Parigi e di tutti i francesi. In questi Giorni Santi in cui facciamo memoria della passione di Gesù, della sua morte e della sua risurrezione, le assicuro la mia vicinanza spirituale e la mia preghiera.
Questa catastrofe ha danneggiato seriamente un edificio storico. Ma sono consapevole che ha anche colpito un simbolo nazionale caro al cuore dei parigini e dei francesi nella diversità delle loro convinzioni. Perché Notre-Dame è il gioiello architettonico di una memoria collettiva, il luogo di raduno per molti grandi eventi, il testimone della fede e della preghiera dei cattolici in seno alla città.
Nel rendere omaggio al coraggio e al lavoro dei pompieri che sono intervenuti per circoscrivere l’incendio, formulo l’auspicio che la cattedrale di Notre-Dame possa ridiventare, grazie ai lavori di ricostruzione e alla mobilitazione di tutti, il bello scrigno nel cuore della città, segno della fede di quanti l’hanno edificata, chiesa-madre della sua diocesi, patrimonio architettonico e spirituale di Parigi, della Francia e dell’umanità.
Con questa speranza, le imparto di tutto cuore la benedizione apostolica, che estendo ai vescovi della Francia e ai fedeli della sua diocesi, e invoco la benedizione di Dio sugli abitanti di Parigi e su tutti i francesi.
Francesco
Città del Vaticano