Mi ha fatto conoscere da vicino le EDB la mia professoressa M.G. Mara dell’università “Sapienza” di Roma. Lei aveva lì ripubblicato tre studi che le erano molto cari: Il vangelo di Pietro, Ricchezza e povertà nel cristianesimo primitivo e Ambrogio. La storia di Naboth – quest’ultimo addirittura sponsorizzato da papa Francesco.
Ho cominciato così anch’io a pubblicare i miei lavori con le EDB, a proporne le pubblicazioni agli studenti che frequentano i miei corsi, a conoscere e a frequentare la Comunità Dehoniana di via Nosadella, ad apprezzare la professionalità sempre accompagnata da uno stile amicale di tutto il personale.
Sì, la chiusura delle EDB è una perdita enorme per tutta la Chiesa, perché l’ha fatta amare per quegli aspetti che più la rendono mistero credibile, aspetti che il suo direttore emerito, il padre Alfio Filippi, così spesso ricordava: una Chiesa di misericordia, che è mistero e grazia prima di essere istituzione e gerarchia, che pone al centro della sua vita la Parola, che si definisce come progetto universale di salvezza da parte di Dio, che è cattolica in senso vitale, non geografico e uniformatore, la Chiesa dell’ecumenismo e che parla molte teologie, in costante rapporto con la religione d’Israele e capace di valorizzare i semina Verbi presenti in ogni cultura, la Chiesa dei martiri e del dialogo con la contemporaneità, che afferma il primato della coscienza, che ripudia totalmente la guerra…
Ognuno di questi aspetti rinvia a un patrimonio di pubblicazioni che rimangono, testimonianza di scelte sapienti e spesso coraggiose. Un patrimonio che ha reso le EDB il luogo in cui si sono formate le generazioni del post-concilio – penso alla Bibbia di Gerusalemme, all’Enchiridion Vaticanum –, un patrimonio e un luogo che occorrerà trovare il modo di mantenere in memoria viva già per la presente generazione e tanto più per le prossime.
Grazie.
Nessuno ne parla, sarà solo una questione di mala gestione aziendale?