Le Chiese ortodosse sono attraversate da una corrente anti-vax alimentata da rigidismi dottrinali e da sospetti anti-moderni di antica data. In Russia si sono esposti nel dibattito un paio dei vescovi più noti per contrastare il fenomeno.
Nelle Chiese elleniche si registra una preoccupazione crescente. L’ortodossia tedesca torna a chiarire il rapporto fra pratica tradizionale e celebrazione eucaristica, che è all’origine della resistenza al riconoscimento delle norme anti-Covid.
Tikhon: vaccinatevi tutti
Mons. Hilarion di Volokolamsk, presidente del dipartimento delle relazioni estere del patriarcato, e il metropolita Tikhon, vescovo della diocesi di Pskov, hanno denunciato la gravità morale del rifiuto del vaccino in ragione della solidarietà dovuta agli altri e al popolo russo.
Tikhon ha ricordato la sua esperienza. Vaccinato nel 2020 con il vaccino russo Sputink è stato consigliato di rifarlo ad aprile 2021 perché il livello di anticorpi era molto basso. È stato nuovamente vaccinato alla fine di luglio perché i medici gli hanno fatto presente la pericolosità della variante Delta.
«Mi hanno spiegato che la variante Delta è molto aggressiva e capace di superare un livello medio di immunità. Solo una immunità elevata protegge una persona contro tale malattia. Come nella prima, così nella seconda e terza vaccinazione non ho avuto alcun effetto secondario. E conosco molta gente che non solo è stata vaccinata, ma anche ri-vaccinata con vaccini diversi».
È una vera e propria guerra che ricorda l’epidemia di vaiolo nel XVIII secolo e la sua seconda ondata all’inizio del ’900. «Un gran numero di “vecchi credenti” morirono nella regione di Mosca. Nel quartiere di Guslitsy rifiutarono di farsi vaccinare, giudicandolo come il sigillo dell’Anticristo. Se i membri della Chiesa ortodossa erano vaccinati e rimasero indenni, fra i “vecchi credenti” della regione moscovita morirono migliaia di persone».
«Oggi, come allora, il solo mezzo di lotta contro la pandemia è la vaccinazione. Ma sono sempre più numerose le voci che imputano ai vaccini, e in particolare a quello russo, di essere pericolosi, sia dal punto di vista spirituale che medico».
Anche nei decenni scorsi molte innovazioni sono state denunciate come pericolose per la vita spirituale: dai nuovi passaporti al codice fiscale, dai certificati di pensione all’identificazione numerica dei prodotti. Quanti sono suggestionati da queste dicerie sono vittime di nuovi idoli che rimuovono la centralità di Cristo in ordine alla salvezza. Una valanga di disinformazione, di pettegolezzi e di superficialità che arriva fino all’affermazione che, assieme al vaccino, ci viene inoculato un micro-chips che ci rende schiavi: «È l’Anticristo. Ci farà ammalare».
Il vescovo ricorda che l’ondata è incominciata fin dall’inizio della pandemia con la negazione pura e semplice dell’esistenza del virus. Sono posizioni irresponsabili davanti a 140.000 morti in Russia e ai quasi 4 milioni nell’insieme del globo.
Il vescovo incoraggia tutti a vaccinarsi e, ricordando i 5.000 preti e monaci ammalati di Covid, ammonisce in particolare i suoi sacerdoti anti-vax. «Essi pensano di fare cosa buona. Ma se – Dio non voglia – qualcuno di quanti avete convinto a non vaccinarsi si ammala o muore (e l’ospedale lo saprà certamente e anche chi l’ha indotto a farlo, e l’interessato parlerà dell’uno o dell’altro prete), se questo dovesse succedere, allora questi preti o monaci saranno sottoposti alla censura canonica. E questo penso sia giusto».
«Tengo a sottolineare che la vaccinazione contro la malattia mortale del Covid è una decisione volontaria. Nessuno può essere forzato. Ma convincere è possibile, necessario e indispensabile ».
Hilarion: salvare il popolo
Hilarion, che è la seconda autorità del patriarcato e gode di una visibilità enorme (ha una sua trasmissione televisiva settimanale ed è ricercatissimo dai media) si è visto annullare l’account di Instagram (52.000 follower) che lui addebita alle violente critiche nei confronti della sua denuncia circa la responsabilità di quanti si rifiutano di vaccinarsi e che hanno preso di mira le sue posizioni.
Parlando delle sue esperienze pastorali, ha raccontato di chi si è confessato di essersi rifiutato alla vaccinazione. Ammalatosi successivamente e provocando il contagio in casa con la morte di alcuni dei congiunti, il fedele chiedeva lumi circa la sua responsabilità. Secondo il vescovo, è piena. «Nella trasmissione ho detto che queste persone espieranno il loro peccato per il resto delle loro vita… Rispetto a quanto sta accadendo la retorica antivaccinale mi sembra semplicemente ridicola e addirittura blasfema».
«Penso che quanto di tratta di libertà personale essa vada sempre difesa, in linea di principio. Allo stesso tempo, se è in questione la sopravvivenza di un’intera nazione, quando le persone muoiono in massa a causa del virus, mi sembra necessario mobilitare l’intero paese per sconfiggere la malattia, senza tanti riguardi per coloro che, per qualche motivo stupido e ridicolo, si dichiarano contrari alla vaccinazione».
Girano le ipotesi più improbabili: lo Sputnik nascerebbe dal materiale biologico di un feto abortito, le donne vaccinate non rimarranno incinte in futuro, quanti si vaccinano moriranno ben prima degli altri ecc. Sono posizioni funzionali alle forze internazionali che hanno introdotto il virus nel paese e che sono interessate a che la pandemia duri a lungo.
Non è casuale che la battaglia si consumi su Internet e sui social che non sono controllati dalla Russia. Del resto, gli anti-vax, anche all’interno del clero, si sono opposti prima alle misure ecclesiali per contenere il contagio: distanziamento, disinfezione del cucchiaio per la comunione ai fedeli, negazione del bacio alle icone.
Grecia e Germania
All’inizio di luglio, il governo greco ha chiesto ai responsabili ecclesiali di censurare alcuni preti di Creta che rifiutano la comunione a quanti si sono fatti vaccinare. Violando le indicazioni dei vescovi e del patriarca (Creta è dipendente da Costantinopoli), essi affermano che il vaccino fa entrare l’Anticristo.
I vescovi sono costantemente sollecitati a confermare la loro posizione in merito alla pandemia e alla vaccinazione da una resistenza significativa nel clero e nei fedeli. Anche alcuni vescovi si rifiutarono all’inizio della pandemia di considerare pericoloso il cucchiaio usato per la distribuzione della comunione. Non era possibile che il sacramento della vita diventasse veicolo di morte.
L’archimandrita Bartolomeo, igumeno del monastero di Esphigmenou (Athos), ha pubblicato una nota in cui risponde alla domanda insistente di un orientamento sui vaccini: «C’è tanta paura tra la gente in questo momento che si direbbe essere la prima volta che appaiono i vaccini. Purtroppo alcuni gruppi sono riusciti a terrorizzare e dividere… Per ottenere il loro obiettivo hanno rivestito la lotta contro il virus e la vaccinazione di un mantello spirituale, dando l’impressione di una battaglia sacra contro il male». Fra questi anche preti e monaci a cui non compete un consiglio in merito. Il rifiuto alla vaccinazione è un atto criminale.
«Il fanatismo che lo sostiene è un problema spirituale, mentre la vaccinazione non è un problema né spirituale né ecclesiastico ». È solo una questione medica. Il 13 luglio è il Santo sinodo della Grecia a prendere posizione con le seguenti decisioni: a) inviare una lettera enciclica ai fedeli per illustrare la posizione della Chiesa; b) raccomandare la vaccinazione come unica soluzione per fermare il virus; c) ricordare che l’unica autorità ecclesiale in merito è il santo sinodo; d) limitare ogni voce irrazionale che produca scandalo tra i fedeli.
È significativo che, nella prevista assemblea dei vescovi del trono di Costantinopoli (1 – 3 settembre), fra i nove rapporti previsti, due riguardino direttamente il tema: pandemia e vaccinazione; pandemia e fondamentalismo.
Sulla questione dell’eucaristia in tempo di Coronavirus i vescovi ortodossi in Germania delle varie Chiese nazionali hanno pubblicato il 10 luglio un testo comune.
Dopo aver presentato i temi teologici dell’eucaristia (importanza per la vita della Chiesa, mistagogia, unità, azione di grazia, memoriale), il testo sviluppa la dimensione dell’azione responsabile della Chiesa, a partire dall’amore del prossimo e dal compito di proteggere il benessere della comunità e dello stato. Questo induce nelle Chiese il senso di una particolare responsabilità in ordine al bene comune.
Senza rinunciare al riferimento fondamentale della libertà religiosa, le Chiese sono chiamate ad applicare, in termini proporzionali, le indicazioni dell’autorità civile, ma richiedono anche alle autorità un costruttivo dialogo per poter dare indicazioni ai fedeli, ispirate sia dall’acribia (precisione), sia dall’economia (pazienza e dolcezza).
La terza parte del testo è dedicata alla pratica della comunione. Qui torna la legittimazione delle attenzioni richieste dalla situazione: dalla chiusura delle chiese alla frequenza della comunione, dall’utilizzazione del cucchiaio (è inappropriato dogmatizzare il suo uso) alla benedizione anticipata dei pani, accanto alle dimensioni più comuni come la sanificazione, il distanziamento, le mascherine.
«La salute è importante. Sia quella del corpo, dell’anima e dello spirito, ma anche quella delle relazioni sociali e societarie». Proprio per i limiti posti oggi alle celebrazioni «riconosciamo il vero valore della liturgia».
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