Dopo che un anno fa il regime nicaraguense guidato da Ortega aveva espulso il nunzio, la settimana scorsa ha sospeso le relazioni diplomatiche con la Santa Sede – senza alcuna specifica a riguardo. A seguito di questa decisione, il Vaticano ha ritirato l’incaricato di affari mons. Diouf che era rimasto in Nicaragua per svolgere gli affari correnti. Nell’ultimo anno la rappresentanza diplomatica della Santa Sede era stata affidata all’Ambasciata italiana, come da uso nelle relazioni internazionali in casi simili.
La sospensione delle relazioni diplomatiche è l’ultimo gradino, al momento, di una tensione crescente tra Ortega e la Chiesa cattolica – giunta a seguito delle parole di papa Francesco che, in un’intervista, ha definito il governo che guida il Nicaragua come una dittatura.
In una breve cerimonia di saluto, l’ambasciatore tedesco in Nicaragua ha affermato che, “insieme alla Chiesa cattolica, i rappresentanti diplomatici dell’Unione Europea in Nicaragua, difenderanno sempre i valori cristiani della libertà, tolleranza e dignità umana”.
Nel frattempo, non si hanno più notizie di mons. Alvarez – che, a seguito della condanna a 26 anni, si trova nel carcere politico di La Modelo. Il gruppo di opposizione Unità Nazionale ha chiesto al regime Ortega “prove che mons. Alvarez sia ancora in vita”.
La preoccupazione per il vescovo di Matgalpa è cresciuta dopo la dichiarazione in cui Ortega definiva Alvarez “uno squilibrato che deve essere curato”.