Senza che noi cristiani ce rendiamo conto, stiamo assistendo a quello che molti non si immaginano: papa Francesco, senza toccare il «dogma», sta cambiando il papato.
Mi spiego. Contro coloro che attaccano l’ortodossia e la rettitudine di papa Francesco, la mia coscienza mi dice che non debbo tacere. Si tratta di qualcosa di fondamentale per il papato e quindi anche per la Chiesa. Per questo voglio e debbo affermare quello che spiego qui di seguito.
Questo papa non ha toccato nessun «dogma di fede divina e cattolica», così come questa questione fondamentale è stata espressa e definita nel concilio Vaticano I (costituzione dogmatica Dei Filius, cap. 3, Denz 3011). Per questo insisto sul fatto che papa Francesco sta cambiando il papato non per quello che dice, ma per la sua maniera di vivere.
Cosa significa questo? Il Vangelo prima di tutto non è una «dottrina religiosa», ma è soprattutto un «progetto di vita». E sottolineo il fatto fondamentale che ogni cristiano sia certo che il centro del Vangelo non è la «fede» in Gesù, ma la «sequela» di Gesù. Ma è successo che la teologia ed il governo della Chiesa hanno posto il centro del cristianesimo nell’«ortodossia della fede» ed hanno spostato la «sequela di Gesù» nell’ambito della spiritualità. Ebbene, stando così le cose, si capisce quello che sta succedendo nella Chiesa. Il Magistero della Chiesa può controllare (e controlla) la «dottrina della fede». Quello che non può e non ha motivo di controllare è la «generosità della sequela» di Gesù.
Ebbene, in una Chiesa che funziona così, è capitato quello che doveva capitare. L’ortodossia religiosa si è preoccupata fino all’eccesso di considerare come dottrine di fede non poche cose che non appartengono alla fede. Mentre la sequela di Gesù si considera come un tema relativo alla generosità dei più ferventi.
C’è un vuoto enorme nella Chiesa. Un vuoto che non si spiega alla gente. Se leggiamo i vangeli con attenzione, quello che vi si sottolinea è che, quando Gesù si riferisce alla fede dei discepoli e degli apostoli, lo fa per rimproverarli per la loro vigliaccheria, la loro paura, i loro dubbi e la loro incredulità (Mt 8, 26; 14, 31; 16, 8; 17, 20; Mc 4, 40; 16, 11.13.14; Lc 8, 25; 24,11.41; Gv 20, 25-31).
Tuttavia Gesù è stato sempre rispettoso e tollerante con quegli uomini che avevano una fede così piccola, più piccola di un granello di senape (Mc 11, 23 par; Mt 21, 21; 17, 20; Lc 17, 6). Molto diverso è stato il problema della «sequela». In questa questione Gesù è stato esigente ed intollerante fino a livelli che fanno impressione e non sono facili da comprendere. Gesù esige di lasciare tutto di fronte ad una sola parola: «Seguimi». Senza spiegazioni, ragioni o motivi. Famiglia, casa, denaro, attività…, qualunque sia. Tutto si subordina alla chiamata di Gesù. Non per avere alcune credenze o osservanze religiose. Ma per vivere il «progetto di vita» che Gesù ha vissuto. Nella maniera in cui ognuno possa fare questo.
E questo sta facendo papa Francesco. Che è l’ultima parola che Gesù ha detto a san Pietro: «Tu seguimi» (Gv 21, 22). È vero: il papato sta cambiando. Dai papi che centravano tutto nel comandare nella fede degli altri al papa che centra tutto nel seguire Gesù, facendo quello che ha fatto Gesù: aiutare coloro che soffrono, stare con quelli con cui nessuno vuole stare, realizzando ogni giorno (nella maniera in cui questo sia possible) il «progetto di vita» che ha vissuto Gesù.
Il papato sta cambiando. Non perchè papa Francesco stia modificando quello in cui bisogna credere. E non perchè stia riformando la Curia Vaticana. Tutto questo non cambia il papato e non cambia la Chiesa. Il cambiamento si realizzerà quando le cose si metteranno al loro posto. La fede come deve essere e dove deve stare. Ed al centro di tutto la sequela di Gesù. Come lo stesso Gesù ha lasciato detto nel Vangelo. E questo sta facendo (senza dirlo) papa Francesco.
Con l’ortodossia della fede tutto continua e continuerà così come sta continuando. La sequela di Gesù ed il suo Vangelo ci fanno tanta paura che è normale abbandonare la proposta di Gesù e continuare con la nostra (grande o piccola) ricchezza. Come ha fatto quel giovane di cui raccontano i vangeli.
Articolo pubblicato l’8 giugno 2018 nel blog dell’autore in Religión Digital. Lo riprendiamo nella traduzione dallo spagnolo curata da Lorenzo Tommaselli.
Signora Adele spero stia scherzando… Un pensiero del genere può uscire solo da qualcuno che non conosce la vita e il senso della vita!!!! Che Papa Francesco non debba per forza piacere a tutti ci sta, ma negare evidenze elementari come il suo vivere il vangelo oggi giorno è da falsi cristiani o cmq da chi in realtà non ha realmente incontrato Cristo nella propria vita.
Grazie per questa lettura di ciò a cui stiamo assistendo quasi senza accorgercene… espressa tra l’altro in un linguaggio particolarmente semplice ed efficace!
Non sono d’accordo. Papa Bergoglio non ha ideali di bene, di trascendenza, di infinito. Non crede probabilmente nella resurrezione di Cristo, (apertura a Lutero, alla non fede Luterana), al Corano e non invita l’essere umano a vivere per Cristo e a seguirlo; è chino ancora su di sé, ai movimenti politici della sinistra, all’umanesimo immanente e non ha ancora compreso che senza l’ideale di Cristo, l’elevazione dell’animo a Dio, l’uomo non ha rettitudine di intenzione e di vita ecc. ecc. ecc. E, umile com’è pensa, ritiene che tutta la cristianità la pensi come lui.
Mi perdoni, Adele Magnanini, ma quando leggo certe affermazioni rimango di stucco. Le risulta che i Luterani non credano alla Risurrezione di Cristo? Ha mai sentito parlare di Cammino verso l’unità dei cristiani? Ritiene di poter affermare, lei che non è certo il suo confessore, che il Papa non abbia ideali di bene, di trascendenza, di infinito? Ormai sono tristemente abituata a leggere simili affermazioni, ma la sua è riuscita a stupirmi ulteriormente.