Forse non molti ricordano il suo nome, ma le sue idee sì: più di mezzo secolo fa, Gustavo Gutierrez scrisse il libro Teologia della liberazione. L’8 giugno il domenicano peruviano ha compiuto 95 anni.
Il sacerdote peruviano Gustavo Gutierrez con il suo libro Teologia della liberazione pubblicato circa 50 anni fa è diventato co-fondatore e colui che ha dato il nome alla teologia della liberazione. Guardando in retospettiva, si può affermare che il libro del “prete dei piccoli”, rispettato in tutto il mondo, rappresenta la fine dell’abituale scambio a senso unico tra l’Europa e il resto del mondo cristiano.
Infatti, per la prima volta, si sviluppò uno scambio autentico, perché, a livello locale, si erano ormai affermate una prassi e una teologia indipendenti.
Al centro della sua teologia c’è l’«opzione per i poveri». La novità fu che, con quell’approccio, la fede cristiana si radica nella storia, nel qui e ora orientato ai poveri, alle vittime dei sistemi dittatoriali o oligarchici, sia di destra sia di sinistra.
Il teologo Gutierrez non si propose di elaborare un insieme di dottrine e di idee, quanto piuttosto di aiutare la gente semplice del luogo a interpretare la propria vita nello spirito del Vangelo. Si tratta – per dirla teologicamente – di ortoprassi anziché di ortodossia.
Il suo percorso culturale
In Europa, Gutierrez studiò medicina, arte, filosofia, psicologia a Lione, Lovanio, Roma e Parigi e, infine, teologia, poiché, nel tempo, era maturato in lui il desiderio di diventare prete. Si fece domenicano solo nel 1999. L’ingresso nell’ordine coincide con i problemi suscitati dall’ex arcivescovo di Lima, l’ultraconservatore card. Juan Luis Cipriani Thorne dell’Opus Dei.
Per Gutierrez era chiaro: era meglio trovare protezione in un ordine religioso che dover sottostare a Cipriani.Il teologo della liberazione Gustavo Gutierrez e l’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il card. Gerhard Ludwig Müller, sono amici da lunghi anni.
Nonostante la chiamata ad insegnare in numerose cattedre e le circa due dozzine di dottorati honoris causa ottenuti in tutto il mondo, comprese le università di Tubinga e Friburgo, Gutierrez ha continuato a tornare nella sua città natale di Lima, vivendo in quartieri poveri, ciò che corrispondeva al suo stile di vita modesto e dove si sentiva a casa. Il suo lavoro scientifico andava di pari passo con la vicinanza alla base.
Per quanto fosse impegnato nella ricerca teologica, gli piaceva stare con la gente dei bassifondi. Per lui la teologia viene «dal cuore della Chiesa», ma, allo stesso tempo, deve essere sempre una «risposta alla realtà sociale». Il suo approccio teologico-scientifico sta nel «riflettere sulla situazione dei poveri e degli emarginati» e, al contempo, promuovere la prassi ecclesiale in base alla realtà e al vangelo.
Gran parte della popolazione dell’America Latina, già negli anni successivi alla seconda guerra mondiale si trovò impoverita. Gutierrez si occupò molto presto del problema: «Come dire ai poveri “Dio vi ama”? Questa è la domanda più importante per il nostro mondo oggi. Impossibile rispondervi. Ma fa parte della risposta vivere con i poveri, diventare uno di loro».
La sua opera vive nella storia
Gutierrez ammise anche i propri errori. Quasi 20 anni dopo la pubblicazione della sua Teologia della liberazione, fu capace di pubblicare una nuova versione, in parte «riveduta e corretta», di quel capolavoro della letteratura teologica mondiale.
La Congregazione per la dottrina della fede di Roma lavorò a lungo sulla sua opera, ma alla fine senza alcun risultato. Anche perché l’ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il card. Gerhard Ludwig Müller, appoggiò in maniera convinta il lavoro di Gutierrez e a Roma si batté con decisione in suo favore.
Per quanto riguarda il suo impatto con la storia, quest’uomo molto piccolo di statura e dai tratti marcati, spesso sorridente, è un grande. Molto di ciò che è stato pensato e insegnato teologicamente negli ultimi decenni è radicato nel suo pensiero sistematico.
Oggi Gutierrez mostra i segni dell’età. Ha difficoltà a camminare. È accudito e accompagnato nella vita di tutti i giorni da amici in una comunità di base a Lima. Di certo non scriverà nuovi libri a 95 anni. Egli ha già scritto la sua opera per la storia (KNA, 8 maggio 2023).
Mi unisco a tutti coloro che festeggiano i 95 anni di Gutierrez e un grazie al Signore per aver donato alla chiesa un uomo e teologo formidabile. La teologia della liberazione è una sua creatura e ha dato alla chiesa un volto più umano e evangelico, dimostrando una vicinanza ai più poveri e dimenticati nel mondo, radicando e illuminando, con la Parola di Dio, la speranza di una vita migliore e la vicinanza di Cristo nella sofferenza dell’umanità calpestata dai prepotenti economici e sociali del mondo. Con dispiacere e sofferenza mi permetto di aggiungere: anche un papa, proclamato troppo velocemte santo, ha contribuire a sminuire e (forse) a distruggere la ricchezza della teologia della liberazione.