Joachim Gnilka, grande studioso e autore di numerosi commenti al Nuovo Testamento, è morto. Si è spento il 17 gennaio scorso, all’età di 89 anni, a Monaco di Baviera.
Era originario di Leobschütz, oggi Głubczyce (Slesia). Aveva studiato filosofia, teologia e lingue orientali ad Eichstätt, a Würzburg e presso l’Istituto biblico di Roma.
Ordinato sacerdote nel 1953 dal card. Julius Döpfner, dopo alcuni anni come curato nella sua diocesi, nel 1955 conseguì il dottorato sotto la guida di Rudolf Schnachenburg con una dissertazione su 1Cor 2,10-15.
Nel 1962 fu scelto come professore ordinario di esegesi neotestamentaria a Münster (Vestfalia) e, dal 1975 al 1997, insegnò come professore ordinario di esegesi neotestamentaria e di ermeneutica biblica presso la Ludwig-Maximilian-Universität di Monaco, divenendo poi professore emerito.
Dal 1973 fino al 1988 è stato membro della Pontificia commissione biblica e, dal 1986 al 1997, anche della Commissione teologica internazionale.
Gnilka ha scritto numerosi commenti al Nuovo Testamento, tradotti anche in italiano, tra cui: Come è nato il cristianesimo, le Lettere ai Colossesi, Efesini, Filippesi e Filemone, il Vangelo di Giovanni, Gesù di Nazaret, Paolo di Tarso. Apostolo e testimone, Teologia del Nuovo Testamento, Commento al Vangelo di Matteo, il Vangelo di Marco.
Gnilka collaborò anche alla redazione della nuova traduzione unitaria della Bibbia.
Con la sua morte scompare, come è stato scritto, un grande studioso di fama mondiale, uno dei “mostri sacri” dell’esegesi storico-critica cattolica.