Il 18 luglio il Sinodo permanente della Chiesa ortodossa di Grecia ha inviato una lettera a mons. Elpidoforo, arcivescovo della diocesi ortodossa costantinopolitana degli USA, e al Patriarcato ecumenico per protestare contro la decisione di Elpidoforo di battezzare in una parrocchia della diocesi greca di Glyfada i figli di una coppia omosessuale composta da un greco e da un americano.
La questione non è propriamente sul battesimo, ma sulle procedure di informazione, sulla solennità del rito, sulle conseguenze nel sacramento matrimoniale e sul riscontro nei media.
Nel documento approvato dal concilio di Creta (2016), Verso un ethos sociale della Chiesa ortodossa, si specifica che «la Chiesa comprende che l’identità umana non risiede principalmente nella propria sessualità o in qualsiasi altra qualità privata, ma piuttosto nell’immagine e nella somiglianza di Dio presente in tutti noi» (n. 19), con il diritto di ciascuno «di essere libero da persecuzioni o svantaggi legati a causa del proprio orientamento sessuale». «Tutti i bambini sono conosciuti e amati da Dio, tutti sono portatori della sua immagine e somiglianza e a tutti sono dovuti lo stesso rispetto, riverenza e cura» (n. 26).
L’arcivescovo Elpidoforo aveva avvisato il vescovo Antonio di Glyfada dell’intenzione di «battezzare i figli della famiglia Buschi, provenienti da Chicago» (USA). «In seguito però – scrive il vescovo Antonio – è emerso che questi bambini, del tutto innocenti e privi di responsabilità, sono allevati da due persone dello stesso sesso. Credo che il battesimo di tali bambini non sia mai stato celebrato in Grecia. È la prima volta che succede. Bisognerebbe mantenere toni molto bassi, e ovviamente non credo che sua eminenza in persona possa celebrare un battesimo del genere senza dirmelo. Se l’avessi saputo, avrei risposto di non potere dare il permesso senza chiedere il parere dal Santo Sinodo».
Il Sinodo ha condiviso la preoccupazione del vescovo Antonio e «ha discusso a lungo le questioni relative al trattamento pastorale di tali situazioni, restando fermo in quanto stabilito dal Signore, dai santi apostoli e dai santi padri».
Da parte sua, l’arcivescovo Elpidoforo ha riaffermato la legittimità e l’opportunità del battesimo, consapevole che il gesto poteva sollevare molte questioni e molta curiosità nei media.
Il vescovo Antonio sottolinea l’irritazione e lo scandalo per molte persone nella diocesi e la necessità che il rito, di cui non si discute la legittimità, «avrebbe dovuto essere celebrato con modestia, umiltà, senza pubblicità e, in via prudenziale, non da un vescovo».
L’episodio segnala le turbolenze legate alla cura pastorale delle persone e delle coppie omosessuali in tutte le Chiese occidentali.
Un segnale per l’enorme ritardo dell’ortodossia ad accorgersi che il mondo cambia con o senza di Lei.
tra l’altro i due ‘padri’ sono due ricconi che lavorano nel mondo della moda, non persone chiunque
e questo spiega perchè il vescovo in persona abbia celebrato il Battesimo
‘avrebbe dovuto essere celebrato con modestia, umiltà, senza pubblicità e, in via prudenziale, non da un vescovo’
mi sembra una posizione ragionevole: i bambini hanno diritto al Battesimo, ma non si può permettere che un Sacramento così importante diventi una celebrazione del ‘matrimonio omosessuale’. il centro della Celebrazione è Cristo Morto e Risorto
peraltro i ‘figli di una coppia omosessuale’ non esistono, al massimo sono figli solo di uno dei due…