Il XXI secolo ha introdotto l’ennesima rivoluzione industriale con l’Intelligenza Artificiale (AI), che sta cambiando il modo di affrontare i problemi con la digitalizzazione dei processi di comunicazione e di quelli produttivi. Questa nuova forma di rivoluzione ci mette di fronte a nuove possibilità e responsabilità. Non è però figlia orfana: convive con la trasmissione orale, scritta e digitalizzata HTML.
Il parlare e lo scrivere. Il parlare rende visibile il detto con l’uso «intelligente» della memoria. Quando la memoria trasmette oralmente gli eventi passati, si tende a conservare solo ciò che è rilevante per il presente, in modo che il presente non si sovrapponga al passato né che il passato opprima il presente.
La scrittura, invece, ha favorito una memoria cumulativa, dato che la parola scritta conserva tutto ciò che le è stato affidato nel passato, indipendentemente dalla sua utilità per la vita presente.
L’accumulo di dati sul passato è prezioso per la cultura, ma se esso sottovaluta il riferimento ad alcuni eventi e alle affezioni, con la dispersione o addirittura con la repressione delle emozioni, costituisce un impoverimento per l’esistenza umana.
La memoria dei nuovi media. Lo sviluppo degli attuali media superano i precedenti per la tecnologia. Essi potenziano le abilità del corpo umano, estendendo l’interazione e la disposizione in rete. Il coinvolgimento riguarda anche la memoria umana che si interfaccia con la memoria del computer e con le sue varie appendici interne ed esterne.
I collegamenti poi con la «rete» (WEB), tramite il linguaggio a marcatori per ipertesti (HTML), consentono alle persone di attingere e di memorizzare una massa enorme e ininterrotta di dati. Le informazioni, che arrivano all’operatore, quando cerca con una parola su Google, sono una quantità così smisurata che egli rimane abbagliato e incapace di dare un ordine a quell’eccesso che si impone come realtà.
L’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale cerca di superare quel limite del linguaggio digitale HTML: lo fa attraverso la marcatura del linguaggio XML di propri dizionari. Ciò rende molto più facile e più precisa l’estrazione dei dati lessicografici, sparsi nel mare di parole del dizionario: le ricerche e le risposte saranno più articolate e combinate.
Amazon ha già in uso una gestione per acquisti e vendite con AI: https://aws.amazon.com/it/what-is/xml/. Altri colossi stanno sviluppando questi sviluppi per gli Applicativi dei pc. Microsoft e Google sono ora in gara per uscire con nuove app, Bing e Bard.
Il Sole 24 ore del 10 gennaio scrive che il noto software ChatGpt di AI si è sbilanciato sulla data di un possibile crollo dei mercati azionari. I lettori potranno verificare le previsioni di questa app.
Sviluppi riguardano anche gli studiosi umanisti. Tante Università sono dotate di un dipartimento di «Umanistica Digitale». Di natura “umanistica” è l’insieme delle fonti, mentre l’ottimizzazione dell’informazione è più un’offerta tecnica per i docenti e gli utilizzatori finali.
La poesia e la memoria. La AI consente ricerche più precise e utili. L’“Umanesimo”, però, aspira anche ad altro, a quell’Essere per cui la vita dell’uomo consiste più in legami affettivi, in un tessuto relazionale che non le questioni concettuali e le disposizioni logistiche. È esattamente da questo tessuto che la coscienza apprende il senso da cui la propria esistenza dipende, non solo in quanto fondamento, ma nella effettività che realizza la sua attualità. È questo tessuto che la tiene in vita, al fine di rendere possibile ciò che ha da essere.
I testi umanistici e in primis la poesia è un’immersione delle mani a conca nel reale. Ogni volta: altrimenti sarebbe una teca da museo, un monumento. Ma la memoria nella poesia è sempre un’azione “al presente”, che si rinnova ogni volta.
Negli ultimi versi della Commedia, Dante si dice sicuro di quel che ha visto. «La forma universal di questo nodo / credo ch’i’ vidi, perché più di largo, / dicendo questo, mi sento ch’i’ godo» (XXXIII, 91-93). Dante dice al suo lettore: guarda che non ti ho raccontato favole. Ho visto Dio e, per un istante, il mistero dei misteri, l’incarnazione. E aggiunge: come faccio a esserne certo? Poiché parlandone ora, ne godo ancora e più largamente.
C’è, dunque, un altro rapporto tra poesia e memoria, che nessuna tecnica può sostituire. La dizione nel presente certifica la visione perché offre di poterne godere di più. La memoria potenzia l’esperienza.
L’articolo è condivisibile ma vorrei commentare su un paio di aspetti:
> La memoria dei nuovi media. Lo sviluppo degli attuali media superano i precedenti per la tecnologia. Essi potenziano le abilità del corpo umano, estendendo l’interazione e la disposizione in rete.
E’ vero che potenziano, se per “potenziamento” intendiamo l’estensione artificiale che permette il raggiungimento di alcuni risultati pratici in un tempo minore. Se invece intendiamo il potenziamento in senso biologico, probabilmente accade il contrario: così come un muscolo non utilizzato si atrofizza, le nostre capacità mentali non possono che diminuire se continuiamo a delegare ai software le operazioni intellettuali. Secondo me questo nel lungo termine potrebbe impedirci di svolgere la funzione di supervisori delle AI perché, dopo aver delegato a loro (e in generale, ai software) tanto esercizio mentale, saremo incapaci di giudicare il loro operato. Questo già accade oggi con l’analfabetismo funzionale, che come sappiamo ha ricadute enormi per il funzionamento delle società (pensiamo alla diffusione delle fake news, che ha avuto importanti ricadute in ambito politico e sanitario). Mi preoccupo dunque che un domani potremmo illuderci di avere il controllo delle macchine solo perché avremo la facoltà tecnica di spegnerle ma, nella realtà, non essere altro che “yes men” di decisioni già prese da IA e per noi impossibili da capire.
> Il Sole 24 ore del 10 gennaio scrive che il noto software ChatGpt di AI si è sbilanciato sulla data di un possibile crollo dei mercati azionari. I lettori potranno verificare le previsioni di questa app.
Metto le mani davanti: se anche accadesse, a mio avviso sarebbe probabilmente una coincidenza. Questo perché anzitutto ChatGPT non dispone di dati raccolti in tempo reale e la finanza risente molto del flusso continuo di informazioni, poi perché ChatGPT non è un’IA simbolica (infatti spesso sbaglia semplici calcoli matematici) ma un modello linguistico basato sulla predizione della “prossima parola” piuttosto che su un’imitazione del ragionamento. Sospetto inoltre che ChatGPT raccolga dati (questi in tempo reale) sulle interazioni con gli utenti e che possa in qualche modo usarli come fonte per le proprie risposte, e questo potrebbe aiutarla in questo caso a fornire una risposta sì corretta, ma anche molto umana!
Sospetto che in futuro l’IA simbolica (quella “classica”, che però non ha portato a molti risultati pratici) verrà integrata con i cosiddetti LLM (Large Language Models) ed anzi, essendo OpenAI abbastanza chiusa (nonostante il nome), non sappiamo se ChatGPT non abbia già qualche elemento di quel tipo. Quello che sappiamo è che, a prescindere da tutto, una IA non potrà mai avere il libero arbitrio, perché noi uomini non siamo capaci di imprimerlo su una nostra creazione (non essendo Dio). E questo a mio avviso deve essere il punto fermo delle discussioni sull’IA soprattutto in ambito filosofico e teologico, onde evitare che ci si lasci impressionare dai risultati sempre più sbalorditivi che verranno in futuro.
E’ veramente importante per le donne e gli uomini di fede evitare di glorificare le IA, che, pur avendo una qualche utilità, rischiano di diventare dei vitelli d’oro della nostra epoca. E’ bene tenere presente che essa distruggerà milioni di posti di lavoro nei più svariati ambiti e concentrerà le ricchezze nelle mani delle poche aziende potentissime che potranno controllarla e, nel peggior caso, influenzare tramite lobbying i legislatori così da impedire che emerga una vera e propria concorrenza tramite requisiti legali stringenti che solo in pochi potranno permettersi di rispettare (regulatory capture).
Non è una coincidenza che molti leader di Silicon Valley siano a favore del cosiddetto UBI (Universal Basic Income), una specie di reddito di cittadinanza per tutti. Il post-lavoro ovviamente contrasta con quanto affermato nella Genesi, con la stessa natura umana, e potrebbe avere conseguenze deleterie a livello sociale (basti vedere cosa succede nei paesi ad alta disoccupazione, anche laddove non si muoia di fame). Pertanto invito tutti gli umanisti a schierarsi inequivocabilmente a favore dell’uomo: abbiamo bisogno di voi, non lasciatevi abbagliare da ciò che verrà ma rimanete saldi nel difendere la dignità umana, che venendo da Dio non ha eguali!
Ho provato Chat GPT con un argomento che è molto sottile e dietrologico occulto : il problema dell’ ERRORE NELLA DIAGNOSI PSICHIATRICA , ovvero, se è già accaduto che gli psichiatri / psicologi sbagliassero una diagnosi, classicamente marchiare come pazzo inguaribile (non esiste la guarigione in psichiatria , la follia è sempre cronica), una persona sana di mente – ovviamente la psicologia è una Religione basata sulla fede dell’ esperto psicoqualcosa patentato da un Potere sociopolitico STATUALE.
A questa domanda Chat GPT 🙄 mi rispondeva che era già accaduto molte volte un errore di diagnosi psichiatrica iniziale, e che, giustamente avrebbe deciso il resto della vita allo sfortunato SANO ormai PAZZO inguaribile per il Sistema Sociale: un Errore da non auspicare e dagli effetti disastrosi ed ineliminabili perché basati su una FEDE INVISIBILE LEGALIZZATA , LA DIAGNOSI PSICHIATRICA, APPUNTO.
Ecco però il Grave Errore di Chat GPT: per i Veramente Esperti della Psichiatria e dei possibili o probabili errori diagnostici che marchieranno per sempre lo sfortunato “sano di mente”, NON ESISTE ASSOLUTAMENTE L’ERRORE DIAGNOSTICO IN PSICHIATRIA (essendo una Fede/Credenza invisibile, e basata solo sulla impressione soggettiva del primo psicologo osservatore, ed ovviamente in seguito, essendo materia invisibile e delegata alla expertise degli Esperti Psichiatri solamente nella loro Lobby , ovviamente anche i successivi psichiatri patentati, confermeranno per “simpatia” le precedenti opinioni – verità – legalizzate, di tutti gli altri colleghi psicoesperti) … PER QUESTI MOTIVI NON ESISTE IL POSTULATO DI ERRORE DIAGNOSTICO, MAI, DAL QUALE PARTIRE PER UN QUESITO LOGICO: CIOÈ IN PSICOLOGIA / PSICHIATRIA , ESSENDO FEDE INVISIBILE SOGGETTA SOLO ALLA SCIENZA E COSCIENZA DELL’ ESPERTO AUTORIZZATO A STILARE UNA DIAGNOSI ASSOLUTAMENTE INFALLIBILE E DEFINITIVA, ECCO CHE CHAT GPT, AVREBBE DOVUTO SUBITO RISPONDERE: NON SI PUÒ MAI PARLARE DI ERRORE DIAGNOSTICO IN PSICHIATRIA, MA SOLO DI DANNO VOLONTARIO/CRIMINE MEDICO PSICHIATRICO O PSICOLOGICO. FINIS.
Buona domenica, by Old Steve 👋🏻😉🍀