Dopo una «gestazione» durata meno di un anno è nato ufficialmente a Trento l’Istituto Superiore di Scienze Religiose «Romano Guardini» per la formazione dei docenti di religione, ma non solo. Il battesimo, a un mese esatto dal via delle lezioni con una cinquantina di matricole, è avvenuto martedì 24 ottobre con la presenza dell’arcivescovo Lauro Tisi, che ha sottolineato l’avvio parallelo del nuovo Istituto teologico affiliato per i seminaristi trentini, frequentato anche dagli altoatesini e bellunesi.
Il rettore, don Tiziano Telch, introducendo l’inaugurazione nell’Aula magna del Seminario, sede comune dei due Istituti e della quarantennale Scuola di formazione teologica per laici, ha sottolineato «il tratto di comunione che ha segnato il percorso nei mesi scorsi, portando a realizzare un vero polo teologico diocesano».
Dimensione dialogica
«Un’occasione di dialogo in una terra di confine» è stato il tema della prolusione affidata al prof. Roberto Tommasi, preside della Facoltà teologica del Triveneto che ha favorito l’approvazione del «Guardini» nell’aprile scorso da parte della Congregazione per l’educazione cattolica. Esso raccoglie anche l’eredità trentennale dell’offerta di formazione teologica della Fondazione Bruno Kessler, ormai cessata. «Ciò che conta non sono le procedure che hanno portato a questo nuovo impegno della diocesi – ha detto don Lauro – ma la persone. Sono loro alla base delle grandi imprese e delle utopie; senza le persone motivate non si possono scalare le montagne».
Ad applaudire, accanto all’arcivescovo emerito Luigi Bressan, anche il rettore dell’ateneo trentino Paolo Collini e i responsabili di FBK («la collaborazione potrà proseguire ancora più intensamente, abbiamo bisogno di voi», ha detto loro mons. Tisi), il decano dello Studio teologico accademico di Bressanone, Ulrich Fistill, il prodirettore dell’Istituto teologico affiliato, don Giulio Viviani, che ha consegnato i diplomi di baccalaureato in teologia dello STAT dopo un apprezzato intervallo musicale con arpa e pianoforte proposto da Cecilia e Paolo Delama.
Nell’inaugurazione è stato sottolineato che l’offerta dell’Istituto di scienze religiose – con il triennio per la Laurea in Scienze religiose e il biennio per la Laurea magistrale – è aperta a tutti coloro che sono interessati alle tematiche religiose e teologiche. «Ci rivolgiamo a donne e uomini, credenti e non, con modalità, interessi e sensibilità differenti», ha spiegato alla radio diocesana Trentino inBlu il prodirettore del «Guardini» don Stefano Zeni, «ma mossi dal desiderio comune di ricerca e in ascolto degli interrogativi della ragione e del cuore dell’uomo contemporaneo. Per cui ritengo che la dimensione dialogica sia fondamentale anche nel campo teologico, inteso come atteggiamento di scambio e arricchimento reciproco».
La prolusione
Su questo tema la prolusione del prof. Tommasi (il testo integrale nel sito diocesano www.diocesitn.it) è partita proprio dalla radici dialogiche della rilevazione bibliche, per cui anche «la teologia cristiana deve avere quindi radici dialogiche, se vuole essere scienza della fede animata dallo studio delle sacre Scritture e dal confronto con la concretezza del Cristo». Attingendo al pensiero del roveretano Antonio Rosmini e dello stesso Guardini, il docente di filosofia ha indicato al pensiero teologico tre passaggi: la disponibilità a «ripensare continuamente se stesso», l’apertura agli altri «saperi scientifici», il compito di riuscire a «vedere e far vedere Dio».
Tommasi ha osservato infine che «la teologia cristiana, in quanto servizio alla fede ecclesiale, sia per la sua anima “dialogale” che l’apre alla società e al mondo, intende essere un prezioso servizio alla verità». Non può essere quindi che «pensiero umile, aperto all’Altro e agli altri. Vi auguro – ha concluso rivolgendosi ai docenti e ai primi studenti del nuovo “Guardini” e del nuovo Istituto teologico affiliato – che questo stile animi anche le relazioni umane e il lavoro di studio, di insegnamento e di ricerca nel nuovo polo teologico che oggi prende il largo!».