America Latina, maestra di sinodalità

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La Chiesa dell’America Latina e dei Caraibi sta mostrando, in questi giorni della Prima Assemblea Ecclesiale che durerà tutta la settimana, una reale capacità di capitalizzare al meglio alcuni eventi che ne hanno segnato la storia recente come Aparecida 2007 (Cf. SettimanaNews).

Nello spirito di Aparecida

Un ascolto reale del popolo di Dio nelle sue variegate configurazioni è stato il proposito mantenuto: numeri molto alti di persone hanno preso la parola nelle varie fasi preparatorie, con la necessaria macchina organizzativa in grado di raccogliere e ordinare una mole gigantesca di contributi. Cammino sinodale, sì. Sorretto non già dalla retorica fiacca dell’apertura alle voci «dal basso» del popolo di Dio, quanto piuttosto da un cammino a forte intensità spirituale, la sola dimensione che può fare realmente la differenza, secondo quanto suggerisce il documento sul discernimento nel suo squisito invito ad una lettura con passo lento e in clima di preghiera.

Sempre nel documento preparatorio sul discernimento comunitario, laddove i termini utilizzati esprimono l’identità dei soggetti in cammino sinodale e dicono lo stile del cammino da fare, si fa memoria esplicita dello «spirito di Aparecida» (Cf. cap. 2, pp. 14-21); e riappare la formula che apriva il titolo della V Conferenza generale (Discepoli e missionari di Gesù Cristo…). Un leggero ritocco, tuttavia, ha reso tale formula inedita: la cancellazione della congiunzione tra i due sostantivi (discepoli e missionari) segnala piena sintonia e recezione di EG in cui discepoli missionari in uscita (24) è formula che caratterizza ogni battezzato, senza eccezione.

La domanda, infatti, che ha ispirato il documento e coinvolto quasi settantamila persone, è stata quella di chiedersi come e dove cercare sentieri fecondi sulla base di un discepolato personale ed ecclesiale che si lascia plasmare dalla «missione», intesa come Chiesa in uscita. Discepoli missionari per una Chiesa a trazione missionaria – invitata cioè a decentrarsi in un processo mai concluso –, attenti ai segni dei tempi e agli ostacoli da fronteggiare, primo fra tutti il clericalismo, matrice di abusi di potere e relazioni inquinate.

Il dono dell’ascolto

La matrice spirituale è quindi all’opera anche sugli stili relazionali: uomini e donne, si legge nel documento, discepoli e discepole missionari/e in processo di conversione verso nuovi stili relazionali capaci di riconoscere e far fiorire vocazioni, carismi, ministeri e servizi. Aparecida aveva sottolineato il recupero del coraggio apostolico perché questo è il senso della Chiesa: comunicare agli uomini il disegno misericordioso di Dio.

Domenica scorsa, 21 novembre, a Città del Messico, nella messa di apertura della Prima Assemblea ecclesiale presieduta da mons. Miguel Cabrejos, è stato sottolineato il momento storico, la nuova Pentecoste del dono dell’ascolto e dei frutti già visibili nell’assise latinoamericana. Quello che si sta registrando in questi giorni pone la Chiesa dell’America Latina e dei Caraibi maestra di sinodalità nel mondo.

In una intervista così si è espresso A. Ivereigh, il biografo di papa Francesco: «Quello che è stato realizzato […] è stato una pietra miliare nella storia della Chiesa e nella storia dell’umanità. Il processo sinodale globale appena iniziato sarà il più grande processo di ascolto della storia, e credo che, ad oggi, questo sia ciò che la Chiesa latinoamericana e dei Caraibi ha realizzato».

Renderemo conto di questo processo riprendendolo a lavori terminati.

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