Syros (Grecia), 20 novembre 2016
Carissimi fratelli nell’episcopato,
la mia fede nel nostro Dio mi dice che egli non può non amarvi. Con la sincerità che esce dal mio cuore vi chiamo “fratelli carissimi”.
Anche in Grecia è arrivato il documento che avete consegnato alla Congregazione per la dottrina della fede e che è stato pubblicato lunedì scorso dal sito dell’Espresso (qui).
Prima di pubblicare il documento e, più ancora, prima di redigerlo, dovevate presentarvi al santo padre Francesco e fare richiesta di cancellarvi dai componenti il Collegio cardinalizio.
Inoltre, non dovevate fare uso del titolo di “cardinale” per dare prestigio a quello che avete scritto, e questo per coerenza con la vostra coscienza e per alleggerire lo scandalo che avete dato scrivendo da privati.
Scrivete che siete «profondamente preoccupati del vero bene delle anime» e, indirettamente, accusate il santo padre Francesco «di far progredire nella Chiesa una qualche forma di politica». Chiedete che «nessuno vi giudichi ingiustamente». Ingiustamente vi giudicherebbe chi dicesse il contrario di quello che esplicitamente voi scrivete. Le parole che usate hanno il loro significato. Il fatto che voi vi fregiate del titolo di cardinali non cambia il senso delle parole gravemente offensive per il vescovo di Roma.
Se voi siete «profondamente preoccupati del vero bene delle anime» e mossi «dalla appassionata preoccupazione per il bene dei fedeli», io, fratelli carissimi, sono «profondamente preoccupato del vero bene delle vostre anime», per il doppio vostro gravissimo peccato:
– il peccato di eresia (e di apostasia? Così, infatti, cominciano gli scismi nella Chiesa). Dal vostro documento appare chiaro che, in pratica, non credete alla suprema autorità magisteriale del papa, rafforzata da due Sinodi dei vescovi provenienti da tutto il mondo. Si vede che lo Spirito Santo ispira solo voi e non il vicario di Cristo e neppure i vescovi riuniti in Sinodo;
– e ancora più grave il peccato dello scandalo, dato pubblicamente al popolo cristiano in tutto il mondo. A questo proposito Gesù ha detto: «Guai a quell’uomo dal quale proviene lo scandalo» (Mt 18,7). «È meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare» (Mt 18,6).
Spinto dalla carità di Cristo, prego per voi. Chiedo al Signore di illuminarvi per accettare con semplicità di cuore l’insegnamento magisteriale del santo padre Francesco.
Temo che le vostre categorie mentali troveranno gli argomenti sofisticati per giustificare il vostro operato, così da non considerarlo neppure un peccato da sottoporre al sacramento della penitenza e che continuerete a celebrare ogni giorno la santa messa e a ricevere sacrilegamente il sacramento dell’eucaristia, mentre fate gli scandalizzati se, in casi specifici, un divorziato risposato riceve l’eucaristia e osate accusare di eresia il santo padre Francesco.
Sappiate che io ho partecipato ai due Sinodi dei vescovi sulla famiglia e ho ascoltato i vostri interventi. Ho sentito pure i commenti che uno di voi faceva, durante la pausa, su un’affermazione contenuta nel mio intervento in aula sinodale, quando ho dichiarato: «peccare non è facile». Questo fratello (uno di voi quattro), parlando coi suoi interlocutori, modificava le mie affermazioni e metteva sulla mia bocca parole che non avevo pronunciato. Inoltre, dava alle mie dichiarazioni un’interpretazione che non poteva essere collegata in alcun modo con quanto avevo affermato.
Fratelli carissimi, il Signore vi illumini a riconoscere prima possibile il vostro peccato e a riparare lo scandalo che avete dato.
Con la carità di Cristo, fraternamente vi saluto.
+ Fragkiskos Papamanolis, o.f.m.cap,
vescovo emerito di Syros, Santorini e Creta,
presidente della Conferenza episcopale di Grecia
Vorrei porre un quesito che mi tormenta da una settimana.Premesso che io amo la Chiesa,Papa Francesco e tutti i sacerdoti che si comportano da sacerdoti ,i quali hanno fatto voto di castità per scelta,nessuno glielo ha inposto,se decidi di seguire Dio da consacrato,devi rimanere casto e puro.Adesso la domanda,sicuramente tutti avrete letto le sconcertanti oscenità di cui è reo confesso un sacerdote in questi giorni,orge in canonica,lui ed altri sacerdoti,filmini pornografici,adescamenti,denaro…tanto denaro nelle sue mani…allora mi chiedo e vi chiedo:Lui avrá l’opportunità dopo una confessione di cibarsi di mostro Signore come se nulla fosse accaduto ed una persona,magari tradita,maltrattata,umiliata,che ha dovuto lasciare la moglie o il marito,e si è ricostruita una vita pulita,che vive una vita”santa”,non puó cibarsi di Gesù Cristo,perché?Io non mi permetto di giudicare quel prete che di peccati mortali direi ne ha compiuti a milioni,ma gradirei che la”legge”,se la volete chiamare così,fosse uguale per tutti,come siamo tutti uguali davanti a Dio….e Dio di sicuro,previo sincero pentimento…perdonerebbe entrambi i casi,sia il sacerdote che il divorziato risposato.Buona serata
Sig Papamanolis la ringrazio per la sua misericordia e della lezione per l’amore di Dio, ma la prego legga anche le Cinque piaghe della chiesa scritte dal beato Rosmini, una probabilmente la riguarda direttamente. Probabilmente,
Sono rimasto molto sorpreso dell’iniziativa dei 4 Cardinali, che non mi è sembrata molto rispettosa del Papa,
ma pure questa del vescovo emerito che riprende pubblicamente i 4 cardinali mi pare totalmente fuor di luogo.
Per lo meno i 4 cardinali si sono rivolti al pubblico dopo che il loro intervento presso il papa non ha avuto risposta. Se ben comprendo, il reverendo Papamanolis, non ha ritenuto di ammonire fraternamente e in privato i 4 cardinali, ma si è rivolto subito alla pubblica opinione. Motivo di “scandalo” i 4 cardinali ? Ma allora inopportuna e motivo di “scandalo” pure questa uscita del vescovo emerito.
Cordialità
Sono con il cardinale greco e forever papa Francesco.Sono veramente felice di essere attorniata da un popolo di giusti e santi,che si sentono talmente intrisi di Spirito Santo da poter giudicare il papa…io vi scomunicherei,perché avete la presunzione di saperne più di Dio,non del papa,ma di Dio.Dio è amore e misericordia,sono certa che questa parola a voi è sconosciuta!Che sorpresa avrete quando essendo al cospetto di Dio,Egli vi dirà:Di me voi benpensanti non ne avete capito un bel nulla,nonostante tutte le vostre belle parole sulla fede,non mi avete compreso!!!Non resta che aspettare che ognuno di noi si trovi al cospetto di Dio un giorno, e poi si saprà la verità!Intanto vi consiglierei di diventare protestanti lo altro,perché chi si ritiene cattolico e non segue il Papa…forse è meglio che vada fuori dalla chiesaAh…io non sono una così…al di fuori…io sono dentro la chiesa,catechista…corsi di teologia..e vi assicuro di persone come voi,i saccentini…gente talmente buona ??che non dà mai niente ai poveri,giudica sempre gli altri e non guarda mai se stesso.Comunque vi perdono,quando uno è talmente convinto della propria sapienza è impossibile che conosca la misericordia di Dio,essendo convinti voi…di non averne bisogno,siete troppo perfetti.Grande Francesco,siamo con te,scardina i farisei ,come al tempo di Gesù!!!
I ‘Dubia’ dei 4 cardinali sono senz’altro legittimi per prassi e contenuto, ma lasciano un che di amaro in bocca se perfino degli “Studenti di diritto canonico rispondono ai cardinali!” (vedi SettimanaNews del 20 novembre 2016). Instillano il dubbio che si tratti di una … provocazione, per ‘stanare’ in qualche modo il Papa Francesco e farsi corifei di un legalismo dottrinale che tanto rassicura una buona parte dei pastori ma tiene a stecchetto le pecore – come se la loro salvezza fosse merito di chi le guida e non del Dio Incarnato. Pecore caricate a basto di pesi che quei pastori manco si sognano di condividere, e nemmeno di alleviare.
Ripeto, tutto legittimo, ma se un cardinale ha bisogno di farsi istruire dal Papa nel mentre su quegli stessi argomenti ‘semplici’ fedeli, teologi, preti che puzzano di pecore, vescovi … leggono, riflettono, agiscono – be, forse quel cardinale ha sbagliato mestiere. E grazie allora al presidente della Conferenza episcopale greca, mons. Fragkiskos Papamanolis, che con fraterna chiarezza e senza inutili giri di parole nella lettera aperta ai 4 Cardinali dei Dubia mette ciascuno di fronte alla propria responsabilità e ruolo. Grazie fratello e pastore Papamanolis.
Come fate a non accorgervi della falsità di questo vescovo modernista lui taccia di eretici i 4 cardinali, ma se papa Francesco è andato ad omaggiare il più grande di tutti gli eretici, Lutero, forse che ci sono degli eretici accettabili ed altri no? Quale sarebbe il loro peccato in confronto a quello di Lutero? Quale lo scandalo? Semmai dovrebbe dargli ancora più onore, vista la considerazione che ha per gli eretici. Questa contraddizione diabolica si manifesta chiaramente in coloro che vogliono sovvertire l’ordine di Dio e gli insegnamenti infallibili della Chiesa, nessuno cambia la legge di Dio, neanche il papa che è il suo Vicario non Dio stesso, l’adulterio rimarrà un peccato mortale, così come l’eresia, l’aborto e se permangono in questo stato nessuna assoluzione è possibile e nemmeno l’eucarestia. Nessuno cancella dal cielo il decreto di Dio, nessuno cancella dalla terra la Chiesa di Dio.(Agostino, Lettera 43 9,27) Nemmeno il Papa.
Stefano, mi perdoni ma lei è ignorante.
Il Papa non ha mai affermato che sia lecito dare la Comunione a chi è in peccato mortale, ha affermato, invece, che i divorziati risposati sessualmente attivi possono non essere in peccato mortale a causa di circostanze attenuanti.
Cito Amoris Laetitia, che lei non ha nemmeno letto
301. Per comprendere in modo adeguato perché è possibile e necessario un discernimento speciale in alcune situazioni dette “irregolari”, c’è una questione di cui si deve sempre tenere conto, in modo che mai si pensi che si pretenda di ridurre le esigenze del Vangelo. La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti. Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante. I limiti non dipendono semplicemente da una eventuale ignoranza della norma. Un soggetto, pur conoscendo bene la norma, può avere grande difficoltà nel comprendere «valori insiti nella norma morale»[339] o si può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa. Come si sono bene espressi i Padri sinodali, «possono esistere fattori che limitano la capacità di decisione».[340] Già san Tommaso d’Aquino riconosceva che qualcuno può avere la grazia e la carità, ma senza poter esercitare bene qualcuna delle virtù,[341] in modo che anche possedendo tutte le virtù morali infuse, non manifesta con chiarezza l’esistenza di qualcuna di esse, perché l’agire esterno di questa virtù trova difficoltà: «Si dice che alcuni santi non hanno certe virtù, date le difficoltà che provano negli atti di esse, […] sebbene essi abbiano l’abito di tutte le virtù».[342]
302. Riguardo a questi condizionamenti il Catechismo della Chiesa Cattolica si esprime in maniera decisiva: «L’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere diminuite o annullate dall’ignoranza, dall’inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali».[343] In un altro paragrafo fa riferimento nuovamente a circostanze che attenuano la responsabilità morale, e menziona, con grande ampiezza, l’immaturità affettiva, la forza delle abitudini contratte, lo stato di angoscia o altri fattori psichici o sociali.[344] Per questa ragione, un giudizio negativo su una situazione oggettiva non implica un giudizio sull’imputabilità o sulla colpevolezza della persona coinvolta.[345] Nel contesto di queste convinzioni, considero molto appropriato quello che hanno voluto sostenere molti Padri sinodali: «In determinate circostanze le persone trovano grandi difficoltà ad agire in modo diverso. […] Il discernimento pastorale, pur tenendo conto della coscienza rettamente formata delle persone, deve farsi carico di queste situazioni. Anche le conseguenze degli atti compiuti non sono necessariamente le stesse in tutti i casi».[346]
303. A partire dal riconoscimento del peso dei condizionamenti concreti, possiamo aggiungere che la coscienza delle persone dev’essere meglio coinvolta nella prassi della Chiesa in alcune situazioni che non realizzano oggettivamente la nostra concezione del matrimonio. Naturalmente bisogna incoraggiare la maturazione di una coscienza illuminata, formata e accompagnata dal discernimento responsabile e serio del Pastore, e proporre una sempre maggiore fiducia nella grazia. Ma questa coscienza può riconoscere non solo che una situazione non risponde obiettivamente alla proposta generale del Vangelo; può anche riconoscere con sincerità e onestà ciò che per il momento è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l’ideale oggettivo. In ogni caso, ricordiamo che questo discernimento è dinamico e deve restare sempre aperto a nuove tappe di crescita e a nuove decisioni che permettano di realizzare l’ideale in modo più pieno.
Fonte http://m.vatican.va/content/francescomobile/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20160319_amoris-laetitia.html
Marco grazie,esaustivo e grandioso!!!
Lei Stefano non sa cosa dice…vada a studiare…ma studi seriamente…
La lettera del vescovo emerito è invece di una elementaritá banalizzante e condita da ignoranza canonica che non si addice ad uno col suo titolo. I quattro cardinali hanno agito nel pieno rispetto delle procedure, poi se il contenuto piaccia o meno è un altro discorso! Il papa deve solo rispondere Sì o No. Se conferma che è possibile dare la Santa Comunione a chi si trova in peccato mortale rischia la correzione formale e il rischio di accusa di eresia. Non serve mandare in avanscoperta emissari da sperdute isole greche per eludere le giuste osservazioni fatte nel rispetto dell’autorità petrina dai quattro coraggiosi cardinali. Occorre confermare i fedeli nella Verità immutabile del Magistero non oggetto di baratto con nessuna prassi pastorale.
Solo dopo che il Papa ha sistematicamente ignorato la loro richiesta di chiarimenti su Amoris Laetitia, prima verbalmente e poi per iscritto, i 4 cardinali l’hanno resa pubblica, facendosi interpreti dei legittimi dubbi di molti altri fedeli, ecclesiastici e non. E’ un’iniziativa perfettamente legittima alla quale il Santo padre farebbe bene a dare risposta, sia per il suo ufficio sia al fine di mettere in pratica la misericordia cui ha giustamente dedicato il Giubileo.
Non ho letto la lettera dei 4 porporati e intuendo qualcosa dico la mia.
DIO NON E’ DEMOCRATICO COSI’ DEV’ESSERE E COSI’ SIA ORA E SEMPRE.
LUI non ha tempo così come non ce l’hanno i suoi dettami e quindi non devono mai essere cambiati, mai, mai.
Erano, sono e saranno sempre e solo giusti.
Our Faith is simple and ANY pronouncements from leadership on critical issues must be able to stand up to scrutiny and be ably, openly, and willingly defended. Ambiguity sows confusion and disorder and defending vague ambiguity leads to division as we now see. It is slanderous to accuse leaders looking for clarity of “apostasy”. I cam back to the Church precisely because of a commitment to the sacrificial nature of offering ones life to Christ in full obedience. I realize sacrificial obedience is a deal-breaker for a large number of souls, but Jesus in Matthew 19 set the standard.
Sua Eccellenza Fragkiskos Papamanolis mette in evidenza un aspetto importante della vita della Chiesa: il rispetto e la carità. Questi valori vanno salvati. Oggi siamo in una fase di trasformazione o miglioramento della vita della Chiesa. Le trasformazioni sono complesse e possono essere conflittuali, senza essere astiose o pregiudizievoli. Mi chiedo in base a cosa la nuova Prassi è buona per definizione o la riflessione sulla Dottrina è per definizione errata, malevola e per secondi fini. A che serve contrapporre i Precetti allo Spirito, lasciando sottintendere che i Precetti sono umani e lo Spirito è divino? Questo gioco retorico è inutile e fuorviante. I Precetti in questione sono quelli di Cristo e lo Spirito è ugualmente del Padre. Sia gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo! Che ne direste di fare lo sforzo umano di credenti per armonizzare precetti e spirito dei precetti? Se per qualcuno di noi tutto è così grande, sarebbe preferibile che ognuno di noi faccia la propria lasciando a Dio di unire le nostre piccole parti.
La cosa che mi lascia perplesso della lettera dei 4 cardinali, del tutto legittima, è che, invece di attendere o sollecitare una risposta dal Papa, hanno preferito darla in pasto alla stampa. Se fai una cosa del genere, non puoi pretendere che io ti creda quando dici che lo fai per amore della Chiesa e non per metterti contro il Papa.
sei un po’ distratto. I 4 cardinali hanno atteso a lungo, senza ricevere risposta, prima di rendere publica la loro lettera.
È misericordia giusta, rispondere subito ai vescovi argentini,
ma, d’altra parte, far silenzio ai “dubia” dei quattro Cardinali?
Ogni buon pastore ha il dovere di aver cura non soltanto
delle pecore predilette, ma di tutte quelle, che sentono
il bisogno di orientamenti più chiari.
I 4 cardinali hanno fatto semplicemente il loro mestiere. È consuetudine secolare rivolgere quesiti alla Congregazione per la dottrina della fede, anche da parte di singoli vescovi. Una richiesta presentata da ben 4 cardinali dovrebbe essere trattata con la massima attenzione, invece non viene data loro alcuna risposta e i quattro porporati devono anche subire pesanti rappresaglie da parte della curva nord che sostiene il Papa anche oltre i desideri di quest’ultimo: non avete forse letto che Francesco detesta gli adulatori e quelli che lui chiama “leccacalze”? Allora ringraziate i cardinali per la loro onestà e rettitudine e per aver agito apertamente e non in forme carbonare. E hanno tutto il diritto a ottenere risposta
I quattro cardinali non contestano le affermazioni del Papa: segnalano la mancanza di chiarezza e la possibile equivocità di alcuni punti della Amoris laetitia. Anche da altre parti sono venute segnalazioni di questo tipo: e il Papa, da parte sua, ha avallato interpretazioni diverse (talora contrastanti) della A.L., lasciando fedeli e pastori, vescovi e confessori, nell’ incertezza. A parte la questione della infallibilità del Papa, che qui non è in questione, chiedere un chiarimento non è un oltraggio al Papa, ma un dovere per chi ha responsabilità di guida e di servizio nella Chiesa. Se dopo mesi dalla proposizione dei “dubia” il Papa, o chi per lui, non ha degnato i cardinali di una risposta, quella che viene in dubbio non è la sua infallibilità, ma è la sua capacità di accettare osservazioni e di rispondere adeguatamente. La lettera dell’ Emerito greco è uno dei tanti deliri della papolatria imperante: all’ ombra di quella maestosa quercia che è papa Francesco spuntano e crescono tanti funghi e funghetti, molte dei quali non commestibli, né umanamente nè teologicamente né pastoralmente.
Ho letto attentamente la lettera in questione e pur non conoscendo i “dubia” di cui si parla, la ritengo equilibrata e giusta, nonostante la sua semplicità di credente nel primato di Pietro. Chi non approva l’operato del papa, sia esso Francesco o altri, è fuori della Chiesa Cattolica. I quattro cardinali di cui si parla, farebbero bene a rassegnare le proprie dimissioni.
What nonsense !
quindi anche S. Paolo era fuori della Chiesa? Ti ricordo che S. Paolo (con i suoi ptrecedenti!) non ha esistato a rimproverare S. Pietro quando egli si è comportato incoerentemente (cfr Gal 2, 11)
Il papa deve semplicemente rispondere, canonicamente, ai “Dubia”: “Sì” o “no”, come da procedura. Se non lo fa, i cardinali lo mettono in mora. Tutto qui.
Ma che lettera stupefacente! Con quali raggioni questo *condiscendente* vescovo scrive su “suprema autorità del Pontefice nella Chiesa”? Francesco non ha fatto nessuna dichiarazione ‘ex cathedra’ in ‘Amoris laetitia’!
Inoltre, un’esortazione apostolica è soltanto un’esortazione. In caso, riflette semplicemente opinioni personali di Francesco su diversi argomenti trattati in ‘Amoris laetitia ‘…
Anche se ‘Amoris Laetitia’ dovrebbe essere assunta come atto magisteriale (una domanda discutibile …), non costituirebbe mai magistero *straordinario* ma soltanto *ordinario*, quindi sottoposto a (rispetose) critiche.
È per me intrigante che personaggi come questo vescovo, che cercono di difendere Francesco con argomenti cosi poveri, erano (e sono ancora…) in prima linea a *martellare* gli insegnamenti di San Giovanni Paolo II sul matrimonio e la famiglia!
I tempi sono cambiati! Madonna mia!…
Da quando ogni cattolico rifiutano di rispondere a domande oneste, se poste da un cardinale, un laico o un non cattolico? Questo è il nuovo modo nella Chiesa, condannare e non rispondere alle domande? È come cristiano? Che è amarti prossimo e soprattutto vostri fratelli nella fede? Come è la sua critica di mero porre domande che soddisfi il grande comandamento? Vai a chiedere scusa e andare a confessarsi, vostra eccellenza?
Forse dimenticano i quattro Cardinali che la ” Chiesa ha il potere di rimettere qualsiasi peccato” non esiste peccato che la Chiesa non possa perdonare, in caso contrario si cade nell’eresia novaziana, come rimettere i peccati è quella cosa che dimenticano, cioè la “Prassi”, ora nella questione in discussione si deve fare necessariamente ricorso alla “Prassi”, la quale essendo disciplina sacramentale può benissimo essere modificata, purtroppo atteggiamenti simili ai quattro cardinali collocano costoro nella scia dei legalisti, giustizialisti, facendo prevalere la giustizia alla misericordia, ma nostro Signore usa la ” Giusta Misericordia con la Giustizia Misericordiosa”.
Finalmente un po’ di chiarezza: grazie Francesco. Oltretutto il Santo Padre ha risposto, se non erro iol giorno dopo, indirettamente ai Vescovi argentini, chiarendo i “dubia”. Ma la “rigida giustizia” chiude gli occhi, come sempre.
Dove resta, allora, il confronto pubblico di Paolo con Kefas? I 4 Cardinali hanno fatto il primo passo segretamente. Poi, vedendo che c’ era stata una risposta subitanea (nello stesso giorno) ai vescovi di Buenos Aires), e che quella che loro aspettavano, si ritardava per mesi, sentendo la perplessità di tanti e tanti nella Chiesa, hanno compiuto il secondo passo. Ma sempre in subbordinazione al Supremo Pastore, non imponendo le proprie idee, ma chiedendogli risposta ai più che giustificati “dubia”. Michele Antonio Barriola
Grazie al Presidente conferenza episcopale greca!
Tra le opere di misericordia una raccomanda di “istruire gli ignoranti”, per rispetto alla porpora, qui forse si dovrebbe dire istruire i nescienti, perché davvero pare che i quattro padri cardinali, che sempre possono incontrare il Papa e chiedergli udienza se ritengono di doversi confrontare con lui su cose di tanto momento, ignorando qualcosa e dimenticandone un’altra, hanno preferito la piazza (o forse in questo caso si dovrebbe dire agorà?). Forse hanno dimenticato qualcosa a proposito del ministero petrino, del confermare i fratelli nella fede e di quanto hanno giurato “prometto e giuro di rimanere, da ora e per sempre…, fedele a Cristo e al suo Vangelo, costantemente obbediente alla Santa Apostolica Chiesa Romana, al Beato Pietro nella persona del Sommo Pontefice…; di conservare sempre con le parole e con le opere la comunione con la Chiesa cattolica…”.
Se ora potessero applicare a se stessi ciò che Amoris Laetitia asserisce dei condizionamenti e delle circostanze attenuanti (nn. 301ss), che in modo meschino rifiutano di ammettere per altri, eviteremmo cordialmente di parlare di un loro doppio gravissimo peccato come fa il vescovo Fragkiskos Papamanolis. Diciamo allora: Padri, il Signore vi illumini a deporre l’arroganza e rammaricarvi dello scandalo, forse inconsapevole che avete dato ai cristiani preti, diaconi e laici e religiosi, voi ai quali un giorno è stato detto di: “Ricevi l’anello dalla mano di Pietro e sappi che con l’amore del Principe degli Apostoli si rafforza il tuo amore verso la Chiesa”.
io sono per il vivi e lascia vivere.
una lettera troppo complicata.
Il papa non ha detto che anche i divorziati posso fare la comunione?
grande Franco
Mah , lo Spirito Santo ha una grande fantasia che figurarsi se si preoccupa delle affermazioni di 4 cardinali. Grazie a Dio soffia ad ogni battezzato e consente di ascoltare il Papa piuttosto che il pensiero dei cardinali in questione. Attenzione però, sono anime da amare anche loro ( ho detto amare che non significa condividere) per quanto è possibile non facciamo ne scontri ne muri, comunque il gesto di vedere prima le cose con la stampa e divulgarlo …mbeh non è un bell’atto d’amore alla Chiesa (tutta).
“Peter has no need of our lies or flattery. Those who blindly and indiscriminately defend every decision of the Supreme Pontiff are the very ones who do most to undermine the authority of the Holy See—they destroy instead of strengthening its foundations” – Fr. Melchior Cano O.P., Bishop and Theologian of the Council of Trent.
Per fortuna lo Spirito santo ispira molti pastori che pensano prima di scrivere e che hanno chiaro il concetto che il papa rappresenta sempre Cristo e non solo quando ci piace. Grazie per questa risposta ai cardinali nella premessa c’è tutto
Bellissima lettera! La giusta risposta ad uno scritto, quello dei 4 cardinali, che trasuda ipocrisia in ogni riga.
Lettera impregnata di carità e sapienza, ricca di misericordia nella verità.
Non so perche i divorziati non possano fare la communione. Gia sono castigati e anche sfortunati, anche i preti e cardinali li condannano e credono di essere fedeli a Dio. Loro vivono solo nella ricchezza, non sanno le dificolta della vita. Ma chi sono loro per non dare la communione ai divorziati alle coppie di fatto? lasciate vivere tutti con la santa pace insieme a Dio Gesù e la nostra madre la Madonna. Non condannate nessuno, fatevi l’esame di coscienza davanti a Dio.
conoscere la vostra fede. Non devono ricevere la comunione in peccato mortale. L’adulterio è peccato mortale. Il problema non è parlare di coppie divorziate e risposate, ricevendo la Santa Comunione. Si tratta di coppie sessualmente attive ma non validamente sposate ricevono Communion.Read Santo il cardinale lettera: https://www.lifesitenews.com/opinion/cardinal-burke-a-document-this-confusing-cannot-be-part-of-the-churchs-pere
Mary tu e chi la pensa come te….vivete fuori dal mondo e da ogni ragionevolezza. Pretendete che l’uomo moderno abbia la stessa mentalità di 2000 anni fa quando la donna valeva meno di una capra. Mi domando perché mai una donna che dal primo marito ha ricevuto solo violenza ed umliazioni, risposandosi e rifacendosi una famiglia ( dai su a questa storia di vivere come fratello e sorella non ci credete manco voi) debba essere ritenuta in peccato mortale. Tra l’altro siete l’ipocrisia fatta persone: io avevo un’ amica che ogni sera recitava il rosario con la famiglia, mai persa una messa, ma a 16 anni già aveva rapporti completi con il fidanzato e prendeva la pillola.
De internis nec Ecclesia.
Bellissima lettera, coraggiosa e disarmante nella sua semplicità e chiarezza. Grazie.