La prima edizione di questo testo apparve nel lontano 1977, quarant’anni fa, e non è più reperibile nelle librerie. Essa partiva da una costatazione dell’autore – presbitero catanese, laureato in diritto canonico, a lungo docente in varie Facoltà (per le EDB ha curato e diretto la collana «Il Codice del Vaticano II») –, secondo il quale nessuna riforma (né il Concilio di Trento, né gli interventi della S. Sede, né il Codice del 1917) era riuscita «neppure a scalfire» l’ordinamento esistente da secoli nella diocesi di Catania, nella quale, fino al 1926 il vescovo amava definirsi «unico parroco della diocesi».
Nella Prefazione alla prima edizione, mons. Longhitano scriveva che la sua ricerca, oltre a soddisfare la professionalità e la curiosità del canonista, diventava via via «una riflessione sulla Chiesa stessa, sul peso che esercitano determinate strutture nella sua vita e nella sua missione».
Perché una seconda edizione dell’opera? Nel corso di questi anni l’autore ha potuto avvicinare altre fonti, esaminare altri periodi, approfondire l’apporto di alcuni personaggi e soprattutto – cosa che era mancata nella prima edizione – aveva potuto confrontare «la situazione della diocesi di Catania con quella di altre diocesi siciliane».
Dopo un capitolo in cui ci si sofferma sulla ricostituzione della diocesi etnea ad opera dei normanni (secolo XI), l’attenzione maggiore è puntata sullo snodo decisivo del Concilio di Trento, preparato e accompagnato a Catania da un vescovo zelante e illuminato, Nicola Maria Caracciolo. Il suo piano di riforma della diocesi era dettato da una vera tensione pastorale. Ben presto, però, egli dovette prendere atto di un contesto ostile, indisponile al cambiamento perché attaccato alle prebende e ai privilegi.
Lentamente la spinta propulsiva e la spinta riformatrice nate dal Concilio di Trento si esaurirono e anche i successivi tentativi di riforma non ebbero successo.
L’indagine storica dell’autore è supportata da una mole consistente di riscontri. Lo testimonia la quantità e l’ampiezza delle note riportate a piè di pagina.
Leggendo queste pagine non si può non pensare al vario modo in cui si è sviluppato e radicato il discorso delle parrocchie nel nostro paese. È proprio vero che i condizionamenti storici, culturali e ambientali hanno segnato questo cammino, dando origine a percorsi e a realizzazioni a volte assai diversificati.
Scrive l’arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina, nella Presentazione del testo: «Leggendo le pagine di questo volume, è possibile comprendere alcuni nodi storici che hanno contrassegnato l’azione pastorale dei vescovi e la presenza della Chiesa nella società catanese. Se la comunità cristiana di oggi si pone in continuità con quella dei secoli passati, la sua storia diventa una grande maestra in grado di dare preziosi insegnamenti per il presente e per il futuro».
Mons. Longhitano licenzia il suo lavoro con un commiato che è una dichiarazione d’amore per la sua Chiesa. «A buon diritto – scrive nella Prefazione alla seconda edizione – posso considerare questo volume come il punto di arrivo di un lungo cammino iniziato quasi per caso negli anni giovanili e portato avanti con passione per il resto della mia vita».
Adolfo Longhitano, La parrocchia nella diocesi di Catania. Prima e dopo il Concilio di Trento, Edizioni Grafiser Troina – Studio Teologico S. Paolo Catania 2017, pp. 401, € 25,00.