Dom Demétrio Valentini non è noto soltanto per le sue ardite prese di posizione a favore degli “animatori e animatrici di comunità”, andando oltre la discussione sui viri probati, ma anche per suoi interventi in campo politico e sociale.
Amerindia ne ha pubblicato uno il 1° giugno, nel quale il vescovo descrive un Paese che sta vivendo momenti decisivi, mettendo a rischio il futuro della sua sovranità. È urgente affrontare la dinamica del deterioramento dei poteri stabiliti e della contaminazione degli effetti della corruzione che intaccano le sfere di governo. La nazione è attonita e spaventata davanti ad atti di corruzione praticati con disinvoltura, che coinvolgono governanti, operatori delle imprese, delle finanze, della magistratura, che usano il denaro pubblico per i loro affari. E hanno la sfacciataggine di parlarne senza il minimo ritegno come se fosse cosa normale.
Quo vadis, Brasil? titola il suo intervento dom Demétrio, ricordando l’episodio di Pietro che scappa dalla persecuzione di Nerone e incontra Cristo che gli pone la domanda. «Non è il caso di prendere la via della fuga – avverte il vescovo –, ma è urgente affrontare le sfide».
E prospetta due tappe:
– la prima, superare l’impasse in cui si trova l’attuale presidenza, contro la quale le manifestazioni di massa sono all’ordine del giorno
– la seconda, realizzare un’ampia riforma per rifondare il tessuto nazionale brasiliano.
Riguardo alla prima tappa, ci vuole chiarezza. «L’attuale governo non è nelle condizioni di governare il Paese. Non basta che il presidente abbia la legittimazione. È necessario che abbia un minimo di credibilità. E non lo ha. Che si mettano in atto i dispositivi costituzionali previsti per tali situazioni e si proceda alla formazione di un nuovo governo».
La seconda tappa è più complessa, a parere del vescovo, perché è necessario procedere ad un’ampia riforma politica. È necessaria e urgente la convocazione di un’Assemblea nazionale costituente con il compito di introdurre cambiamenti politici significativi. Va rivista la rappresentatività del Congresso nazionale per eliminare la sottomissione al potere politico.
È indispensabile rivedere il numero dei deputati. Va pure modificato – secondo Valentini – il finanziamento delle campagne elettorali e soprattutto il nuovo governo dovrà urgentemente preparare un’Assemblea costituente perché si possa procedere a elezioni generali con programmi ben definiti e articolati.
Momenti di crisi – conclude il vescovo – possono essere fatali, ma possono anche trasformarsi in opportunità per superare la situazione di stagnazione. Il Paese ha bisogno di rigenerarsi profondamente.