La curatrice del volume è docente ordinaria di teologia sistematica all’ISSR «I. Galantini» di Firenze e titolare di vari corsi alla Facoltà teologica dell’Italia centrale della stessa città; è fra le socie fondatrici del Coordinamento teologhe italiane (CTI) e vicepresidente dell’Associazione teologica italiana (ATI).
Oltre a esporre una propria relazione, la teologa cura l’introduzione del volume (pp. 5-26), che raccoglie nove relazioni (rielaborate) tenute il 26 ottobre 2016 in una giornata di studio organizzata a Vicenza da varie organizzazioni teologiche.
Le quattro relazioni della prima parte (Gilles Routhier, Serena Noceti, Andrea Grillo e Cettina Militello, pp. 27-142) si rapportano all’orizzonte creato sul tema del diaconato dal concilio Vaticano II, riflettendo sui dati teologici, sulle «intenzioni del Vaticano II», con «digressioni impertinenti su una questione ineludibile», facendo notare paradossi e paralogismi nel dibattito recente.
La parte seconda (pp. 143-180) si organizza attorno alla riscoperta delle fonti («Ad fontes»), con la relazione di Marinella Perroni – Pius-Roma Tragan sulla diaconia nel NT, secondo una traiettoria che unisce Gesù alle Chiese di Efeso.
La parte terza (pp. 181-268) comprende tre relazioni (Cristina Simonelli, Giuseppe Laiti, Moira Scimmi) che riflettono sul tema alla luce della tradizione vivente: implicazioni simboliche e sociali dell’ermeneutica dei quadri ministeriali; attestazioni patristiche sul diaconato, una lettura al passo con i tempi delle fonti sulle diacone).
La parte quarta (pp. 269-288), impostata sul confronto ecumenico, conclude le relazioni con il contributo di Angela Bertis sulla rinascita del diaconato femminile nelle Chiese vetero-cattoliche dell’Unione di Utrecht.
I suggerimenti bibliografici (pp. 289-296) sui vari temi e le schede riguardanti gli autori (pp. 297-302) chiudono il volume.
Il 2 agosto 2016 papa Francesco ha costituito la commissione di studio sul diaconato femminile, guidata dall’arcivescovo gesuita Luis Francisco Ladaria Ferrer, segretario della Congregazione per la dottrina della fede, composta da dodici membri, metà uomini e metà donne. Un corposo dossier di studio sul diaconato era già stato approntato dalla Commissione teologica internazionale, Il diaconato: evoluzione e prospettive, pubblicato in Civiltà cattolica (2003) I, 253-336.
L’uso dello strano termine diacone nel presente volume vuole sottolineare il fatto che diakonos è il titolo greco più antico, che rimane in uso per le donne anche dopo la comparsa – tarda – di diakonissa.
Se è indubbia l’esistenza delle donne diacone, resta discussa la loro soggettualità ministeriale e il rito liturgico a fondamento del loro statuto (ordinazione? benedizione?).
Chi è favorevole al diaconato permanente delle donne ritiene che «per le parole pronunciate, i gesti compiuti, il luogo e la forma celebrativa pone in esistenza una figura ministeriale (ordinata)» (p. 11 e nota 17). Ci si interroga sulle funzioni e sui compiti peculiari delle diacone e sulle esigenze ecclesiali a cui esse davano risposta. Si studiano i motivi della loro scomparsa, ma si avverte la necessità di ripensare nella Chiesa di oggi – plasmata dalla visione ecclesiologica nuova, non più tridentina, elaborata dal Vaticano II – un ministero femminile di questo tipo (istituito? ordinato?).
Nella lettera apostolica di Giovanni Paolo II Ordinatio sacerdotalis (1994) si sancisce, come dottrina definitive tenenda, l’esclusione delle donne dall’ordinazione sacerdotale. Ma in Lumen gentium 29, secondo vari autori delle relazioni riportate nel volume, il diaconato è riconosciuto come grado ministeriale non sacerdotale. LG 29 afferma che i diaconi sono costituiti «non ad sacerdotium, sed ad ministerium».
In dialogo con la tradizione vivente – che non può limitarsi alla pura riproposizione del dato passato ma che prende in considerazione anche un ripensamento prospettico in linea escatologica e l’attenzione alle mutate condizioni storiche e culturali –, varie relazioni presentate nel volume prospettano percorsi per il riconoscimento di un ministero ordinato che nasce dalla nuova concezione ecclesiologica del Vaticano II e dalla forte emergenza delle soggettualità femminile in tanti campi della vita ecclesiale.
Il criterio della tradizione non va confuso con la pura ripetizione o ripresentazione oggi, in modo immutato, dei compiti dei vari ministeri svolti nel passato. Il criterio pastorale della presenza o eventuale instaurazione di ministeri «sommamente necessari nella vita della Chiesa» (LG 29) di oggi, va tenuto ugualmente presente.
«Criteri determinanti» nel discernimento circa i ministeri sono – per Routhier – «l’accoglienza dell’opera dello Spirito nella Chiesa e l’ascolto attento dei bisogni della Chiesa, come pure l’adattamento delle forme antiche alle circostanze presenti» (p. 44). Già in molte Chiese le donne svolgono un ministero a servizio del vangelo, a livello caritativo, di insegnamento, di guida di comunità riunite per la liturgia (senza però la possibilità di un commento autorevole della parola tipica dell’omelia).
La teologa Noceti si augura che con pazienza, prudenza e coraggio nella lettura dei segni dei tempi, l’autorità possa riconoscere la necessità di un ministero ordinato di diacone che sia espressione di una Chiesa in rinnovamento e che vuole venire incontro alle nuove necessità della Chiesa nel tempo presente, valorizzando, al contempo, una soggettività femminile ormai matura e ben formata anche teologicamente.
Serena Noceti (a cura di), Diacone. Quale ministero per quale Chiesa?, collana «Giornale di teologia» 399, Queriniana, Brescia 2017, pp. 312, € 24,00.