Lettera aperta al nuovo arcivescovo di Milano
Eccellenza reverendissima mons. Mario Delpini,
nel giorno in cui il santo padre ha comunicato la sua nomina ad arcivescovo di Milano, sulla cattedra dei ss. Ambrogio e Carlo, desideriamo farle pervenire il nostro benvenuto e il nostro caloroso augurio. Nel disporci in filiale attesa del suo ministero episcopale e con l’auspicio di poterla presto incontrare e parlarle, ci permettiamo di aprirle il nostro cuore con alcuni pensieri.
Esporsi pubblicamente è sempre un rischio, lo sappiamo. Ma essere cristiani è anche osare. Per cui abbiamo deciso di correre tale rischio e di affidarci alla sua comprensione, in quanto ci muove un unico intento: ribadire l’amore che da anni ispira il servizio cui, con varie responsabilità, ciascuno di noi dedica se stesso nella cara Chiesa ambrosiana e assicurarle sin d’ora piena disponibilità alle indicazioni e alle sollecitazioni che ci darà.
Contiamo che la sua presenza di Pastore ci aiuti a vivere e a sognare una Chiesa sul modello del concilio Vaticano II: appassionata alla causa del Signore Gesù, autenticamente missionaria, quasi ostinata nell’interpretare la vocazione al confronto franco e leale, alle ragioni del dialogo con tutti nella comunità cristiana e con ogni uomo e ogni donna di buona volontà, con i credenti delle altre confessioni cristiane, con i fratelli maggiori ebrei, con i fedeli dell’islam che vogliono la pace, con coloro che si richiamano ad altre tradizioni religiose.
Ci disponiamo a mettere il nostro amore per la città, per tutti quelli che la abitano e per coloro che le chiedono accoglienza, a disposizione di una Chiesa ambrosiana il cui governo sia connotato da stile e misura ispirati al vangelo, una Chiesa pacata e benevolente, dialogica e sinodale, preoccupata di convincere e persuadere più che di imporre, guidata da un Pastore che cammina davanti ai suoi fedeli e incontra gli interlocutori con la sapienza, la lungimiranza, la generosità, la misericordia di un padre.
Nutriamo la fiducia, Padre, di poterla apprezzare come maestro e testimone di una dedizione tenace al Signore Gesù, di un’inquieta ricerca per parlare al cuore degli uomini e delle donne nostri contemporanei, privilegiando soprattutto i poveri e gli emarginati, così da richiamare l’icona di sant’Ambrogio, che – come ha affermato Carlo Maria Martini – poté «sentirsi nella città come un pezzo di lievito chiamato a fermentare una massa o come un piccolo seme da cui avrebbe dovuto germogliare un albero capace di costituire un punto di riferimento e di appoggio per tanti bisogni civili e morali».
Riaffermiamo infine la nostra riconoscenza a papa Francesco, della cui recente visita a Milano conserviamo memoria viva e illuminante. In questa terra ambrosiana che è stata definita di santi e di profeti vogliamo leggere la sua nomina ad arcivescovo nella tradizione dei suoi predecessori, in particolare gli arcivescovi beato Andrea Carlo Ferrari, beato Ildefonso Schuster, beato Giovanni Battista Montini/papa Paolo VI, Carlo Maria Martini, e dei laici adulti nella fede quali il venerabile Giuseppe Lazzati e il venerabile martire Teresio Olivelli.
Le assicuriamo la nostra vicinanza e la nostra preghiera; le anticipiamo il nostro impegno e la nostra dedizione alla Chiesa ambrosiana; le confermiamo la nostra lealtà e la nostra collaborazione in libero e fiducioso spirito di servizio.
Con cordialità viva e partecipe
Marco Vergottini
Marco Garzonio
Daniela Mazzuconi
Luciano Caimi
Fulvio De Giorgi
Don Giuseppe Grampa
Don Giovanni Barbareschi
Forse i sette milanesi firmatari (tutti ben noti nell’establishment ecclesiale milanese) si sentono perfetti e per questo hanno fermato a questo numero le adesioni al documento. Una maggiore diffusione della lettera ed un numero più significativo di firme avrebbero dato più forza ad una richiesta ineccepibile dopo la totale stasi dell’episcopato di Scola e la parziale delusione della nomina di Delpini.
Caro Alberto, la lettera firmata dai sette può essere sottoscritta anche qui, aggiungendo però anche il cognome. Io lo faccio con riconoscenza. don Erminio Burbello.