Emmanuel Macron è stato eletto rompendo gli abituali schieramenti destra-sinistra della politica francese. E ora egli propone un metodo identico per dare un nuovo respiro alla costruzione dell’Europa.
Il discorso di martedì 26 settembre alla Sorbona infrange alcuni tabù e alcuni problemi lasciati sempre in penombra e lancia nuove prospettive.
Un accostamento realistico all’Europa lo porta a promuovere un sistema a più livelli d’integrazione. Macron fa propria la proposta di «un’Europa a più velocità».
Ecco alcuni punti del discorso.
– Coloro che vogliono l’integrazione economica e l’unità monetaria devono cooperare più strettamente e dotarsi di un referente economico comune dotato di una vera autorità.
– La situazione internazionale e la fragilità della NATO devono portare i paesi che lo vogliono ad avviare una cooperazione militare e un sistema di difesa europea.
– L’uscita del Regno Unito non è una certezza: occorre restare aperti ad ogni cambiamento della posizione del governo della Gran Bretagna.
– Va rafforzata la cooperazione sull’ambiente e sulla lotta al terrorismo e vanno intensificate le verifiche sulle transazioni finanziarie: in ciascuno di questi campi non è meno Europa che viene proposta ma piuttosto una maggiore integrazione nell’Unione.
– La riduzione a 15 membri dei commissari indica la volontà di un governo rafforzato dell’Unione che superi la presenza dei particolarismi.
Questa Europa a più velocità significa una Unione più stretta dei paesi che fanno da traino ma anche un incitamento agli altri a seguirli… Perché, alla fine, bisognerà che tutti i paesi accettino questa integrazione rafforzata.
La possibilità che non si realizzi la Brexit suona come un avvertimento: il treno è in corsa, le carrozze sono identificate e fortemente connesse tra di loro e sarà necessario seguire il treno, perché scendere è impossibile!
Vi sono quelli che dicono e non fanno! E vi sono quelli che annunciano che non andranno nella vigna comune e coloro che ci vanno. La tradizione cristiana conosce questo slancio evangelico.
Infine, Emmanuel Macron sviluppa un’idea “spirituale” che gli è propria: un Erasmus dei liceali. C’è in lui una spiritualità religiosa che lo porta ad aver fiducia nella gioventù e anche un coraggio che denota un post- cristianesimo aperto ai migliori slanci delle tradizioni mistiche. Non si tratta di un cristianesimo professato o di un’autentica dimensione religiosa, ma il presidente Macron vive l’impegno politico come un impegno mistico che sta alla base delle sue decisioni coraggiose.
Hugues Derycke è prete della Missione di Francia.