Papa Francesco l’ha ricordato ancora una volta all’omelia di domenica delle Palme: proprio come nel caso di Gesù “che ha provato sulla sua pelle l’indifferenza”, ancora oggi “in tanti non vogliono assumersi la responsabilità del destino di tanti profughi, di tanti rifugiati”.
Per indignarci contro l’indifferenza dei governanti basta poco, lo si può fare anche seduti comodi sulla poltrona di casa. Anche sentirsi solidali con chi emigra è piuttosto semplice. Già più complesso è provare sulla propria pelle gli effetti di un viaggio di giorni o settimane, a bordo di un gommone, per tentare la fuga da guerra e povertà.
Ci prova la Caritas Ambrosiana ad attirare l’attenzione di tanti sonnolenti spettatori al fenomeno delle migrazioni. Lo fa attraverso il progetto “Sconfinati”, presentato a “Fa la Cosa Giusta!”, la fiera del consumo critico a Milano dal 18 al 20 marzo.
«Abbiamo scelto di chiamarci Sconfinati perché il tema delle migrazioni non riguarda solo chi lascia la propria terra. Ha a che fare, invece, con gli equilibri e il dialogo tra persone e paesi, chiama in causa la visione del mondo di ciascuno di noi, ciò che desideriamo, ciò che faremo per le generazioni future» spiegano dalla Caritas milanese, che all’interno della fiera hanno creato un percorso diviso in tre tappe.
La prima tappa è di dare al visitatore un passaporto di un migrante e una storia di quella persona raccolta dai volontari che ogni giorno lavorano coi rifugiati. In un primo momento è richiesto di gestire la trattativa coi trafficanti di esseri umani. In un tendone al buio viene poi il momento del viaggio in barca: quattro minuti in cui attraverso luci e rumori si ricrea artificialmente, e in minima parte, il viaggio della speranza. E infine, lo sbarco: gli hotspot con i controlli per capire il proprio destino: accoglienza, espulsione o clandestinità.
Il percorso “Sconfinati” della durata di 15 muniti è basato sulle storie autentiche raccolte dai volontari e dagli operatori del Consorzio Farsi Prossimo promosso da Caritas che nelle parrocchie e nei centri della diocesi di Milano ogni giorno danno ospitalità ai profughi giunti in Lombardia dopo essere sbarcati sulle coste meridionali del nostro Paese.
Terminata l’attività alla fiera del consumo critico, il progetto prosegue per “tenere gli occhi ben aperti e non far finta di niente davanti al numero impressionate di persone che hanno sconfinato”. Per questo Caritas Ambrosiana ha attivato un sito attraverso il quale vengono raccolte le storie di profughi arrivati in Italia, si racconta il fenomeno attraverso reportage e la pubblicazione di dati aggiornati, e si presentano progetti e iniziative alle quali dare un proprio contributo “per non essere indifferenti”.