È in questi termini che John Allen, in suo post pubblicato su Cruxnow, ha caratterizzato il potere morbido messo in esercizio dal Vaticano con l’organizzazione del convegno globale «Child Dignity in the Digital World», svoltosi alla Gregoriana dal 3 al 6 ottobre (cf. Settimananews). Si tratta della capacità di far convergere intorno a una questione urgente, che chiede interventi e coordinazione a livello globale, le massime competenze umane e tecniche che sono attualmente in circolazione.
Uno stile di esercizio del potere
Percezione di una precisa scelta del modo in cui la Chiesa oggi vuole esercitare il potere che è stata colta ed elogiata anche dai partecipanti al convegno: «Questo evento riflette “uno straordinario potere di radunare”» di cui è capace Francesco – osservava E.L. Letourneau della John Hopkins University in una chiacchierata con Allen a margine del convegno.
La forma di esercizio del potere dice qualcosa di decisivo sull’istituzione che lo dispiega: «In primo luogo, il modo in cui un’istituzione sceglie di mettere in atto il proprio potere, sia esso hard o soft, rappresenta un’affermazione importante rispetto a quelle che sono le priorità di tale istituzione». Nel caso della Chiesa cattolica, nel tempo di Francesco, con questo convegno essa «sta tentando di dire che la protezione dei bambini è qualcosa di importante; e che tra tutte le cause degne di attenzione nel mondo attuale, questa è una a cui la Gregoriana e il Vaticano attribuiscono un valore decisivo e vogliono dedicare sforzi reali».
Convocare per lavorare insieme
In questo periodo di transizione, in cui il dominio del finanziario sembra imporre un’ineluttabilità della logica dell’hard power e le politiche degli stati nazionali ne seguono sempre di più i dettami, non abbiamo molte istituzioni a disposizione che siano in grado di esercitare, in forma globalmente riconosciuta, questo potere morbido di radunare.
Ed è esattamente a questo livello di stile di esercizio che Francesco, in ambiti differenti, desidera posizionare la Chiesa cattolica in quello che definisce essere un vero e proprio passaggio di epoca. Su questa riarticolazione della presenza della Chiesa all’interno della trama degli incerti scenari delle questioni decisive del nostro tempo si innesta anche la sua visione di riforma della Chiesa stessa. Che non si produce come mera questione interna, ma come consapevolezza della fede, radicata nelle vicende del mondo, davanti alle esigenze e urgenze del nostro tempo.
Il potere di radunare: oltre la messa in scena di sé
«Talvolta il potere di radunare – scrive Allen – non è solo questione di mettere insieme un gruppo di VIP per farne bella mostra, come mostra la capacità del papa di convocare insieme le persone. Si tratta anche di dare uno scossone al profilo ordinario delle discussioni; cosa che può aprire orizzonti nuovi e inaspettati per fare qualcosa di buono e positivo oltre il semplice lamentarsi per quello che non va». In questo «il contributo della Chiesa cattolica non è parte del problema, ma una chiave di volta per trovarne la soluzione».
Con Francesco la Chiesa lascia definitivamente dietro di sé un esercizio del potere di radunare come messa in scena di sé, per scendere nel campo intricato di trovare modi adeguati per contribuire alla configurazione del mondo secondo quella giustizia e dignità che Dio desidera per ogni essere umano.