Il 17 ottobre scorso la Pontificia Università Gregoriana ha organizzato e ospitato un convegno interreligioso intitolato Illuminazione e via tantrica. Cristiani e induisti in dialogo. L’evento, che era promosso anche dall’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo ed il Dialogo interreligioso della CEI, è stato aperto da un saluto portato dal cardinale Jean-Luis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso.
La giornata aveva un duplice significato: il primo, anche sul solco dell’invito al dialogo interreligioso di papa Francesco, migliorare le relazioni con l’induismo. In vista di ciò aveva il sostegno dell’Ambasciata indiana, dell’Unione induista italiana, dell’Università Brahama Kumaris, dell’International Institute of South Asian Studies e di Religions for Peace.
Il secondo, invece, era di valore prettamente culturale e scientifico, come dimostra l’intervento in sala di indologi di fama internazionale e di teologi che da anni si occupano di dialogo e teologia delle religioni nelle università cattoliche romane. Va segnalato in questo senso l’appoggio scientifico all’iniziativa offerto dall’Università di Roma La Sapienza, dal movimento dei Focolari, dai camaldolesi romani e dal Chavara Institute of Indian and Interreligious Studies.
Segno profetico
Il convegno si può considerare un segno profetico, in quanto si tratta del primo nel suo genere, quantomeno in Italia. Da questo punto di vista, del resto, è opportuno ricordare che se il dialogo tra cristianesimo e induismo è ancora poco sviluppato, ancora meno lo è – persino in India – quello con l’induismo tantrico.
Ciò che tante voci critiche sollevatesi dopo l’evento non si sono chieste è perché dei teologi cristiani si siano interessati proprio al tantrismo, che è un elemento antico ed essenziale della vita religiosa dell’India e del suo pensiero filosofico. La risposta che il convegno ha inteso dare è che un dialogo cristiano-indù – e conseguentemente anche l’impegno missionario e le successive strategie di inculturazione – sembra possibile solo con questa specifica corrente spirituale e religiosa la quale, rispetto ad altre scuole indù forse più note in Occidente, solleva ostacoli filosofici inferiori. Come ricordava p. Virgilio Agostinelli, segretario del convegno, «l’importanza dell’aspetto materiale e del corpo all’interno dell’esperienza spirituale in questa tradizione ritrova una certa corrispondenza nella visione cristiana del corpo quale tempio dello Spirito Santo». Inoltre, ed è lo snodo che appare decisivo come prefigurazione di un terreno comune, mentre in alcune correnti della filosofia greca ed induista si trova una certa visione svalutativa della corporeità, «sia il cristianesimo sia lo shivaismo kashmiro ne recuperano il valore centrale per lo sviluppo dell’individuo». Altro aspetto interessante che sembra accomunare le due tradizioni è stato il primato concesso alla coscienza con la relativizzazione di un impianto normativo ritenuto eccessivo (del giudaismo e del brahmanesimo).
Essenzialmente è stata questa consapevolezza che ha guidato quasi tutti gli interventi del convegno, il quale ha conservato un impianto dialogico di fondo, come dimostra la scaletta delle relazioni, che prevedeva l’alternarsi di relazioni più marcatamente indù ad altre più di ambito cristiano.
I relatori
Si sono così succeduti gli interventi del sacerdote cattolico e professore australiano John Robert Dupuche – impegnato da anni nell’approfondimento di questa pista di confronto –, che ha evidenziato le affinità tra il concetto cristiano di spirito e quello tantrico di shakti. Dopo di lui, Maria Cristina Kaveri, della associazione Tathata Vrindham International (Italia), ha esposto in modo efficace un panorama sintetico di alcune dottrine fondamentali del tantrismo.
Nella seconda sessione, l’indologa austriaca – naturalizzata indiana – Bettina Bäumer, sul solco di due maestri da lei conosciuti personalmente, Raimon Panikkar ed Henri Le Saux, ha parlato della deificazione facendo un parallelo tra gli agama shivaiti e gli scritti di alcun Padri della Chiesa greci. Dopo di lei è intervenuto il professor Sathyanarayana, dell’Ecole Française d’Extrême-Orient di Pondicherry, esperto del tantrismo dell’India del Sud.
Nel pomeriggio, la mia relazione ha voluto mostrare come il tantrismo sia stato individuato come sponda di dialogo con l’induismo già dai missionari cristiani del primo Novecento, in particolare dai fondatori dell’ashram cristiano di Shantivanam Henri Le Saux, Jules Monchanin e Bede Griffiths, che si rifacevano alle intuizioni teologiche di Pierre Teilhard de Chardin. Thomas Matus, monaco camaldolese che ha vissuto nell’ashram summenzionato e ha insegnato all’università di Santa Clara (USA) e al Pontificio ateneo Sant’Anselmo, ha preso in esame – sul solco di un precedente studio comparativo su yoga ed esicasmo – l’antropologia della corporeità nella tradizione tantrica e in quella cristiana. Infine, nella sessione conclusiva, sono intervenuti Raffaele Torella, indologo dell’Università di Roma La Sapienza, forse il massimo conoscitore al mondo dei testi tantrici, e Colette Poggi, dell’Università cattolica di Lione, che ha messo a confronto il pensiero di due grandi figure: il filosofo e maestro tantrico Abhinavagupta e il domenicano renano Eckhart.
L’appello del papa
Il valore scientifico dei relatori e dei contenuti degli interventi smentisce le voci polemiche secondo le quali il convegno sarebbe stato «incredibile», o «a dir poco lontano dal cattolicesimo». L’evento è risultato invece di alto spessore teologico e culturale. Il confronto tra religioni, e più in generale la teologia delle religioni, è un tema di cui non si può ignorare la complessità, ma gli sforzi seri di dialogo religioso-culturale meritano di essere portati avanti. Ripetere oggi il dettato di alcuni documenti della Chiesa decontestualizzandoli non è fecondo. Il convegno ha voluto dare risposta all’appello di papa Francesco al dialogo interreligioso, aprendo un varco alla missione teologica in terra indiana e segnando un salto di qualità nell’incontro e nello scambio culturale tra due delle civiltà più antiche del mondo.
I testi delle relazioni – a breve disponibili in video sul canale Youtube della Gregoriana – verranno pubblicati in un volume di Atti ospitato nella collana «Documenta missionalia» della stessa università pontificia.
Paolo Trianni è docente di Teologia spirituale presso la Pontificia Università Urbaniana e il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Nelle sue ricerche si è occupato delle figure di Jules Monchanin e Henri Le Saux. È stato tra i relatori del convegno Illuminazione e via tantrica, dove ha tenuto una relazione intitolata: «Il tantrismo come sponda di dialogo per il cristianesimo».