L’apertura del nuovo anno accademico – il Dies academicus – dell’Istituto superiore di scienze religiose “Giovanni Paolo I” di Belluno-Treviso-Vittorio Veneto, dello Studio teologico interdiocesano di Treviso-Vittorio Veneto e della Scuola di formazione teologica della diocesi di Treviso, si è tenuta martedì 21 novembre nel seminario di Treviso.
Don Stefano Didoné, direttore dell’ITA di Treviso-Vittorio Veneto, ha introdotto l’evento accademico.
Nei saluti iniziali il vescovo Pizziolo, moderatore dell’ISSR, ha rivolto parole di incoraggiamento sui primi passi del “Giovanni Paolo I”, nato dalla convergenza degli Istituti di Treviso-Vittorio Veneto e di Belluno. Sorto anche in ottemperanza alle indicazioni della Congregazione vaticana per l’educazione cattolica volte a qualificare sempre più la proposta dell’insegnamento della teologia in Italia, il nuovo istituto è il frutto di un percorso lungo e impegnativo, che ha visto il fattivo coordinamento delle tre diocesi.
«La nascita di questa nuova realtà – ha detto il vescovo Pizziolo – ha mostrato che la FAD (formazione a distanza) è una via percorribile e che lo sforzo per valorizzare iniziative culturali sparse sul territorio è promettente»: un esempio è il recente convegno tenutosi a Belluno su Albino Luciani e l’ecumenismo.
Il segretario generale della Facoltà teologica del Triveneto, don Gaudenzio Zambon, ha portato il saluto del preside don Roberto Tommasi ed ha ribadito che la sua partecipazione al Dies è un segno di approvazione della nuova realtà, mentre ha ringraziato della collaborazione paziente, attuata in questi anni, tra sede centrale e il nuovo ISSR del Veneto Orientale. Ha augurato infine che, anche grazie alla figura di Albino Luciani, il nuovo istituto sappia coniugare le varie componenti territoriali per dare forma ad una unità teologica: si tratta di mettere insieme competenze e risorse, non nella nostalgia del passato, ma per trovare una modalità significativa ed autorevole di essere presenti nel territorio. «Unirsi – ha sottolineato Zambon – non vuol dire annullare le differenze ma metterle in evidenza».
A Giovanni Cesare Pagazzi, docente di teologia sistematica alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, è stato affidato il compito di sviluppare il tema “Gli affetti di Gesù”. Gli effetti salvifici di Cristo infatti non sono disgiungibili dagli affetti che egli ha vissuto in mezzo a noi.
Nelle sue numerose pubblicazioni, Pagazzi rivolge particolare attenzione al modo di essere di Gesù, colto nella sua umanità: una cristologia della figliolanza divina di Cristo, letta in chiave fenomenologica.
L’espressione difficile “fenomenologia di Gesù” – ha esordito Pagazzi – vuol dire una cosa semplice, cioè «la riscoperta di una forma di pensiero che ha capovolto la gerarchia della manifestazione della verità», che non si offre al di là delle cose, ma nel loro mostrarsi e nel loro apparire.
Alla lucida relazione teologica, ha fatto seguito la consegna dei diplomi degli studenti dello Studio teologico interdiocesano, dell’ISSR e della Scuola di teologia di Treviso e, successivamente, i numerosi presenti hanno potuto apprezzare la serata musicale dal tema Affectus fidei e musica, con Ethos Ensemble, diretto dal prof. Michele Pozzobon, nella chiesa dell’Immacolata.