In occasione del Natale, proponiamo alcuni paragrafi estratti dall’Omelia sul Natale, di Giovanni Crisostomo. Introduzione, traduzione e note di Lucio Coco, Collana«Lampi d’autore», EDB, Bologna 2017, pp. 56, € 6,50. 9788810567708
7.
Dal momento che tutti esultano, voglio farlo anch’io, voglio danzare, voglio celebrare una festa. È vero, voglio danzare ma non suonare la cetra, non agitare il tirso, senza flauti, senza accendere fiaccole e invece di musiche d’organo recare le fasce di Cristo. Sono esse la mia speranza, sono esse la mia vita, la mia salvezza, il mio flauto, la mia cetra. Perciò le vado portando perché, prendendo vigore nei discorsi mediante la loro virtù, dica con gli angeli: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e con i pastori: e sulla terra pace agli uomini, che egli ama.[1]
8.
Oggi, colui che in modo ineffabile è nato dal Padre inspiegabilmente, è generato da una vergine per me. Ma allora, secondo natura, prima dei secoli fu generato dal Padre, come seppe colui che lo generava; oggi di nuovo, in maniera contraria alla natura, è stato generato nei modi che sa la grazia dello Spirito Santo. La sua nascita nei cieli è vera e quella sulla terra non è falsa ed è vero Dio colui che è generato da Dio e vero uomo colui che è nato da una vergine. Nei cieli solo Unigenito, essendo generato dal Padre soltanto, sulla terra solo Unigenito, essendo nato dalla vergine soltanto. Come infatti è empio pensare a una madre nella generazione celeste, così è blasfemo supporre che ci sia un padre nella generazione terrena. Il Padre generò senza un flusso [della sua sostanza] e la vergine partorì senza corruzione. Infatti Dio, generando, non ebbe un flusso e la vergine, partorendo, non subì corruzione; partoriva infatti in modo spirituale. Quindi né la sua nascita celeste ha una spiegazione né la sua uscita in tempi recenti si lascia investigare. Infatti oggi so che la vergine ha partorito e credo che Dio eternamente abbia generato. Ho appreso a venerare in silenzio il modo della generazione e ho imparato a non indagare con discorsi. Riguardo a Dio non bisogna prestare attenzione alla natura delle cose, ma occorre credere alla potenza di colui che opera. È infatti una legge di natura che una donna, unita in matrimonio, generi; quando invece una donna, che non ha esperienza di matrimonio, partorisce mostrandosi di nuovo vergine, è questo un fatto che va oltre la natura. Si indaghi quindi ciò che avviene secondo natura, quello che supera la natura sia venerato in silenzio, non perché si debba sfuggire ad esso ma perché è qualcosa di ineffabile e degno che lo si onori tacendo. Siate però, vi prego, indulgenti con chi vuole all’inizio porre fine al discorso. Dal momento che infatti ho timore di investigare questioni sublimi, non so come e in che direzione volgere il timone del discorso.
9.
Che dirò oppure di cosa parlerò? Vedo colei che ha partorito, osservo colui che è nato, non comprendo però il modo della generazione; la natura infatti è vinta e vinte sono la norma e l’ordine, quando Dio vuole. Il fatto non è avvenuto secondo natura e il miracolo va oltre la natura. La natura rimase inoperosa e operò la volontà di Dio.
10.
O grazia indicibile! L’Unigenito che è prima dei secoli, l’intangibile, il puro, l’incorporeo è venuto nel mio corpo corruttibile e visibile. Perché? Perché, visto, insegni e, insegnando, conduca per mano a ciò che non si vede. Poiché infatti gli uomini prestano maggior fede alla vista e non all’udito e pongono in dubbio ciò che non vedono, egli mediante il corpo ha sopportato di mostrare il suo aspetto agli occhi e questo per rimuovere l’incertezza. Egli nasce anche da una vergine che ignorava il fatto: ella non aveva né collaborato alla cosa né aveva contribuito ad essa, ma era stata un nudo strumento della sua arcana potenza, avendo saputo soltanto ciò che aveva appreso da Gabriele dopo averlo interrogato: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».[2] E l’angelo rispose: «Vuoi sapere questo? Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra».[3] E come [il Signore] era con lei e poco dopo da lei? Come il vasaio, avendo trovato un materiale assai utile, produce un vaso bellissimo, così anche Cristo, avendo trovato il santo corpo e l’anima di una vergine, preparò per sé un tempio dotato di anima per cui, nel modo che volle, formò in lei un uomo e, rivestito di questo, oggi è venuto fuori, senza provare vergogna della difformità della natura.