Sarebbero 215 milioni i cristiani perseguitati nel mondo e oltre 3.000 quelli uccisi per la fede, secondo il rapporto annuale World Watch List 2018 dell’associazione Open Doors, pubblicato mercoledì 10 gennaio e riferito al periodo che va dal 1° novembre 2016 al 31 ottobre 2017.
Open Doors, è un’associazione internazionale non confessionale, con sede centrale a Ermelo, in Olanda. Opera in 60 paesi dove i cristiani sono oppressi, e si impegna nella distribuzione di Bibbie, pubblicazioni, registrazioni audio ecc., e nel far conoscere la realtà della persecuzione globale, mobilitando la preghiera, il sostegno e l’azione dei cristiani di tutto il mondo.
Le cifre
Nella graduatoria dei 50 Paesi presi in considerazione, dove i cristiani sono maggiormente oggetto di intolleranza, figura al primo posto la Corea del Nord, posizione che occupa fin dal 2002, seguita dall’Afghanistan, passato dal terzo al secondo posto. Seguono la Somalia, il Sudan e il Pakistan. Peggiorata è l’Eritrea regredendo dal decimo al sesto posto. Anche la Libia ha aggravato la sua posizione passando dall’undicesimo al settimo posto. Vengono poi l’Iraq, lo Yemen e l’Iran. In Siria invece la situazione dei cristiani sarebbe migliorata, passando dal 6 al 15 posto, dopo la liberazione dall’Isis.
Le cause
Per quanto riguarda le cause della persecuzione, che colpisce anche altre minoranze religiose, la principale – secondo Open Doors – è la crescente radicalizzazione dell’islam. Gli islamisti infatti avanzano non solo nel Medio Oriente e in Africa, ma anche in alcuni paesi dell’Asia, quali l’Indonesia, il Bangladesh e le Filippine. Ma molte ragioni sono dovute anche alla lotta fraterna che esiste nell’islam tra i sunniti e gli sciiti, con la copertura rispettivamente dell’Arabia Saudita e dell’Iran.
Una seconda causa è la crescente pressione da parte di movimenti nazionalisti negli stati induisti e buddisti dell’Asia. La stessa realtà si costata in quelli segnati dal comunismo come la Cina, il Vietnam e il Laos. Nel Nepal, invece, la situazione è leggermente migliorata, regredendo in graduatoria del 15° all’11° posto.
Tra i paesi europei figura la Turchia, al 31° posto, mentre per America latina, gli unici paesi rappresentati sono la Colombia e il Messico.
Secondo Open Doors, nei 50 paesi presi in considerazione vivono più di 600 milioni di cristiani. Nella Corea del Nord, dove la situazione è la peggiore di tutte, ci sono 70 mila cristiani detenuti nei lager penali, mentre circa 300 mila vivono la loro fede nella clandestinità.
I dati sono credibili
La graduatoria e le cifre di Open Doors sono criticate da alcuni esperti perché, a loro parere, è difficile avere un’esatta definizione di persecuzione, nel senso che questa si estende da una forma diretta di violenza fino alle leggi discriminatorie e all’emarginazione sociale. Ma Open Doors difende i propri dati, affermando che la sua valutazione si basa su quella adottata anche dalle Nazioni Unite.
Di fronte alla situazione attuale, Markus Rode, responsabile della Open Doors tedesca, rivolge un appello alla Germania e “ai paesi cristiani dell’Occidente” chiedendo di proteggere i cristiani perseguitati non rinviandoli nei loro paesi di provenienza, dove, nel caso di apostasia dall’islam, esiste la pena di morte.
La medesima richiesta, ma inascoltata, è rivolta a quegli stati che hanno stretti rapporti con la Cina, paese che rimanda indietro i profughi nordcoreani consegnandoli nelle mani dei loro carnefici.
La lista pubblicata da Open Doors conferma i dati del rapporto ecumenico sulla libertà religiosa sul piano mondiale e quelli della Conferenza episcopale tedesca e del Consiglio della Chiesa evangelica germanica del dicembre 2017.