A distanza di quasi due anni dal Concilio di Creta delle Chiese ortodosse, il prossimo mese di maggio, dal 21 al 25, si terrà in Grecia, a Salonicco, presso la facoltà teologica dell’Università Aristotele, l’8ª Conferenza internazionale sulla teologia ortodossa. Avrà come tema: Il Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa: la teologia ortodossa nel 21° secolo.
Lo scopo di questo incontro è di studiare il significato e le ripercussioni della sinodalità nella Chiesa e nella società in un mondo pluralistico. In particolare saranno presi in esame i seguenti argomenti: “Presente e opportunità future della sinodalità”; “Situazione della Chiesa ortodossa nella diaspora”; “Missione della Chiesa nel mondo d’oggi”; “Problemi liturgici e pastorali”; “Rapporti con le altre Chiese e comunità religiose” e “Futuro della teologia ortodossa”.
La Conferenza sarà presieduta dal patriarcato ecumenico, continuando così una tradizione iniziata nel 1930.
La 1ª Conferenza internazionale sulla teologia ortodossa aveva avuto luogo nel 1936 presso l’università di Atene.
Nell’annunciare la prossima 8ª Conferenza, il patriarca ecumenico Bartolomeo ha sottolineato che, mentre le precedenti si erano tenute nel segno della speranza di poter celebrare un Concilio panortodosso, questa invece esaminerà le ripercussioni del Concilio di Creta del giugno 2016.
Bartolomeo, dandone l’annuncio lo scorso anno, durante una visita ad Atene, aveva affermato che lo scopo che ci si prefigge è di diffondere le decisioni di Creta in modo che abbiano a diventare «patrimonio comune di tutti i credenti ortodossi».
Il Concilio di Creta, secondo il computo della Chiesa ortodossa, è ritenuto il primo Concilio ecumenico dopo il 787 (Nicea II) e la rottura tra la Chiesa d’Oriente e quella di Occidente. A Creta era stato prodotto l’importante documento: “Missione della Chiesa ortodossa nel mondo moderno”, più in concreto, “Il contributo della chiesa ortodossa alla promozione della pace, giustizia, libertà, fraternità, l’amore tra i popoli e lo smantellamento della discriminazione razziale o di ogni altro genere”. Il testo è redatto in cinque brevi paragrafi così intitolati: “La dignità della persona umana”, “Libertà e responsabilità”, “Pace e giustizia”, “Pace e rifiuto della guerra”, “Atteggiamento della Chiesa di fronte alla discriminazione”.
Erano poi stati discussi i seguenti temi: il problema della diaspora e la competenza del patriarca di Costantinopoli nei loro riguardi; i procedimenti per il conseguimento dell’autonomia di una Chiesa regionale all’interno della Chiesa madre, ossia il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Non figurava invece all’ordine del giorno il problema dell’autocefalia.
Inoltre, l’importanza del digiuno e la sua applicazione oggi; il rapporto tra l’ortodossia e il resto del mondo cristiano; il matrimonio e gli impedimenti matrimoniali; il decreto sul matrimonio e la famiglia. Questo decreto escludeva i matrimoni tra partner del medesimo sesso, affermando che non poteva essere accettata nessuna forma di omosessualità “selvaggia”, in quanto contraria all’ordine e al diritto divino. Condannava inoltre i matrimoni civili e altre forme analoghe di convivenza.
Alcuni di questi temi sviluppati a Creta saranno all’ordine del giorno nella Conferenza di Salonicco.