Quindici autori, dalla più varia specializzazione (storici, psicologi, biblisti, moralisti, psicoterapeuti, scrittori ecc.) mettono sotto la lente i dieci comandamenti (le dieci “parole” secondo la tradizione ebraica) per riscoprire la loro possibile modernità e il loro invariato valore anche nella nostra epoca, che li conosce molto poco e che non sente più dire alcunché alla coscienza e al vissuto concreto delle persone.
Il valore massimo dato al dettato della propria coscienza è evidentemente un elemento da tener in massimo conto (come ben sottolinea anche il concilio Vaticano II), ma esso può andare incontro all’individualismo, alla falsità della voce interiore troppo condizionata dal pensiero comune omologante, dai messaggi più o meno subliminali della pubblicità…
La coscienza dev’essere illuminata anch’essa e confrontarsi con qualcosa di oggettivo, esterno, che la Bibbia presenta come tale, proveniente da Dio ma che, alla fin fine, corrisponde all’esigenza del bene personale e comune in una vita individuale e sociale ordinata e protettiva dei più deboli.
Il commento ai vari comandamenti lascia lo spazio alla fine ad un’analisi del loro nascere all’interno della vita del popolo di Israele e alla loro presenza nel Nuovo Testamento. Singolare “moralista”, Gesù non ha paura di proporre realtà impegnative ai suoi discepoli, assicurando loro però il dono della forza necessaria per metterli pratica.
I comandamenti si possono capire solo all’interno di una logica di alleanza che Dio instaura col suo popolo, come elementi che permettono di rimanere in essa e corrispondere all’opera di un Dio che mette in gioco se stesso per la liberazione e la vita piena dei suoi figli, i suoi “alleati” speciali.
Aa.Vv., I dieci comandamenti. Seconda edizione (Meditazioni 236), Queriniana, Brescia 22018 (11970 su or. ted. Stuttgart 21962), pp. 184, € 15,00.