È ormai imminente il viaggio di papa Francesco a Ginevra, fissato per il 21 giugno prossimo, per partecipare ai festeggiamenti del 70° anniversario del WCC – Consiglio mondiale delle Chiese (CEC).
In una conferenza stampa, il 15 maggio scorso, a cui hanno preso parte per la Chiesa cattolica mons. Andrzej Choromanski, del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani (in sostituzione del presidente Kurt Koch, ammalato) e il vescovo cattolico di Losanna-Ginevra-Friburgo, Charles Morerod, il segretario generale del WCC, Olav Fykse Tveit, ha definito la venuta del papa «una pietra miliare storica» per i cristiani, «per la cooperazione delle Chiese nella ricerca dell’unità» e «per un mondo di pace e di giustizia».
La visita costituirà anche un punto culminante della sessione del Comitato centrale del WCC, che si svolgerà dal 15 al 21 giugno. Costituirà – ha affermato Fykse Tveit – «una opportunità unica per lo scambio reciproco dei doni». E ha aggiunto: «Siamo infinitamente grati a papa Francesco che ha accolto l’invito a visitare la sede centrale del Consiglio mondiale delle Chiese a Ginevra». Con questo incontro si potrà condividere una visione basata sulla fede cristiana, che «mette in condizione le Chiese di compiere insieme molte cose a servizio del mondo». Ciò corrisponde a uno dei fondamenti del movimento ecumenico: fare insieme quanto è già ora possibile fare – ha sottolineato Fykse Tveit. Per questo è stato facile trovare un motto comune per la visita del Papa: «Camminare insieme, pregare insieme, lavorare insieme».
Ai festeggiamenti sarà presente anche il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli.
Un comune servizio al mondo
La visita del papa giunge in un momento in cui forze molto potenti cercano di dividere e polarizzare la famiglia umana, ha aggiunto Fykse Tveit. Alcune di queste azioni provocatorie hanno alla base conflitti di interessi, altre vengono persino alimentate dalla pretesa di una giustificazione religiosa. Perciò è tanto più importante porre dei segni di speranza, che riconoscano in ogni essere umano l’immagine di Dio, e offrire a tutti la certezza di essere coinvolti nei processi che promuovono la giustizia e la pace. La visita di papa Francesco mostra quanto i cristiani abbiano in comune e quanto possano fare insieme al fine di lavorare per un mondo migliore. Le differenze che finora rimangono, in vista di una buona cooperazione delle Chiese, non dovrebbero costituire ostacolo al comune servizio per il mondo.
Da parte sua, mons. Andrzej Choromanski ha sottolineato, durante la conferenza stampa, che «l’ecumenismo della sofferenza, della testimonianza del sangue per il Vangelo è un segno dei tempi» che unisce tutti i cristiani al di là di ogni differenza. Papa Francesco con il viaggio a Ginevra intende appositamente partecipare ai festeggiamenti del 70° anniversario del Consiglio mondiale delle Chiese per esprimere davanti al Comitato centrale la riconoscenza per il particolare contributo che il CEC offre al movimento ecumenico sul piano mondiale. Il viaggio a Ginevra assume così anche i tratti di un «pellegrinaggio di gratitudine» per questo tributo al CEC e in vista della promozione dell’unità dei cristiani, dato il buon rapporto che esiste tra il CEC e la Chiesa cattolica a partire dal concilio Vaticano II.
Tra Roma e Ginevra
Per diverse ragioni – ha precisato il presule – l’appartenenza diretta della Chiesa cattolica al Consiglio mondiale delle Chiese non è possibile in un futuro prossimo; esiste tuttavia un’ampia collaborazione tra Roma e Ginevra. Tra l’altro, la Chiesa cattolica è membro a pieno titolo della commissione Faith and Order (Fede e Costituzione) e di World Mission and Evangelism (Missione mondiale ed evangelizzazione), ed esiste un gruppo misto di lavoro sui problemi della pace e della migrazione. Papa Francesco va perciò per camminare insieme, pregare gli uni per gli altrui e nel campo dell’«ecumenismo dell’azione», ovvero il fare tutto insieme ciò che si può fare insieme. Indubbiamente, anche il dialogo teologico è importante, ma le Chiese possono fare molto al servizio dell’umanità «anche se non sono visibilmente unite».
Per quanto riguarda l’ecumenismo del sangue ci si può domandare se i persecutori a volte comprendano meglio l’unità dei cristiani che non i credenti: «I persecutori non chiedono l’appartenenza confessionale, ma perché portiamo una croce o abbiamo in mano una Bibbia».
Infine, sempre durante la medesima conferenza stampa, il vescovo cattolico di Losanna-Ginevra-Friburgo, Charles Morerod, ha affermato che la visita del papa è un invito «a non chiudersi, ma a rimanere aperti agli altri». Ginevra è la città di Calvino, una città internazionale, una delle sedi delle Nazioni Unite, una città «abituata al dialogo, perché nel corso della nostra storia abbiamo riconosciuto la necessità di parlarci gli uni gli altri». Caratteristica di Ginevra è l’esperienza della convivenza, dell’incontro che nel corso dei tempi è diventato una fratellanza.
Il programma della visita
Papa Francesco atterrerà a Ginevra il 21 giugno, alle ore 10.10. All’aeroporto ci sarà l’incontro con il presidente federale svizzero Alain Berset. Alle 11.30 avrà luogo celebrazione ecumenica nel Centre Oecumenique del Consiglio mondiale delle Chiese, durante la quale il papa terrà un’omelia. Il pranzo è previsto presso l’Istituto ecumenico di Bossey. Nel pomeriggio si svolgerà l’incontro ecumenico durante il quale il papa pronuncerà un discorso programmatico, nuovamente nel Centre Oecumenique. Alle 17.30 il papa celebrerà l’eucaristia nel Centro delle esposizioni e delle conferenze Palexpo. Il saluto di congedo avverrà alle 19.45 all’aeroporto. Alle 20 il papa riprenderà il volo per Roma.
La visita farà parte della sessione del Comitato centrale del CEC (prevista dal 15 al 21 giugno). Il Comitato è composto di 150 membri e si riunisce ogni due anni. È responsabile delle attività del Consiglio mondiale delle Chiese tra le assemblee plenarie (l’ultima si è riunita nel 2013, a Busan, in Corea del Sud). L’assemblea si tiene nel segno del 70° anniversario del WCC, ma anche in vista delle sfide del prossimo anno intese a rispondere all’«invito all’unità», alla missione, alla giustizia e alla pace.
Un ruolo centrale avrà il concetto di «pellegrinaggio» e di «comunione viva» (Living fellowship), sviluppata negli ultimi anni, per imprimere all’attività del Consiglio mondiale delle Chiese nuovo slancio. Il 17 giugno avrà luogo nella cattedrale delle Chiesa riformata di Ginevra, St Pierre, un servizio liturgico ecumenico durante il quale il sermone sarà affidato al patriarca ecumenico Bartolomeo I.