La Chiesa ortodossa russa, a circa 30 anni dalla fine dell’era sovietica, ha conosciuto una vivace rinascita. Ha costruito circa 30 mila chiese, in media «tre ogni giorno», ha dichiarato il metropolita Hilarion, incaricato degli affari esteri del patriarcato di Mosca. E, con una certa soddisfazione, ha aggiunto: «In tutta la storia dell’umanità non conosco nessun esempio uguale al nostro. Prima c’erano solo 3 seminari e accademie di teologia; ora sono più di 50».
Questi dati sono stati confermati dal sondaggio pubblicato recentemente dal Centro di ricerche Levada, uno dei più importanti centri demoscopici della Russia. Secondo la ricerca, risulta anche che il 70% dei russi si riconoscono come ortodossi e considerano il cristianesimo ortodosso come fattore determinante e caratteristico dell’identità russa.
Non tutto però è così roseo come potrebbe sembrare. Sono infatti molti di meno coloro che praticano la fede. Secondo un’inchiesta un po’ datata, solo il 3% degli adulti partecipa settimanalmente alla liturgia. Inoltre, secondo i dati del Centro Levada relativi al 2016, il 40% afferma che la religione nella loro vita non esercita alcun ruolo. Tuttavia uno su tre la ritiene “importante” o “molto importante”.
Di chi hanno fiducia i russi? L’inchiesta Levada afferma che un terzo della gente dichiara di avere piena fiducia nella Chiesa, e un altro terzo di averne solo un po’. Sono le medesime cifre che si riferiscono al governo e al Parlamento, ma chiaramente inferiori alla fiducia attribuita all’esercito e ai servizi federali della sicurezza (FSB). Al primo posto assoluto nella graduatoria si colloca comunque il presidente Wladimir Putin: solo il 4%, infatti, dichiara di non avere fiducia in lui.
I cattolici
E per quanto riguarda la Chiesa cattolica? Sono circa 800 mila coloro che vi aderiscono (0,6%) su una popolazione di 144 milioni di abitanti. È una piccola Chiesa della diaspora.
Il presidente della Conferenza episcopale è mons. Clemens Pickel, originario della Sassonia (Germania), il quale ha a sua disposizione solo un piccolo ufficio. La sua diocesi è estesa quanto i territori della Germania, Francia, Spagna e Portogallo messi insieme. È ramificata in tutto il territorio meridionale della Russia europea. Ma i cattolici sono soltanto 45 mila su 45 milioni di abitanti.
Le parrocchie distano tra loro più di 500 chilometri. Ma ciò che manca è soprattutto un clero locale. Il 90% dei circa 350 ecclesiastici presenti infatti è straniero. E nessuno dei quattro vescovi è nato in Russia, anche se tre di loro vivono qui dal 1993. «Abbiamo bisogno – ha detto mons. Pickel – dell’aiuto di sacerdoti e religiosi/e di paesi in cui la mancanza dei preti è minore rispetto a noi». Solo così – ha precisato – l’attività pastorale tra i cattolici che vivono così lontani tra loro potrà avere successo.