Spaccatura all’interno dell’episcopato brasiliano
Affermano i vescovi, nella dichiarazione del 14 aprile sul momento nazionale, di seguire con attenzione il processo di impeachment del presidente della Repubblica e di «attendere con speranza il corretto procedere delle autorità competenti, nel rispetto dell’ordinamento giuridico di uno Stato democratico di diritto». Di fatto i vescovi non prendono posizione sull’impeachment e questo ha fatto insorgere l’ala progressista dell’episcopato. Ci sono voluti quattro giorni per redigere una dichiarazione che lascia l’amaro in bocca. E già piovono le critiche da parte di coloro che avrebbero voluto che i vescovi condannassero un processo che è una frattura dell’ordine democratico, che non ha base giuridica ed è puramente politico.
A sostenere la legittimità del processo dell’impeachment sono quei vescovi – si dice un buon gruppo – che attingono le loro informazioni dai mass media dominanti, soprattutto si affidano all’informazione della Rede Globo, che da anni conduce una campagna aperta contro il governo di Dilma Rousseff e il partito dei lavoratori (PT). Il Partito progressista (PP), all’opposizione, ha 28 dei suoi 40 deputati indagati e i mass media non ne parlano. Nel Partito del movimento democratico brasiliano (PMDB), che ha abbandonato la coalizione di governo, avviene la stessa cosa ed è silenzio.
I vescovi hanno faticato a trovare un minimo di consenso, dopo parecchie stesure del testo. E infatti la votazione lo esprime chiaramente: 157 sì, 103 no.
Spaccatura nella Conferenza episcopale del Nicaragua
Le spaccature all’interno di alcuni episcopati latino-americani stanno facendo notizia. Si sa della Conferenza episcopale messicana, che al suo interno ha non pochi malumori; per non parlare di quella peruviana, dove i vescovi si attaccano reciprocamente. È salita alla cronaca la situazione dei vescovi del Nicaragua, una decina, che riuniti per quattro ore e mezza non sono riusciti a stendere una dichiarazione condivisa, tanto che il vescovo della diocesi di Granada, mons. Jorge Solorzano, ha letto un comunicato nel quale si segnala che i vescovi sono dispiaciuti di non essere riusciti a pubblicare congiuntamente la lettera sulla Quaresima. Il vescovo Solorzano si è sentito di recente in dovere di pubblicare una lettera pastorale a titolo personale. A dividere e contrapporre i vescovi è la visione pastorale sulla realtà del paese. Cerca di calmare gli animi il card. Leopoldo Brenes, annunciando l’elaborazione di una nuova lettera pastorale.
Si ha la sensazione che sia proprio la linea di papa Francesco che fatica non poco ad essere colta e condivisa. Non sono più rari i casi in cui viene apertamente osteggiata soprattutto per quanto riguarda l’economia e l’ecologia. La Laudato sì’ in certe zone non viene neppure menzionata.