La Storia della spiritualità francescana si propone di offrire finalmente « un manuale che ripercorra in modo sintetico, ma scientificamente documentato, il vasto panorama delle esperienze spirituali nate e immerse nella vita evangelica dei due santi di Assisi: Francesco e Chiara » (Introduzione, p. 9).
Al progetto hanno partecipato due centri di ricerca, l’Istituto Antonianum di Roma della Pontificia Università Antonianum e l’Istituto teologico Sant’Antonio Dottore di Padova; è «una storia partecipata» (p. 9) che ha coinvolto studiosi di varie obbedienze, ma anche laici, uomini e donne, attivi in diverse istituzioni universitarie.
Il primo dei due volumi previsti considera l’arco temporale che va dall’esperienza del santo assisiate sino al secolo della Riforma e dell’apertura europea dell’ordine al mondo intero (America e Africa). Le cinque sezioni in cui si articola il testo offrono altrettante chiavi di lettura, ciascuna preceduta da una sintetica e opportuna introduzione storica di Marco Bartoli.
La prima parte si concentra sul vissuto di Francesco d’Assisi (pp. 13-79): André Vauchez (pp. 23-36) ne sottolinea la novitas, sia dal punto di vista istituzionale rispetto ai movimenti religiosi a lui coevi, nell’assunzione della condizione dei minores, sia sul piano culturale, teologico, antropologico, cosmologico e sociale. Sulle fonti a cui attingere l’esperienza di Francesco si sofferma invece Cesare Vaiani (pp. 37-76), evidenziando i peculiari e complementari apporti degli Scritti e delle fonti agiografiche.
La seconda parte del volume (pp. 83-254) indaga l’interessante rapporto tra esperienze francescane e ambienti cittadini nel contesto della crescita urbana che si verifica in Europa tra XII e XIII secolo. Vengono quindi considerate personalità significative dell’esperienza francescana: Chiara d’Assisi, cui è dedicato il saggio di Marco Guida (pp. 91-116); Antonio di Padova/da Lisbona proposto da Luciano Bertazzo (pp. 117-140); Egidio di Assisi presentato da Stefano Brufani (pp. 141-149); Elisabetta d’Ungheria protagonista del saggio di Leonard Lehman (pp. 151-169).
Un’altra santa terziaria, Angela da Foligno, è presentata da Massimo Vedova (pp. 171-190), mentre di Margherita da Cortona si occupa, nel saggio successivo, Fortunato Iozzelli (pp. 191-204). Aleksander Horowski (pp. 205-271) propone la dotta personalità di Gilberto di Tournai e Wieslaw Block (pp. 219-230) si sofferma su Davide di Augusta.
Giovanna Casagrande e Eleonora Rava ci introducono nel mondo dei penitenti francescani (pp. 231-240), espressione di un movimento laicale particolarmente attivo nei secoli XI-XIII, di un «nuovo tipo di homo religiosus che può condurre una vita religiosa senza distaccarsi dal mondo» (p. 232). Alfonso Marini, infine, concentra la sua indagine sull’opera Sacrum commercium Sancti Francisci cum domina Paupertate (pp. 241-254).
La terza parte del volume (pp. 255-407) raccoglie contributi relativi alla costruzione e trasmissione dell’identità francescana nel passaggio da una fraternità di penitenti a «chierici religiosamente formati che ricevono il loro sostentamento dalle offerte spontanee dei fedeli» (p. 258). A Bonaventura da Bagnoregio è dedicato lo studio di André Ménard (pp. 269-276) che propone una metodologia di lettura della sua opera. Un’altra sfaccettatura dell’esperienza francescana ci è offerta da Carla Maria Bino (pp. 277-294) che si occupa del teatro francescano, una «drammatica della conformazione» alla kenosi di Gesù. L’arte e l’iconografia francescana in genere sono funzionali alla trasmissione della spiritualità, come illustra il saggio di Lorenzo Cappelletti (pp. 295-311).
Anche la liturgia è un luogo di formazione e trasmissione dell’esperienza spirituale francescana: ne trattano nel loro contributo Jacques Dalarun e Marco Bartoli (pp. 313-323), assegnando particolare rilievo alla Legenda minor redatta da Bonaventura, su richiesta del capitolo generale nel 1257, come nuova leggenda liturgica per l’ordine. L’intervento di Felice Accrocca (pp. 325-346) sposta l’attenzione su tre leader del movimento degli spirituali tra il ‘200 e il ‘300: Pietro di Giovanni Olivi (pp. 325-332), Ubertino da Casale (pp. 333-338), Angelo Clareno (pp. 338-343). Filippo Sedda considera un’altra fonte di trasmissione dell’identità francescana (pp. 347-377), quella rappresentata dagli Actus beati Francisci et sociorum eius e dai Fioretti.
La personalità di Jacopone da Todi è protagonista del contributo di Alvaro Cacciotti (pp. 365-377), che ne evidenzia il nuovo linguaggio mistico per dire l’unione trasformante tra Dio e l’uomo. A Michele da Calci (Michele minorita) dedica invece la sua indagine Federico Canaccini (pp. 379-392), introducendo così il lettore nel fenomeno del cosiddetto “fraticellismo”. Un’altra originale e interessante figura è oggetto della trattazione di Sara Muzzi (pp. 393-407), quella di Raimondo Lullo, esponente della mistica e letteratura catalana, considerato un precursore del dialogo interreligioso, dell’informatica, dell’interculturalità e ideatore di cattedre di lingue orientali per la formazione dei missionari.
La quarta sezione (pp. 411-506) prende in considerazione, come illustra Marco Bartoli nell’Introduzione storica (pp. 411-419), il contesto della complessa situazione ecclesiale scismatica del XIV secolo le cui vicende si intrecciano con quelle dell’ordine dei frati minori, in questo tempo diviso esso stesso tra gruppi dissidenti e percorso dalle istanze riformatrici della cosiddetta “Osservanza” (p. 418), che coinvolge pure diversi monasteri clariani.
Alla vigilia della nascita dell’Osservanza, negli anni Settanta del Trecento, è composta la Chronica XXIV generalium Ordines minorum, prima storia istituzionale dell’ordine, di cui si occupa Maria Teresa Dolso (pp. 421-435). Della fine del Trecento è il De conformitate vitae beati Francisci ad vitam Domini Iesu di Bartolomeo da Pisa, oggetto della riflessione di Alessandro Mastromatteo (pp. 437-450). Personaggio di spicco nel clima dell’Osservanza è Bernardino da Siena, nel «passaggio dall’Osservanza minoritica […] dagli eremi alle piazze cittadine, con la conseguente rivalutazione anche dell’importanza degli studi» (p. 452). Il saggio di Daniele Solvi (pp. 451-469) ne illustra il programma di evangelizzazione, specie nei quaresimali latini.
L’Osservanza è scuola di spiritualità, puntualizza Letizia Pellegrini nel suo studio (pp. 463-474), un laboratorio dove si elaborano itinerari per i frati e per i laici. L’a. si concentra particolarmente sulle personalità di Paoluccio Trinci, Bernardino da Siena, Giovanni da Capestrano. Esiste anche un versante femminile dell’Osservanza, soprattutto testimoniato dai monasteri clariani, specie di area italo-francese, come mette in luce l’intervento di Massimo Reschiglian (pp. 475-506). Tra le illustri personalità di clarisse distintesi in quest’ambito, l’a. focalizza l’attenzione su santa Colette Boylet da Corbie e la sua instancabile opera di riformatrice (pp. 486-488).
La quinta e ultima sezione del volume (pp. 507-580) situa l’indagine nel XVI secolo, segnato da scoperte geografiche, dalla fine di Costantinopoli, dalla riforma luterana. All’indomani della Ite vos (1517) con cui papa Leone X pensava di «imporre uniformità alle diverse anime del francescanesimo» (p. 511), l’esperienza francescana assume una pluralità di direzioni. La riforma dei cappuccini è presa in considerazione da Costanzo Cargnoni (pp. 515-533), che – delineandone la storia – ne lascia emergere i tratti fondamentali: il configurarsi di una esperienza spirituale e apostolico-sociale, armonizzando vita eremitica e azione apostolica.
Dell’opera riformatrice di Pietro d’Alcantara, predicatore popolare e fondatore di conventi, si occupa Alessandra Bartolomei Romagnoli (pp. 535-548). Felice Autieri propone, invece, la figura di Filippo Gesualdi dei frati minori conventuali (pp. 549-567). Ministro generale, riformatore dell’ordine, direttore spirituale, uomo di governo e di preghiera, vescovo di Cariati-Cerenzia in Calabria, è promulgatore dei Decreti di riforma, in particolare incentivando la vita comune e la seria organizzazione degli studi. Alle clarisse cappuccine è dedicato l’ultimo contributo di Monica Filippone (pp. 569-580) che richiama la personalità di Maria Lorenza Longo e la sua opera caritativa sviluppatasi in seno al movimento del Divino Amore ed evolutasi infine in un monastero di contemplative francescane.
In queste pagine – affermano i curatori del volume Bartoli, Block e Mastromatteo – «non vi è solo una carrellata di figure di santi e di sante che, con i loro scritti e soprattutto con la loro vita, hanno fatto brillare la loro spiritualità nei diversi secoli» (p. 581), ma si dà conto di una varietà di esperienze scaturite dal vissuto di Francesco d’Assisi, in dialogo con la cultura, la società, la storia. La Storia della spiritualità francescana costituisce un’ottima sintesi, capace di illustrare i nodi problematici essenziali e indicare vastità di orizzonti storici e spirituali. Una pur essenziale sezione antologica di testi significativi sarebbe stata senz’altro un valore aggiunto.
Marco Bartoli – Wieslaw Block – Alessandro Mastromatteo, Storia della spiritualità francescana, vol. 1, Secoli XIII-XIV, EDB, Bologna 2017, pp. 608, 11 foto a colori, euro 54,00. Recensione pubblicata su Studia Patavina (2018)2, pp. 373-376.