«Uno studio multidisciplinare sulla formazione dei presbiteri italiani oggi». Così è presentato questo libro scritto da un autore, noto ai lettori delle EDB per la traduzione interlineare di tutti i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento. Oltre che licenziato in scienze bibliche, dottore in teologia e laureato in filosofia, egli vanta studi anche nel settore della psicologia e della formazione. Tutta questa ricchezza culturale la ritroviamo in queste pagine dedicate alla formazione dei futuri presbiteri. A questo tema ha dedicato particolare attenzione il concilio Vaticano II, chiedendo che il sapere teologico fosse completato dallo studio delle scienze umane. Punto di raccordo di tutte le analisi (teologiche, storiche, scientifiche, antropologiche…) compiute dall’autore è la “teologia pastorale”.
Il volume inizia rivisitando i modelli di presbiteri consegnatici dalla storia, dai testi scritturistici fino al Vaticano II e alla situazione postconciliare durante la quale si è manifestata una crisi dell’identità presbiterale. In questa fase la Chiesa italiana propone ben tre Ratio (1972, 1980, 2006) riguardanti la preparazione al sacerdozio ministeriale. Questi tre interventi in tempi ravvicinati stanno ad indicare i veloci cambiamenti rilevati in ambito sia civile sia ecclesiale.
Dopo aver esaminato il “dover essere” del prete, così com’è descritto nei documenti ufficiali, l’autore entra in un terreno più esperienziale analizzando il rapporto tra psicologia e spiritualità. Dai timori per l’applicazione dell’indagine psicologica nel cammino formativo verso il presbiterato si è passati ad una accoglienza cordiale della “sana psicologia”, vedendo in essa un valido contributo per la conoscenza di sé e delle proprie attitudini.
Ma la psicologia non può ignorare che il candidato al presbiterato vive in un contesto preciso (famiglia, parrocchia…) e che molte volte, quando entra in seminario, è già segnato da esperienze significative (studi universitari, impegno nel volontariato, appartenenza ad un movimento ecclesiale…), né si deve dimenticare che «l’età media della maturazione vocazionale è progressivamente cresciuta negli ultimi anni».
L’entrata in seminario tiene conto di questi elementi. Ecco perché «il percorso di ogni seminarista è personalizzato, in funzione dell’età d’inizio cammino e delle proprie esigenze formative». Dalle inchieste e dai questionari si ricava che complessivamente l’esperienza seminaristica è giudicata positivamente.
Il lungo capitolo sesto (“Ideali presbiterali e formativi”) è corredato da tabelle e grafici che aiutano a fornire un identikit del futuro presbitero più veritiero possibile. Vengono toccati i nodi nevralgici come le cinque dimensioni (umana, spirituale, intellettuale, affettiva e pastorale) sulle quali il futuro presbitero è chiamato a declinare la propria vita, il suo rapporto con Cristo visto come modello da imitare, alcune virtù da esercitare (povertà e obbedienza), i sacrifici da affrontare, la socievolezza come atteggiamento da coltivare.
Interessanti le quattro tipologie di seminaristi riportate al capitolo ottavo. Una ricerca li classifica in “equilibrati”, “pragmatici”, “contemplativi” e “devoti”. Di ogni categoria vengono evidenziati i punti di forza e quelli di debolezza.
Dopo alcune pagine che tratteggiano gli “abbandoni” della vita presbiterale, l’autore richiama in sintesi il percorso delineato in questo libro, ritenendo che l’apporto più originale stia nell’«esame delle correlazioni reciproche tra le caratteristiche e gli ideali dei seminaristi».
Il testo corposo contiene una vasta ricchezza di elementi utili, in primo luogo, a coloro che sono impegnati nel campo vocazionale e nel cammino formativo dei candidati al presbiterato. L’esposizione è piana e facilmente comprensibile. Condividiamo perfettamente quanto è scritto a conclusione di queste pagine e che l’autore si è proposto di comprovare: «Il seminarista non è solo una monade psichica impegnata in un processo interno di integrazione di valori umani e trascendenti, ma una persona… inserita in un contesto specifico e con una propria storia di vita, con i pregi e i difetti che questo può comportare».
Roberto Reggi, Pedagogia delle vocazioni presbiterali. Analisi socio-psicopedagogica di terreno buono e spine vocazionali dei seminaristi maggiori diocesani in Italia, Ed. Facoltà teologica Triveneto e Messaggero, Padova 2016, pp. 464, € 35,00.