Le indulgenze, i «giorni di purgatorio in meno», sono un prodotto meraviglioso riguardo al quale la Chiesa cattolica non ha mai avuto niente da reclamare… Tutti coloro che nel corso dei secoli le hanno “acquistate” o hanno compiuto le devozioni e i riti richiesti per ottenerle sembrano soddisfatti del risultato che scoprono beneficiando di un “purgatorio” alleviato e accelerato. È una formulazione più irrisoria che umoristica, naturalmente. Ma questa evocazione ha il merito di indicare che le indulgenze “se la passano male” nella coscienza di molti cattolici ed evocano un immaginario ormai superato.
L’articolo-intervista di p. Sesboüé consente di segnalare parecchi punti di profonda riflessione su questo dibattito, invitando chiaramente ad abbandonare il vocabolario dell’“indulgenza” a favore dell’espressione di una grazia di “benedizione, di misericordia o di benevolenza”.
Il primo punto, in questa ricorrenza dell’anniversario della Riforma nel 2017 – 500 anni dalle tesi di Lutero nel 1517 – è storico: non è mai superato il tempo perché la Chiesa cattolica romana denunci con forza lo scandalo del traffico finanziario delle indulgenze, scandalo che ha ferito Lutero e che continua a ferire la fede di molti cristiani. Farlo non cancellerà la storia e la rottura tra la Riforma e Roma, ma segnerà le coscienze per un camino di verità e di riconciliazione della memoria delle ferite subite.
Il secondo punto è indicare un cammino di dialogo sulla giustificazione per la fede e dunque mettere in evidenza più l’avvicinamento che le divergenze tra le due confessioni cristiane.
È l’occasione per la Chiesa cattolica, che in particolare vive il Giubileo della misericordia voluto da papa Francesco, di indicare una direzione che inviti ciascun cristiano ad «andare al cuore della fede» per ricevervi riconciliazione e ritrovare dinamismo missionario, ma anche come segno di pace e di unità per il genere umano. In mezzo a tanti conflitti e tensioni tra le religioni, e talvolta nel seno della religione stessa, questo passo di verità storica e di rinnovamento della sua espressione, che rinvia più esplicitamente al cuore della fede cristiana, sarebbe un segno più ampio: le due confessioni cristiane – cattolico-romana e la Riforma – possono proporre, a tutta l’umanità, il segno di una convergenza verso l’essenziale, senza confusione o riduzione dell’una all’altra. Mentre il terrorismo segna la storia recente dall’11 settembre 2001, con tante repliche così vicine a noi, osare questa critica storica e salutare delle indulgenze sarebbe un segno di una possibile coabitazione più pacifica del genere umano nella ricerca della pace e dell’unità.
(testo raccolto da Francesco Strazzari)
Hugues Derycke, prete della Missione di Francia, è uno dei direttori dell’ESSEC (Scuola superiore di scienze economiche e commerciali).
Non si è mai parlato delle indulgenze nella dottrina (un poco confusa) e nella prassi (tuttora in uso) delle chiese orientali ortodosse. Non si dovrebbe avere un breve capitolo anche su questo interessantissimo punto che i riformatori avevano discusso allora con il patriarcato ecumenico?