Il 14 gennaio scorso è stato inaugurato il primo tempio italiano dedicato ai fedeli del culto della Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, meglio conosciuti come mormoni. Si tratta del 162° edificio di questo gruppo religioso nel mondo, il 12° in Europa. La comunità dei mormoni conta in Italia 26.000 seguaci. La costruzione del tempio, di oltre 18 metri di altezza, 40 se si considera la guglia più alta, per quasi 4.000 metri quadrati di cubatura, era iniziata il 23 ottobre 2010. Il 25 marzo 2017 sulla guglia est è stata collocata la statua del profeta Moroni. Il complesso copre circa 6 ettari di superficie, ed è il più grande in Europa. Oltre al tempio, comprende anche un edificio polifunzionale, un centro visitatori, una biblioteca e una foresteria, oltre a una grande piazza in marmo e travertino, concepita sul modello di un foro romano, con fontane e giochi d’acqua, aree verdi, aiuole fiorite e ulivi secolari.
I mormoni non vogliono più essere chiamati con questo nome, ma “Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni”. In tutto il mondo contano 15 milioni di seguaci, ma molti non sanno niente di loro.
La loro storia – come racconta Christoph Paul Hartmann, in un servizio da Bonn per katholisch.de del 28 gennaio scorso – iniziò nel XIX secolo negli Stati Uniti d’America. Il fondatore, Joseph Smith, narra che il 21 settembre 1823 gli apparve l’angelo-profeta Moroni, figlio di Mormon: «Mentre stavo invocando Dio, mi accorsi che nella mia stanza apparve una luce, che divenne più luminosa di quella del meriggio; subito dopo vidi sul mio letto una figura sospesa in aria, i cui piedi non toccavano il suolo». Gli disse che era custodito «un libro inciso su tavole d’oro contenente il racconto dei primi abitanti di questa parte del mondo, e la loro origine. Disse ancora che in esso era contenuta la pienezza del Vangelo eterno, che il salvatore aveva portato agli abitanti dei tempi antichi».
Inizia in questo momento la storia del Libro di Mormon e, insieme, la nascita della «Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni».
Moroni condusse Smith alle tavole d’oro che egli, con l’aiuto di due cristalli, tradusse in inglese. Ma non doveva mostrarle a nessuno, perciò le dettò ai suoi aiutanti attraverso una tenda. «Nella nostra autocoscienza, noi siamo la continuazione della Chiesa primitiva nei suoi insegnamenti e del suo modello», afferma il portavoce tedesco della comunità, Ralf Grünke. Si tratta, quindi, di ripristinare, in base al Libro di Mormon, un cristianesimo “originario” che, secondo i seguaci di Smith, è andato perduto nel primo secolo.
«Il Libro di Mormon per noi non è tanto importante perché completa la Bibbia, ma perché rappresenta un’ulteriore testimonianza che Gesù Cristo è il Figlio di Dio» (Nell’edizione inglese è infatti definito in copertina: “Un altro Testamento di Gesù Cristo”). Perciò, nella comunità è centrale l’esperienza di fede personale; per questo, per i membri il Libro di Mormon si pone sullo stesso livello della Bibbia.
Un altro importante punto di riferimento si coglie esaminando il contenuto di quel testo: si dice infatti che Gesù Cristo, dopo la sua ascensione, tornerà ancora una volta sulla terra, e precisamente in America.
Tutto ciò accadde negli Stati Uniti ai tempi del Grande Risveglio, afferma Johannes Lorenz, incaricato culturale della diocesi di Limburg: «Ci fu un tempo in cui, tra il 1790 e il 1830, negli Stati Uniti si diffusero molti movimenti di risveglio religioso; uno di questi fu appunto la “Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni”.
Fino ad oggi, è una delle religioni, fra le tante, che ha avuto maggior successo, anche per il suo approccio americano: «Per l’autocoscienza degli Stati Uniti, che allora erano uno stato giovane, si trattò di una religione che faceva da fondamento a questo spirito di ottimismo storico e religioso», afferma Lorenz.
Una religione secondo il modello americano
Questo modo di pensare la religione si può cogliere in uno dei principi centrali della fede e precisamente nella “Legge dell’eterno progresso” (Law of eternal progression). Come nel sogno americano dello sguattero che diventa milionario, i credenti «diventeranno sempre più vicini e simili a Dio» – afferma Ralf Günther – e questo sviluppo non finisce con la morte, ma continua anche dopo.
Il fatto che quanto è cominciato sulla terra continui anche dopo la morte, è presente in alcuni riti: per esempio, nella singolarità del cosiddetto “Sigillo” delle nozze che non cessa con la morte, come per le Chiese cristiane, ma permane anche dopo. Così pure nelle cose riguardanti il battesimo, in cui i membri della Chiesa si riferiscono ai defunti: nei templi infatti vengono celebrati i “battesimi dei morti”, in cui i fedeli possono farsi battezzare al posto dei loro membri defunti da breve o da lunga data. È una pratica non esente tuttavia da controversie: infatti i defunti non possono certo decidere se vogliono cambiare religione. Quando, nel 2012, un gruppo volle battezzare Anna Frank attraverso un sostituto, il fatto suscitò disappunto sul piano mondiale e la comunità promise di non battezzare più in seguito utilizzando i nomi delle vittime dell’Olocausto.
Poiché i defunti continuano ad avere un ruolo importante, i mormoni effettuano delle ricerche genealogiche su larga scala: la comunità, infatti, ha raccolto un’enorme banca-dati – si parla di oltre due miliardi di voci –, la più grande di questo genere sul piano mondiale. In questo modo i credenti possono trovare altri antenati che possono essere battezzati.
Tra “Sigillo” e “Battesimo dei morti”
Questi battesimi si effettuano nei templi, luoghi che hanno un ruolo speciale nella Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni: la vita ordinaria si svolge nei centri della comunità, qui si celebrano gli atti di culto e qui i bambini vengono battezzati.
I templi sono riservati ai riti come il “Battesimo dei morti” e il “Sigillo”, quindi sono frequentati soprattutto in occasioni particolari. Possono entrarvi soltanto coloro che sono impegnati con la Chiesa e sono spiritualmente preparati. A questo scopo, la comunità distribuisce anche un certificato con cui un credente può chiedere di entrare.
I templi, diversamente dalle chiese, dalle sinagoghe o dalle moschee, non sono luoghi pubblici. Coloro che non sono membri non possono entrarvi e, durante lo svolgimento dei riti, i partecipanti devono osservare il silenzio. Di solito, quanti sono interessati, possono solo visitare un tempio di nuova costruzione o restaurato prima che venga consacrato, come ora, ad esempio, il tempio di Roma.
Uno status di grande considerazione gode, tra i membri della Chiesa, la famiglia. La formazione religiosa avviene soprattutto qui. Ciò significa – ha affermato Ralf Grünke – «che uno apprende la fede in quanto famiglia, che è il luogo dove avvengono gli scambi, dove si legge insieme la sacra Scrittura e dove si prega». Questa posizione di rilievo della famiglia perdura anche dopo la morte. Infatti, il vincolo familiare permane per l’eternità: «Io so – ha affermato Grünke – che rimarrò in rapporto con persone riconoscibili oltre la morte». Quando perciò le incontro, le riconosco come padre, madre e moglie.
Oltre alla vita riguardante la religione in famiglia, molti membri sono impegnati anche nella loro comunità. Ciò avviene senza che ci siano persone che abbiano un ruolo di guida. Ispirandosi al modello della Bibbia, la comunità è una Chiesa laica; i laici presiedono alle celebrazioni del culto, guidano la comunità e sono autorizzati anche a predicare. Ogni membro che, a giudizio del direttivo, è pronto e in grado di farlo, può predicare durante gli atti di culto. Inoltre, i membri si impegnano socialmente e visitano le persone anziane rimaste sole.
Missione mondiale
L’aspetto pubblico più efficiente di questo impegno per ciascuna Chiesa è il servizio missionario: i giovani devono compiere per la Chiesa questo servizio, a proprie spese, per due anni, e le giovani per un anno e mezzo. Vengono inviati a questo scopo in un altro paese che viene deciso dal direttivo. A questo scopo, per esempio, gli americani degli Stati Uniti percorrono le strade della Germania e i giovani tedeschi si recano in Canada o in Inghilterra. Questo tempo deve avere per i giovani un carattere che si può paragonare al motto benedettino Ora et labora: i missionari non devono organizzare festicciole, né indulgere ad altri piaceri, ma concentrarsi sulla loro fede e trasmetterla. Alcol, tè nero, tabacco e altre droghe costituiscono per essi un tabù.
Per quanto riguarda la missione – secondo Ralf Grünke –, non si tratta di attirare le masse alla Chiesa, né i missionari cercano di farlo. In Germania, per esempio, ci sono circa 40.000 membri e il loro numero da anni ristagna. La comunità cresce invece sul piano internazionale, «ma non in Europa», afferma Johannes Lorenz. I maggiori successi si riscontrano piuttosto in Asia e in Africa. Qui i risultati si riflettono anche nei numeri. Da un paio d’anni, ci sono più mormoni fuori degli Stati Uniti che non al loro interno.
Si può discutere su ciò che è realmente la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni: «Noi siamo cristiani» – afferma Ralf Grünke –, mentre Johannes Lorenz parla di una nuova religione. In effetti, alcune idee dei mormoni sono incompatibili con quelle delle Chiese cristiane: per esempio, per i mormoni, Dio Padre, Figlio e Spirito Santo sono tre persone tra loro indipendenti. Essi sostengono che la “Legge del progresso senza fine” si applica anche a Dio nel senso che anche lui un tempo era un uomo il quale, attraverso un progressivo autosviluppo, è diventato Dio, e questa possibilità è aperta anche per ciascun individuo. Ma Ralf Grünke rifiuta una simile interpretazione citando una dichiarazione dell’ex presidente della Chiesa, Gordon B. Hinckley: «Una cosa del genere ci porta a interrogativi teologici piuttosto profondi, di cui non sappiamo molto».
Un ecumenismo che vacilla
Anche quando si tratta dell’ecumenismo tra la comunità dei mormoni e le Chiese cristiane, il discorso diventa qualcosa di difficile: in effetti, non esiste. Dopo che le due grandi Chiese in Germania avevano inizialmente riconosciuto il battesimo della comunità, decisero – la Chiesa evangelica nel 1991 e quella cattolica nel 2001 – di ritirare il loro riconoscimento «perché avevano notato che, dietro a concetti che sembrano cristiani, si nascondono idee completamente diverse», afferma Johannes Lorenz.
Inoltre, la “Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni” ritiene di essere l’unica via di salvezza. Su questa base i dialoghi teologici non possono aver luogo. Nella teologia esiste anche un problema di fondo: «Qui – afferma Lorenz – c’è una tale distanza dalla nostra concezione da rendere difficile poter giungere a un dialogo ecumenico». Ciò ha anche a che fare con l’esigenza di prendersi reciprocamente sul serio e di accettare la diversità della fede dell’altro. «È per questo che, nonostante tutto, è bene parlarsi».
Per Johannes Lorenz, l’Organizzazione dei mormoni non è una setta pericolosa: egli afferma di non aver mai sentito parlare di conflitti con gli ex membri della Chiesa che hanno lasciato la comunità.
Nell’antica città degli ugonotti di Friedrichsdorf, nella regione della diocesi di Limburg, sorge dagli anni ’80 uno dei due templi gestiti dalla comunità. Se ciò ha incontrato scetticismo e resistenze nel periodo della costruzione, «la Chiesa, nel frattempo, si è integrata molto bene», afferma Johannes Lorenz. Adesso, l’immagine del tempio circola anche nell’internet della città, come luogo di interesse da visitare. Solo su una cosa il Consiglio di amministrazione della città ha insistito durante la costruzione: «La torre doveva essere più bassa di quella della chiesa evangelica».