Dopo l’Uganda, il Kenya. Una donna con sintomi «simili a quelli mostrati dai pazienti di ebola» è in cura in un reparto di isolamento in un ospedale nell’Ovest del Kenya. Lo ha dichiarato un esponente del governo della contea di Kericho.
Lo staff medico, secondo l’esponente governativo, ha preso tutte le precauzioni necessarie e si è assicurato che «ci fosse un contatto minimo tra il paziente e altre persone» nel Kericho County Referral Hospital. Al paziente sono stati prelevati campioni di sangue e i risultati sono attesi entro le prossime 24 ore.
Funzionari della sanità nella contea di Kericho hanno spiegato che il paziente si era recato a Malaba, che si trova al confine con l’Uganda. Le autorità sanitarie non hanno però segnalato casi vicino a Malaba, nei pressi dell’est dell’Uganda.
Le autorità hanno rassicurato i cittadini sul fatto che tutte le misure sono state prese per garantire la loro sicurezza e hanno sottolineato che sintomi simili a quelli manifestati dai pazienti di ebola possono essere individuati anche su pazienti portatori di altre patologie.
Tutta l’Africa orientale è in allarme. L’epidemia di ebola scoppiata nella Rd Congo nei mesi scorsi ha giù ucciso più di 1.400 persone. Da lì il virus si starebbe estendendo a Est. Due persone sono morte la scorsa settimana, nella regione ugandese che confina con la Rd Congo. ora si parla di un caso anche in Kenya.
Il Ruanda, per il rimore di contagio, ha assunto drastiche misure di contenimento degli spostamenti e ha imposto dure norme di igiene.
Questa epidemia segue quella che è scoppiata nel 2013 nell’Africa occidentale. Allora furono investite Liberia, Sierra Leone e Guinea. Nell’arco di due anni il virus ha contagiato circa 26mila persone e le vittime sono state circa 11mila.
Informazione ripresa dalla rivista missionaria dei padri bianchi Africa.