Primo caso di ebola a Goma, città nell’Est del Rd-Congo, vicino al confine con il Ruanda. La persona a cui è stato diagnosticato il virus è un pastore proveniente dalla città di Butembo. L’epidemia, iniziata nell’agosto scorso, ha finora portato alla morte di circa 1.600 persone. L’arrivo di ebola a Goma testimonia il fatto che il virus è in espansione sul territorio. Dieci giorni fa c’era stato il primo caso in Uganda.
Goma è una grande città, la più grande dell’Est, ed è un importante centro di transito, sia per i collegamenti con l’estero – oltre al confinante Ruanda, il Burundi, l’Uganda e la Tanzania – sia per i rapporti con tutta la fascia orientale congolese, l’Ituri a nord, il Sud Kivu, il Katanga. Inoltre Goma è la classica città africana dove promiscuità e caos possono diventare un formidabile elemento moltiplicatore del contagio.
Ebola in Congo non si riesce a fermare nonostante si stia facendo uso di un vaccino, ancora sperimentale, che però blocca almeno quattro casi su dieci. Oltre alla virulenza del virus c’è il fatto che l’eterna guerra strisciante che interessa l’Ituri e il Kivu fa sì che alcune formazioni armate non vogliano sul territorio i team medici e, più di una volta, abbiano attaccato i centri sanitari.
Quella in corso in Congo è la seconda epidemia di ebola più grave al mondo dopo quella che investì, nel 2014, Guinea, Sierra Leone, Liberia, e che fece undicimila morti.
Informazione ripresa dalla rivista missionaria dei padri bianchi Africa.