Si è tenuta venerdì 27 maggio, presso il Convento di San Domenico a Bologna, una tavola rotonda in vista del Sinodo pan-ortodosso, che avrà luogo dal 19 giugno nell’isola di Creta.
Il Sinodo pan-ortodosso è la convocazione dei patriarchi e dei primati di tutte le Chiese che compongono la comunione ortodossa: non è da confondere con un Concilio ecumenico, che richiederebbe la presenza di tutti i vescovi e che, dopo il II Concilio di Nicea del 787, il settimo della serie dei concili ecumenici, non è stato più convocato. Il motivo, ha spiegato padre Dionisios della Chiesa greca – Patriarcato di Costantinopoli, è che dopo il grande scisma manca la voce del Patriarcato dell’Occidente. I sette concili ecumenici costituiscono dunque l’ossatura fondamentale alla quale la Chiesa ortodossa si àncora con forza per misurare la sua vita e la sua struttura canonica.
Padre Dionisios ha anche messo in evidenza la profonda connessione della dimensione sinodale della Chiesa ortodossa con la celebrazione dell’eucaristia: ai sinodi partecipano i vescovi, cioè coloro che hanno il compito di presiedere la concelebrazione della liturgia ed è per questo che a loro tocca il compito di guidare la vita della Chiesa loro affidata.
C’è poi una forte consapevolezza dell’opera dello Spirito Santo nella vita ecclesiale, lo Spirito che opera nella celebrazione sacramentale, ma che orienta anche le decisioni sinodali. È questo il motivo per cui, nella coscienza ortodossa, la decisione solenne di un concilio non può mai essere annullata, perché non è opera dell’uomo, ma dello Spirito Santo.
Il sinodo è l’espressione dunque di una forte consapevolezza teologica della Chiesa. L’Ortodossia non è una federazione di Chiese locali, ma si identifica in senso assoluto con la una, santa, cattolica e apostolica Chiesa, così definita dai primi concili, la Chiesa fondata da Gesù Cristo. Questa coscienza rende oggi molto problematico il riconoscimento della ecclesialità anche della Chiesa cattolica romana, un tema che oggi sta affiorando con grande tensione in molte Chiese locali ortodosse.
Padre Serafim, della Chiesa ortodossa russa, ha illustrato i temi che saranno discussi a Creta: la missione della Chiesa nel mondo di oggi, i problemi canonici connessi con la migrazione degli ortodossi, l’autonomia delle Chiese locali, l’importanza del digiuno e le relazioni tra la Chiesa ortodossa e il resto del mondo cristiano. Padre Ion, della Chiesa ortodossa romena, ha compiuto un excursus della teologia ortodossa.
Domenica 12 giugno, alle 16.30, si terrà nella basilica di San Bartolomeo un momento di preghiera delle comunità ortodosse per il Sinodo. Saranno presenti con l’arcivescovo cattolico di Bologna Matteo Zuppi e altri esponenti delle confessioni cristiane presenti a Bologna.
A pochi giorni dal Concilio pan-ortodosso di Creta, il clero ortodosso d’Italia ha tenuto la sua riunione annuale a Bologna, presso Villa Imelda. Hanno partecipato i sacerdoti, le monache e alcuni laici del Patriarcato ecumenico, provenienti da un’ottantina di comunità di diversa nazionalità, in tutta Italia.
L’arcivescovo Gennadios, metropolita d’Italia e Malta, ha espresso la sua soddisfazione per l’incontro: «Dobbiamo rendere grazie al Signore, perché tutto quanto accade di bene nella nostra arcidiocesi ortodossa è un dono suo. Il fondamento del nostro servizio è l’amore, per questo sentiamo la benedizione di Dio per proseguire secondo la sua volontà e secondo il testamento di Cristo: che tutti siano una cosa sola».
L’assemblea del clero ortodosso è stata anche l’occasione per un incontro fraterno con l’arcivescovo di Bologna mons. Matteo Zuppi, che ha avuto luogo mercoledì nei locali del palazzo arcivescovile. «Non conoscevo personalmente mons. Zuppi – afferma Gennadios – e sono rimasto colpito dalla sua disponibilità e umiltà. Ho pensato alle parole di san Paolo a Timoteo: è un uomo degno dell’episcopato».
I sacerdoti ortodossi hanno anche visitato la cattedrale di San Pietro e reso omaggio alle reliquie di sant’Anna e dei santi protomartiri Vitale e Agricola. Poi sono saliti al santuario della Madonna di San Luca, dove hanno celebrato il rito della paraclisi. «La preghiera è la nostra precisa responsabilità, dice ancora Gennadios. Noi che non siamo nella delegazione ufficiale del Sinodo, sappiamo bene che la preghiera è una forza che può cambiare tutto. I temi di discussione sono importantissimi, dopo 15 secoli, soprattutto il rapporto con il mondo contemporaneo e le relazioni con gli altri cristiani. Mi sono commosso vedendo a Lesbo papa Francesco e il patriarca Bartolomeo: mi ha colpito l’esempio di grande semplicità e umiltà e l’amore per l’uomo, che è l’icona di Dio».
L’incontro del clero ortodosso si è concluso con la celebrazione della divina liturgia presso la chiesa greco-ortodossa di San Demetrio, in via Griffoni. Intanto, anche a livello bolognese, le comunità ortodosse si preparano nella preghiera all’evento conciliare.
«Insieme con l’eucaristia – dice padre Dionisios, della parrocchia greco-ortodossa – il Sinodo è una manifestazione dell’unità e cattolicità della Chiesa. Al di là delle tensioni che affiorano in varie parti del mondo ortodosso su alcuni temi spinosi, c’è una forte consapevolezza che vero protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo».
A cura di Andrea Caniato per Bologna7/12Porte