Le Chiese ortodosse dell’Europa occidentale abbandonano Bartolomeo e il patriarcato di Costantinopoli (collocato al Fanar) per la comunione con il patriarcato di Mosca, il sinodo della Chiesa greca tramanda il riconoscimento dell’autocefalia ucraina e il “patriarca” Filarete di Kiev sembra pronto a un’ulteriore giravolta per volgersi a Mosca.
Il 14 settembre scorso il vescovo Giovanni, presidente delle associazioni ortodosse di tradizione russa in Europa, ha scritto a Cirillo di Mosca per chiedere di accettare lui e la sua diocesi «sotto l’obbedienza canonica proposta dal patriarcato di Mosca per rispondere ai bisogni della nostra comunità». Dopo due assemblee generali (23 febbraio e 7 settembre 2019) accesissime, la decisione doveva trovare conferma. È arrivata il 28 di settembre. Un’assemblea del clero diocesano ha approvato con 51 voti (più 37 per delega) a favore della scelta del vescovo. 65 parrocchie delle 72 che compongono l’eparchia hanno chiaramente espresso il loro assenso.
Dopo un secolo di distacco da Mosca, in seguito alla rivoluzione comunista, le comunità di tradizione russa in Europa tornano in comunione con Mosca. Esse rappresentano 72 parrocchie, 11 chiese, 2 monasteri, 7 eremi. Sono diffuse in 9 paesi e contano su un centinaio di preti e una trentina di diaconi (cf. Settimananews: Ortodossia russa: finale col botto).
In una lettera del vescovo Giovanni si annuncia nei prossimi mesi un’assemblea generale ordinaria chiamata a valutare le decisioni e gli orientamenti del sinodo moscovita nei loro confronti, per potere dotare l’eparchia di due vescovi ausiliari e di un consiglio episcopale. Premessa ad un’attività pastorale più tranquilla.
I dubbi della Chiesa greca
Notizie non confortanti per Bartolomeo anche dalla Grecia. Neppure nel sinodo episcopale di ottobre andrà in discussione il riconoscimento dell’autocefalia ucraina che finora non è stata riconosciuta da alcuna Chiesa ortodossa. L’incertezza e i dubbi in merito attraversano vescovi, preti e laici, nonostante il tradizionale legame con Costantinopoli.
Al primate di Atene e al santo sinodo è arrivata una petizione firmata da 2.000 fedeli (fra cui 100 preti, monaci e monache) che chiede espressamente di non riconoscere l’autocefalia della nuova Chiesa ortodossa ucrania.
Pur rispettando i diritti d’onore di Costantinopoli, i firmatari ricordano la dimensione conciliare e sinodale delle Chiese ortodosse che la decisione di Bartolomeo non ha rispettato. La sua intrusione in una Chiesa e in un territorio non di sua competenza «costituiscono un’alterazione e una falsa interpretazione» dei privilegi d’onore di Costantinopoli, con il pericolo per Bartolomeo di “trovarsi isolato e perdere il suo ruolo di coordinatore nelle relazioni inter-ortodosse”. Quasi tutte le Chiese locali «mantengono riserve molto gravi sulla canonicità e validità delle consacrazioni episcopali della nuova Chiesa». È sorprendente il rovesciamento di giudizi del patriarca del Fanar sui preti e vescovi ucraini e sulla dipendenza di quella Chiesa da Mosca. L’invito dei firmatari è per un sinodo pan-ortodosso che riprenda in mano tutta la questione.
Filarete, la trottola
In Ucraina la Chiesa filo-russa conferma il suo radicamento: 90 vescovi, 12.000 parrocchie, 250 monasteri, 5.000 monaci e monache.
La nuova Chiesa autocefala non va oltre le 4.000 parrocchie, ha perso i suoi sponsor politici (l’ex presidente Porochenko) e conosce tensioni interne non facili, In particolare con il “patriarca” Filarete di Kiev, che è stato all’origine della ribellione a Mosca e ha cappeggiato la Chiesa “scismatica” fino al riconoscimento dell’autocefalia. Rimosso dal suo ruolo dal nuovo primate e da Bartolomeo, ha preso le distanze dalla sua creatura, ha messo in piedi un nuovo sinodo ritenendo invalido il «concilio dell’unione».
Sui giornali ucraini è apparsa la notizia di una sua rinnovata richiesta di comunione con Mosca. Dopo una prima lettera del dicembre 2017 in cui si diceva pronto ad aprire un dialogo chiarificatore con Cirillo e il patriarcato, subito smentita e denunciata come estorta, si sarebbero riaperti i canali di comunicazione. Le giravolte di Filarete sembrano non finire mai. A farne le spese è soprattutto la nuova Chiesa autocefala di Ucraina e la credibilità del patriarca di Costantinopoli.
SettimanaNews ha dedicato decine di articoli alla vicenda ucraina e alla minaccia scismatica nell’ortodossia. Tra questi: L’Ortodossia, l’Ucraina e Parigi; Ortodossia: più diocesi e più divisioni; Ortodossia: lo scisma e i greco-cattolici; Ortodossia: dopo lo scisma la frantumazione; Costantinopoli, l’Ucraina e la nuova geografia ortodossa; Ortodossia: crepe e frane.