Il comitato misto cattolico luterano-riformato ha presentato, giovedì 16 gennaio alla Maison du protestantisme, una nuova guida pratica destinata agli operatori pastorali impegnati nella preparazione al matrimonio di coppie interconfessionali.
Il testo è frutto di circa nove anni di ricerche, incontri, intensi dibattiti. Giovedì 16 gennaio, il comitato misto cattolico luterano-riformato francese ha presentato presso la alla Maison du protestantisme la sua nuova «Guida di preparazione al matrimonio interconfessionale cattolico-protestante». Di taglio pedagogico, questo manuale aspira a dare dei punti di riferimento agli operatori pastorali incaricati di accompagnare spiritualmente fidanzati interconfessionali.
«Questo testo è importante e necessario, perché presenta in modo chiaro gli approcci dei luterani-riformati e dei cattolici al tema, facendo dialogare le loro concezioni», ha spiegato la pastora Emmanuelle Seyboldt – presidente della Chiesa Protestante Unita di Francia (EPUdF). Se dal punto di vista numerico riguarda relativamente poche coppie in Francia, «questo testo testimonia la cura condivisa delle nostre Chiese nel farsi carico di ogni situazione singola» (Oranne de Matort, vice-direttrice del Servizio famiglia e società della Conferenza dei vescovi di Francia).
Contestualizzazione de «l’evoluzione della visione del matrimonio» nella nostra società secolarizzata; aggiornamento sulle «convergenze e le particolarità delle tradizioni cattolica e luterana riformata»; consigli pratici per «l’accompagnamento dei futuri sposi fino alla celebrazione» – ecco alcuni snodi del volume. Scritto su richiesta della Conferenza episcopale e della Comunione luterana-riformata di Francia, il testo è stato pubblicato in 2000 esemplari (presso le edizioni Olivétan e Salvator, 128 pp., 14 euro), ed è divisa in tre parti.
Discernimento
La sua accoglienza fino a ora si è rivelata positiva. «I diversi attori pastorali che l’hanno letta, hanno apprezzato il su stile chiaro e pedagogico», ha sottolineato p. Emmanuel Gougaud, direttore del Servizio nazionale per l’unità dei cristiani e membro del comitato di redazione della Guida. Proponendo una riflessione sulla considerazione teologica del matrimonio «come sacramento, benedizione o alleanza», il testo dedica numerose pagine al discernimento pastorale delle domande di unione matrimoniale, sul solco di una riflessione biblica, storica e giuridica.
Tra le principali attese, figura l’appello alla collaborazione dei due accompagnatori spirituali. «Per tutto ciò che riguarda la preparazione al matrimonio, è importante che il prete (o diacono) e pastore collaborino il più strettamente possibile […]. Ci si augura che la coppia incontri una prima volta singolarmente ognuno dei due ministri. In seguito, sembra necessario un periodo sufficientemente lungo per permettere incontri, quando possibili, a quattro, sotto la guida del celebrante principale».
La stima dell’altro
I punti di disaccordo non sono stati ignorati. «La Chiesa cattolica da una parte, le Chiese protestanti dall’altra, hanno norme giuridiche diverse. Ciò può essere sorgente di un’ incomprensione reciproca […]. Piuttosto che denunciare il rigorismo degli uni, il lassismo degli altri, si tratta di cogliere in profondità ciò che li rende diversi».
Tra i principali punti «che ancora feriscono le sensibilità» figura la questione del battesimo. «Da parte cattolica, il fatto che un matrimonio interconfessionale sia considerato come un matrimonio con disparità di culto, come pure i termini richiesti per la dichiarazione d’intenzione, non sembrano essere coerenti con il pieno e mutuo riconoscimento del battesimo», annota la Guida.
Mentre diverse Chiese protestanti – l’EPUdF nel 2015 e l’Unione delle Chiese Protestanti d’Alsazia e di Lorena (UEPAL) nel novembre scorso – hanno aperto la strada alla benedizione di coppie omosessuali, questo tema resta ancora sensibile nei dibattiti, come l’ha ricordato giovedì 16 gennaio Christian Albecker, presidente dell’UEPAL.
«A volte abbiamo fatto appello a persone esterne per l’una o l’altra questione più delicata», ha sottolineato Mons. François Kalist, arcivescovo di Clermont e co-presidente dal 2011 al 2018 del Consiglio per l’unità dei cristiani della Conferenza episcopale, «per condurre in porto questo progetto occorre anzitutto osservare la gente, prendere le sue misure […], ma occorre anche darsi il tempo per conoscere l’altro e guadagnare la sua stima».
Nostra traduzione dal francese dell’articolo pubblicato da La Croix (17.01.2020).