Si è spento il 23 marzo a Roma Carlo Casini, co-fondatore del Movimento per la Vita. Un cattolico protagonista nella cultura e nella politica.
Al termine di una lunga malattia, che l’aveva costretto all’immobilità, è morto il 23 marzo a 85 anni nella sua casa romana Carlo Casini, co-fondatore del Movimento per la Vita (MpV) italiano. Nato il 4 marzo 1935 a Firenze, è stato, a partire dagli anni 1970, tra i protagonisti del cattolicesimo sociale impegnato nella cultura e nella politica sia nazionale sia europea.
Fino agli ultimi giorni della sua vita presidente onorario del MpV, l’ex magistrato, giurista, parlamentare ed eurodeputato cattolico, era stato promotore di iniziative pubbliche di rilievo, tra le quali la recente campagna Uno di Noi, una mobilitazione popolare che ha consentito la raccolta di centinaia di migliaia di firme a sostegno della petizione europea per la salvaguardia dell’embrione umano e dei suoi diritti, purtroppo rimasta nei cassetti delle istituzioni di Bruxelles.
Al fianco di Carlo Casini, come sempre e tanto più durante la Sla che ne ha progressivamente spento le facoltà fisiche, vi sono state la moglie Maria e i figli Francesco, Marco, Donatella e Marina, quest’ultima giurista e bioeticista (professore aggregato di Bioetica presso l’Istituto di bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore), che ne ha raccolto il testimone nell’impegno alla guida del MpV (è stata eletta nel marzo 2018 presidente nazionale).
La lotta contro l’aborto
Casini è stato fra i primi in Italia a mettere in guardia, già a partire dagli anni 1970, sulla deriva ideologica che avrebbe portato di lì a poco all’approvazione della legge sull’aborto (n. 194/1978), a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 27/1975.
Co-fondatore nel 1980 del Movimento per la Vita italiano con personaggi di assoluto rilievo come l’avv. Francesco Migliori e altri, ne è diventato presidente nazionale nel 1991. Già dieci anni prima aveva promosso il referendum abrogativo volto a difendere la vita umana nascente fermando gli aborti resi “legali” nel nostro ordinamento a partire dal 1978.
Oltre che negli studi, nella formazione, nella politica e nelle leggi, Casini ha sempre creduto nel valore prolife dei Centri e Servizi di aiuto alla Vita (CAV e SAV), grazie al cui lavoro “operativo” e sul campo tante donne sono state accompagnate a diventare madri, migliaia di persone sono venute al mondo e tanti aborti e tragedie familiari sono state evitate.
Il giurista cattolico
Casini è stato docente di Diritti umani e bioetica presso l’Ateneo pontificio Regina Apostolorum di Roma e membro della Pontificia accademia per la vita. È stato anche collaboratore del quotidiano Avvenire e, per oltre vent’anni, del giornale ufficioso della Santa Sede, L’Osservatore Romano (dal 1984 al 2006).
La sua ultima opera, una raccolta di scritti inediti o di difficile reperimento curata dalla figlia Marina, s’intitola La dimensione contemplativa nella difesa della vita umana (Edizione Movimento per la Vita italiano, Roma 2019, pp. 157, € 10). Comprende venti interventi, risalenti al trentennio 1985-2019, che toccano con afflato scientifico e religioso i delicati temi del diritto alla vita, della famiglia, della battaglia prolife e della biopolitica in generale. Marina Casini ne firma l’Introduzione (pp. 5-9), il magistrato cattolico Giuseppe Anzani la Prefazione (pp. 11-16) e, infine, il caporedattore di Avvenire Francesco Ognibene la Postfazione (pp. 155-157).
La tesi di fondo che emerge da questa collezione di scritti è che la “dimensione contemplativa” della battaglia prolife è probabilmente l’unica in grado di ridare oggi vero slancio e determinazione ad un impegno arduo, quello in difesa della vita umana innocente, nell’attuale temperie di cultura della morte e dittatura del relativismo.
La dimensione contemplativa nella difesa della vita umana
Cosa si intende con esattezza per Casini quando si parla di “dimensione contemplativa” nella difesa della vita? Diciamo che sicuramente quella contro l’aborto, l’eutanasia e la fecondazione artificiale è una battaglia razionale (cioè “laica”), combattuta in favore della vita appena comparsa nell’esistenza oppure al tramonto o in vari sensi divenuta “fragile”. È ugualmente vero, però, come scrive Casini, che «l’annuncio della piena umanità del concepito […], il riconoscimento del figlio come figlio è paragonabile al fermarsi, al guardare e al riconoscere il prossimo del buon samaritano. […] La scienza moderna mostra la perfezione del cominciare ad esistere, ci consente di vedere “la meraviglia delle meraviglie”, di assistere al miracolo della creazione in atto. Testimoniarlo è amore per l’uomo. Per il cristiano è carità e misericordia» (Il riconoscimento pubblico di ogni concepito è segno di civiltà, pp. 128-131).
Molti degli spunti presenti nel libro, sono ripresi dall’enciclica di Giovanni Paolo II Evangelium vitae «sul valore e l’inviolabilità della vita umana» (25 marzo 1995), che costituisce ancora oggi il manuale più profondo, completo e organico per i prolife di tutto il mondo.
Trattando dell’impegno specifico dei prolife italiani, negli appunti inediti datati gennaio 1997, Casini si sofferma poi sulla Giornata nazionale per la vita, una iniziativa voluta dai vescovi fin dal 1979, ma che purtroppo non è celebrata in ogni parrocchia né in ogni centro o scuola cattolica nel giorno previsto, ovvero la prima domenica di febbraio.
Devo anche confermare, per esperienza personale, che il tema della difesa della vita umana innocente non è così tanto richiamato nelle omelie e neanche nelle intenzioni di preghiera dei fedeli durante la messa. Eppure, come afferma giustamente Casini, «se vogliamo spiegare in profondità la vita, dobbiamo parlare di Dio. Altrimenti tutto precipita nell’assurdo. Assurdo è l’universo con la sia immensità di tempo e di spazio e l’uomo, vertice dell’universo, diviene il vertice dell’assurdo» (Qualche pensiero sulla XIX Giornata per la Vita, pp. 82-83).
Momenti di preghiera e di rievocazione
Il 24 marzo, alle ore 8.30, è stata celebrata in diretta su TV2000 una santa messa in suffragio di Carlo Casini e, nei prossimi giorni, non mancheranno ulteriori momenti di preghiera e di rievocazione che stanno organizzando soprattutto dirigenti e simpatizzanti del MpV.
La prima moglie era trentina e quindi a Trento era ben conosciuto (e aveva diversi adepti).
Una brava persona, ma della serie: di qua la mia vita privata, di là i principi, ben separati.