Silvia Romano è stata liberata. La giovane milanese, rapita in Kenya un anno e mezzo fa, tornerà a casa presto. Ad annunciare la sua liberazione è stato il premier Giuseppe Conte con un tweet: «Silvia Romano è stata liberata! Ringrazio le donne e gli uomini dei servizi di intelligence esterna. Silvia, ti aspettiamo in Italia!».
Già da qualche giorno si rincorrevano le voci della sua possibile liberazione. Un’amica aveva dichiarato al quotidiano Il Mattino: «Credo che Silvia sia viva e che tornerà. È una ragazza forte, una che non si lascia andare mai. Anche la ventilata conversione all’Islam non ha senso. Non è da lei»
«Silvia – ha detto l’amica – ha troppo vivo il senso della famiglia, troppo forte il desiderio di tornare da loro. Al massimo ha fatto credere di essersi convertita per sopravvivere o per cercare una via d’uscita. Mi manca la sua voce. Mi manca quando la prendevo in giro perché era un disastro in macchina. E quando mi sgridava perché non voleva che guidassi se avevo bevuto un po’».
La giovane lavorava per la Onlus marchigiana «Africa Milele» che opera nella contea di Kilifi, in Kenya, dove seguiva un progetto di sostegno all’infanzia con i bambini di un orfanotrofio. Di lei, le autorità italiane hanno sempre detto che era viva e con molta probabilità si trovava in Somalia. Venduta ai terroristi somali di al-Shabaab (legati ad al-Qaeda) dai criminali che l’hanno rapita nel villaggio dove lavorava.
Nell’annunciare la liberazione della ragazza il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha scritto su Facebook: «Volevo darvi una buona notizia. Silvia Romano è libera. Lo Stato non lascia indietro nessuno» e poi ha aggiunto «un grazie alla nostra intelligence, all’Aise in particolare, alla Farnesina e a tutti coloro che ci hanno lavorato», scrive il ministro.
Qualche piccolo dettaglio dell’operazione che ha portato alla liberazione sta venendo alla luce. Secondo fonti di intelligence riportate dall’agenzia AdnKronos, l’operazione per liberarla «è iniziata all’alba questa mattina» e la ragazza, che domani atterrerà in Italia, «è già in sicurezza». La sua liberazione, proseguono ancora le fonti, è avvenuta grazie a «un lungo e complesso lavoro sul campo».
- Informazione ripresa dalla rivista missionaria dei padri bianchi Africa.