Le «attività e le iniziative suscitate e ordinate a promuovere l’unità dei cristiani» (Unitatis redintegratio, n. 4) attraverso la promozione non solo di una vicendevole conoscenza e del superamento di condanne e reciproche scomuniche, ma anche di reali percorsi comuni di dialogo dottrinale e pastorale, attraversano da tempo la storia delle diverse Chiese cristiane con alti e bassi.
L’ecumenismo è si, da tempo, un cammino iniziato con un certo entusiasmo che ha fatto diversi progressi e raggiunto importanti traguardi, come ad esempio la Dichiarazione congiunta sulla giustificazione, ma, al contempo, non sono mancate anche delle battute d’arresto, reciproci raffreddamenti d’animo e rigurgiti, da tutte le parti, di un pensiero e di una prassi cristiana notevolmente segnati dalla chiusura e dall’esclusivismo.
In un simposio tenutosi in preparazione del Kirchentag di Berlino del 2003, il card. Walter Kasper, dopo aver ricordato il lungo e importante cammino congiunto compiuto dalle Chiese e dalle confessioni cristiane, affermò: «Sono convinto di questo: non c’è alternativa all’ecumenismo. A questo ci obbliga l’espresso mandato di Gesù. La divisione contraddice espressamente alla volontà di Gesù; essa è peccato. Sarebbe anche peccato se noi, disillusi di fronte alle difficoltà attuali, volessimo ritirarci dal dialogo. L’ecumenismo è un’opera dello Spirito di Dio… Quanto è ancora lungo il cammino? Io non sono un profeta. Secondo il metro umano potrebbe esserci ancora un lungo cammino. Ma lo Spirito di Dio può riservarci sorprese».
Le diversità nell’unità dello Spirito
Realizzare l’unità dello Spirito che armonizza le diversità e avviare un cammino per una «diversità riconciliata», come auspica papa Francesco in Evangelii gaudium, continua dunque a essere un compito imprescindibile per le Chiese di ogni confessione cristiana. Nella consapevolezza che tale progetto d’unità non si risolve nella liquidità di un minimale dialogo formale e politico, né tantomeno annullando le differenze e generando omologazione invece che comunione, da parte di ciascuno occorre un rinnovato e comune impegno ecumenico rispetto al quale l’apporto della riflessione teologica non dev’essere considerato secondario.
È vero che quanto ha a che fare con il dialogo e la comunione reciproca si risolve soprattutto nell’esercizio costante delle relazioni interpersonali e non si raggiunge semplicemente per il fatto di essere d’accordo su una teoria o una dottrina, ma, al contempo, è una pia illusione pensare di poter realizzare un reale ecumenismo tra le confessioni cristiane senza il contributo della teologia; l’approfondimento delle questioni dottrinali che ci differenziano e i loro diversificati risvolti pastorali nei vari contesti culturali è infatti una pietra angolare per lo sviluppo di qualunque altra relazione interpersonale ed ecclesiale.
Senza la teologia – e una teologia orientata e sviluppata con spirito ecumenico e metodo interconfessionale – si può fare un po’ di buona e pacifica amicizia, ma non si potrà giungere a una vera e profonda unità tra i cristiani capace di valorizzare, pur dentro le differenze, l’impegno dei battezzati per il futuro del cristianesimo.
Una Licenza alla Pontificia Università Lateranense
A tal proposito, ritengo si debba salutare con entusiasmo un’importante e nuova iniziativa teologica promossa dalla Facoltà di teologia della Pontificia Università Lateranense, a partire dal prossimo anno accademico 2020-21, che si propone di contribuire al futuro del cristianesimo nell’orizzonte di un ecumenismo teologicamente fondato. Si tratta di un nuovo percorso di licenza in Teologia interconfessionale, messa a punto da un comitato scientifico coordinato dal prof. Giuseppe Lorizio, docente di Teologia fondamentale della stessa Università, e formato dai rappresentanti delle diverse confessioni cristiane.
In diverse occasioni, lungo la sua ricca esperienza di studioso, Lorizio si è occupato di ecumenismo, non solo dedicandovi parte della sua riflessione teologica ma anche interfacciandosi spesso, su molteplici tematiche, con esponenti di altre Confessioni cristiane. Anche di recente, all’interno del dibattito che sta appassionando molti cultori di teologia sulla “ricostruzione” del dopo-pandemia, il teologo della Lateranense è intervenuto su Avvenire esortando i cristiani di tutte le Chiese a essere «insieme e non contro», specialmente nel recupero della centralità della Parola di Dio.
Ora, insieme ad altri autorevoli studiosi di altre Confessioni religiose, egli coordina un progetto ambizioso di Teologia interconfessionale, punto di sbocco di un anno di incontri seminariali sul futuro del cristianesimo e punto di partenza per una nuova esperienza ecumenica che – speriamo – trovi particolare eco nella Chiesa italiana.
Obiettivi e finalità
Per il progetto sono stati individuati sei moduli dopo aver coordinato entro i quali situare i diversi corsi: storico-patristico, biblico-fondamentale, dottrinale dogmatico, etico-morale, liturgico-cultuale e missionario. Quest’ultimo modulo missionario rappresenterà quella dimensione trasversale dell’intero percorso, particolarmente rivolto al futuro del cristianesimo.
Lo scopo principale del progetto è quello di educare a una forma mentis teologica, capace di far leva su una teologia cristiana di base che accomuna i diversi cristiani e li rimanda, ciascuno nella propria Chiesa e nella propria realtà, come artefici dell’evangelica cultura dell’incontro, così cara a papa Francesco.
In un proficuo scambio inter- e trans-disciplinare, la proposta accademica e formativa è rivolta agli studenti che intendono conseguire la Licenza in Teologia interconfessionale essendo già in possesso di quella in Scienze religiose o in una equivalente, ma anche a coloro che intendessero frequentare questo biennio per conseguire un diploma e, infine, a semplici ospiti e uditori. Il percorso, inoltre, accanto ai corsi che saranno tenuti sempre da tre docenti, uno per ciascuna confessione cristiana, sarà accompagnato da momenti di preghiera comune ed ecumenica, specialmente in occasione di tempi e momenti importanti dell’anno liturgico.
L’iniziativa verrà presentata nel pomeriggio di venerdì 19 giugno 2020 con una diretta Facebook aperta a tutti introdotta da una preghiera ecumenica e preceduta da un webinar fra docenti sul tema del futuro del cristianesimo (cf. qui sul sito della PUL).