Dopo i terribili fatti di sangue di Dakka, in Bangladesh, abbiamo fatto visita alla famiglia di Chitra, che ci ha accolto con il suo sposo e con i suoi figli nati in Italia.
Chitra con la sua famiglia appartiene ad una di quelle minoranze nel Bangladesh che oggi subiscono le violenze da parte di islamisti, eppure la sua prima dichiarazione ci sorprende.
«Quando abbiamo sentito le notizia degli eccidi in Bangladesh ci siamo vergognati moltissimo e ci siamo domandati: quando domani uscirò da casa come al solito, cosa potrò rispondere alla gente che sicuramente mi chiederà perché accadono queste cose? Abbiamo sentito altri nostri connazionali, altri amici e tutti dicono la stessa cosa: che è una vergogna quel che si vive nel nostro Paese e il fatto che chi si occupa dell’ordine pubblico non riesca a dare sicurezza alla gente. Ogni giorno dal giornale giungono notizie di morte, per tutti, non solo per gli italiani».
Il bisogno di mantenere i contatti con il paese di origine in questi ultimi giorni si è fatto sempre più pressante.
«Abbiamo contatti con amici tramite Facebook e WhatsApp soprattutto, su Internet apprendiamo le notizie e ci viene inviato settimanalmente anche il nostro giornale cristiano, l’unico del nostro paese».
Gli italiani portavano lavoro in Bangladesh, racconta Chitra e ora si stima che la loro mancanza porterà un danno notevole e ulteriore pesante disoccupazione.
Fortunatamente, però, questi fenomeni non esistono tra i bengalesi che risiedono in Italia, dove anche tra credenti di religione diversa ci sono legami sinceri di amicizia.
«Qui è diverso – conclude Chitra – frequentiamo amici di religioni diverse, si fanno tante cose assieme; non vi sono contrasti. La mia migliore amica è musulmana, abbiamo studiato insieme (lei è dottoressa) e naturalmente non ho avuto con lei mai nessun problema».
Ci sarà un futuro per la vostra famiglia in Bangladesh?
«Non so se per noi c’è più spazio in Bangladesh – risponde Chitra –. Soprattutto per induisti e cristiani perché si vogliono eliminare completamente queste due religioni».