Change.org è il megafono di chi, altrimenti inascoltato, vuol fare sentire la sua voce, la sua protesta e talvolta positivamente gli riesce. Ma non può riuscire a chi è morto: dovrebbero provvedere gli eredi. Neppure a chi ancora non è nato: dovrebbero farlo papà e mamme dei nascituri, tra i quali non è possibile computare chi reclama l’aborto.
No, non punto il dito contro chi opta, spesso con grave tormento interiore, per questa tragica, altrettanto dolorosa scelta. Ho ben presente le immagini choc di Marco Pannella: la donna gravida in croce, affidata alle “cure” delle mammane.
Però vorrei almeno che con termini appropriati fossero rispettati la logica della mente, del cuore, dei fatti. Uno degli appelli lanciati da Change.org recita “Del mio corpo decido io, non la Regione Umbria” per protestare contro la “scellerata” decisione di quella Giunta Regionale che prevede l’obbligo di tre giorni di ricovero ospedaliero perché sia prescritta la pillola abortiva con il conseguente non palesato scopo di evitare appunto l’aborto.
Ma allora chiedo: chi decide del corpo del nascituro, che non nascerà, che non può lanciare appelli, che non potrà essere adottato da chi vorrebbe figli ma non può concepirli?
L’aborto è legge dello stato, anche la Regione Umbria deve rispettarla. Ma non mi riesce di pensarla come il solo mezzo di controllo delle nascite, con il conseguente drammatico evento reclamato quale diritto. Perché quei bimbi senza voce mai potranno preventivamente eccepire: la legge, sì, ma anche quelle razziali erano leggi.
- Paolo Angelo Napoli abita a Bovezzo (Brescia) in via delle Brede 13; tel. 347/1320009 – 030/2090755.
Veramente commovente.
Poche parole ben dette valgono più di cento discorsi.