L’Uruguay batte la Philip Morris

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Il piccolo Uruguay ha vinto la causa contro la poderosa multinazionale del tabacco Philip Morris che, nel 2010, aveva denunciato il governo di Montevideo trascinando il paese latinoamericano (tre milioni di abitanti) davanti all’ICSID, acronimo inglese che sta per “International Centre for Settlement of Investment Disputes”, una commissione arbitrale della Banca mondiale con sede a Washington, che funziona come Centro mondiale per il regolamento delle controversie relative agli investimenti internazionali (in questo caso l’accusa che la Philip Morris muoveva al governo uruguayano era di avere danneggiato, con la sua politica antifumo, i suoi interessi.

In particolare, la multinazionale del tabacco contestava alcuni provvedimenti come l’obbligo di indicare la pericolosità del tabacco sulle confezioni e il limite di vendere un solo tipo di sigaretta per marca.

Questi provvedimenti, insieme a una campagna generalizzata di educazione sanitaria, hanno portato a una riduzione del numero di fumatori in Uruguay dal 35 al 22% della popolazione.

È da notare che è questa la prima volta che la Commissione, nata per tutelare gli investimenti, riconosce la prevalenza dell’interesse pubblico rispetto agli interessi commerciali. Non solo. Rigettando il ricorso della Philip Morris la Commissione l’ha anche obbligata a rimborsare l’ingente costo delle spese legali sostenute, oltre 7 milioni di dollari (spese che l’Uruguay era stato aiutato a sostenere da una fondazione americana).

Gli altissimi costi della difesa sono un’altra delle armi di cui si servono le multinazionali per ricattare i governi che si oppongono alle loro politiche. «Questa vittoria – ha dichiarato il presidente dell’Uruguay, Tabaré Vazquez, che è un noto oncologo latinoamericano, presidente anche nel 2010 al tempo del ricorso della Philip Morris – è un successo a livello globale nella lotta contro l’industria del tabacco. D’ora in poi, quando le industrie del tabacco cercheranno di intervenire sulle regolamentazioni usando la minaccia di una causa, dovranno tener conto della positiva soluzione della nostra causa!».

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