Il papa scrive ai religiosi e religiose del Brasile che celebrano dal 17 al 23 agosto la Settimana della vita consacrata: per essere dono per gli altri e servire nella gioia bisogna «tenere lo sguardo fisso su Gesù», per scongiurare il rischio di avere una «visione mondana» delle cose.
Cari consacrati e consacrate del Brasile,
è con grande gioia che mi unisco spiritualmente alle preghiere e alle iniziative promosse dalla Conferenza dei religiosi del Brasile in occasione della Settimana della vita religiosa consacrata dal 16 al 22 agosto che mira a promuovere e a rinnovare la missione di ciascuno di voi sulla terra di Santa Croce.
In questo senso, vale la pena ricordare che il cammino vocazionale ha origine nell’esperienza del sapersi amati da Dio: la vita stessa è già frutto di una chiamata di Dio; ci ha chiamati alla vita perché ci ama e ha predisposto tutto affinché ognuno di noi fosse unico, accompagnandoci lungo le strade polverose della nostra vita e, conoscendo la nostra struggente nostalgia di amore e di felicità, ci chiama alla gioia, che si ritrova solo nel donarsi agli altri (cf. Messaggio per la 55ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, 22/2/2018).
D’altra parte, di fronte alle sfide imposte dalla società odierna, che vive in un cambiamento di epoca, è necessario essere vigili per evitare la tentazione di avere uno sguardo mondano, che ci impedisce di vedere la grazia di Dio come protagonista della vita e ci induce a cercare un surrogato qualsiasi (cf. Omelia in occasione della 24ª Giornata mondiale della vita consacrata, 1/2/2020).
Il miglior antidoto contro la tentazione è dare la priorità alla preghiera in mezzo a tutte le nostre attività, certi che la persona che fissa lo sguardo su Gesù impara a vivere per servire, perché sperimenta ciò che disse il profeta Isaia: «Tu sei prezioso ai miei occhi… Io ti amo» (43.4).
Per questo motivo, al fine di cercare una maggiore promozione e rinnovamento della vita e della missione delle persone consacrate in Brasile, mi accingo a porre nuovamente quella domanda che avevo proposto nella Lettera apostolica alle persone consacrate nel 2014: «Gesù è davvero il primo e l’unico amore, come ci siamo prefissi quando abbiamo professato i nostri voti? Soltanto se è tale, possiamo e dobbiamo amare nella verità e nella misericordia ogni persona che incontriamo sul nostro cammino, perché avremo appreso da Lui che cos’è l’amore e come amare: sapremo amare perché avremo il suo stesso cuore».
Cari consacrati e consacrate del Brasile, volendo confermare questi propositi e chiedendo l’intercessione della Madonna di Aparecida affinché questa Settimana di vita religiosa consacrata sia molto fruttuosa, invio a tutti la benedizione apostolica, chiedendo che, per favore, non vi dimentichiate di pregare per me.
Roma, San Giovanni in Laterano, 5 agosto 2020
Papa Francesco