Un’altra farfalla nella rete

di:
scandalo falwell

Il vice-presidente Mike Pence e Jerry Falwell jr.

Dopo Steve Bannon un altro grande elettore di Donald Trump è caduto in disgrazia, questa volta sul fronte evangelicale. Si tratta di Jerry Falwell Jr., oramai (forse) ex-presidente della Liberty University, fondata dal padre ideatore della moral majority americana che vide in Ronald Reagan il suo rappresentante presidenziale. Dopo aver preso un congedo a tempo indeterminato da tutte le cariche ricoperte all’interno dell’università, Falwell Jr. ha mestamente rassegnato le sue dimissioni (forse no, dato che un comunicato contraddice quello precedente, per essere capovolto da quello seguente…) – dopo settimane di pressione da parte del Consiglio di amministrazione e di autorevoli voci del mondo evangelicale statunitense.

Nel sogno di continuare lungo il sentiero tracciato dal padre, Falwell Jr. aveva visto in Trump il presidente su cui fare perno per fare della maggioranza morale del paese un’egemonia politica. Sostenitore di principi etici e di comportamento rigorosi, tradotti in codici a cui tutti gli studenti della Liberty University si devono attenere, Falwell Jr. è stato semplicemente la vittima di se stesso e della sua perversa incoerenza. Una foto postata sui social media che lo vede abbracciato a una giovane donna (non certamente la moglie) su uno yacht – in una posa che non si addice proriamente ai valori da lui sbandierati religiosamente e investiti politicamente.

Ai membri del Consiglio di amministrazione della Liberty University deve essere venuto un coccolone non appena hanno visto girare il post che ritraeva il loro presidente in posture non esattamente ortodosse (e di buon gusto), e si sono mossi per salvare il salvabile quantomeno dell’istituzione accademica. Vedremo se alla fine del teatrino tira-e-molla inscenato da Falwell Jr. sulle sue dimissioni queste saranno effettive o meno.

Comunque la frittata è oramai fatta, e per venirne fuori bene ci vorrebbe Houdini. Rimane infatti la scena di uno sbandierato testimone religioso che adotta i mezzi dell’impunità politica per togliersi dai guai.

Il cristianesimo di molti dei patroni più vocali di Trump si sta rivelando essere non solo di fuffa, ma anche incapace di un minimo di decenza. E su questo si apre il grande iato tra i commercianti religiosi del nuovo salvatore e l’onestà credente di molti dei suoi elettori – la sua eventuale rielezione sarà anche un dramma della coscienza dei cristiani americani che, nonostante tutto, non potranno che votare per lui.

Di questo le gerarchie della Chiesa cattolica statunitense dovrebbero essere quantomeno consapevoli – e agire conseguentemente con un briciolo di buon gusto e tatto; pensare a un minimo di coerenza evangelica sembra essere oramai argomento irrilevante.

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Un commento

  1. Adelmo Li Cauzi 26 agosto 2020

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