Dalla Biblioteca nazionale di Russia di San Pietroburgo riaffiora un testo inedito di Émilie du Châtelet (1706-1749), la maggiore filosofa dell’illuminismo, incoraggiata da Voltaire, di cui fu amica e compagna, ad abbandonare il mondo frivolo della corte di Parigi per abbracciare le lettere e gli studi scientifici.
L’opera, pubblicata da Marietti 1820 in prima edizione integrale assoluta e con testo francese a fronte, è stata realizzata fra il 1735 e il 1738 e consiste nel libero adattamento dell’omonimo libro di Bernard Mandeville (1670-1733), censurato dal Sant’Uffizio e dalla Sorbona. Il testo, primo lavoro letterario della marchesa di Châtelet, attira l’attenzione sulla condizione femminile nel Settecento e sull’esclusione delle donne dall’educazione filosofica e scientifica; esso comprende diverse sezioni interamente originali, in particolare la lunga prefazione e diversi commenti intercalati nel testo.
La trascrizione del manoscritto conservato a San Pietroburgo nella collezione degli scritti di Voltaire (dopo la morte del filosofo la sua biblioteca fu venduta alla zarina Caterina II) e la traduzione del testo francese sono a cura di Elena Muceni, specialista del pensiero moderno e di storia del libro nei secoli XVII e XVIII.
La leggenda vuole che la marchesa e Voltaire si siano incontrati all’opera e che da quel momento si sia instaurato fra loro un legame molto forte, destinato a trasformarsi in una vera e propria convivenza. Preoccupata per le ripercussioni a cui lo scandalo suscitato dalla pubblicazione in Francia delle “Lettere Filosofiche” aveva esposto il filosofo, Émilie du Châtelet gli offrì rifugio ospitandolo nel castello di Cirey, allora al confine con la Lorena. Qui Émilie lo raggiunse al principio dell’estate del 1735 e, a partire da quel momento e almeno fino al 1740, i due vissero continuativamente insieme, dando vita, oltre che a un’appassionata storia d’amore, a un sodalizio intellettuale straordinario per l’epoca.
In quegli anni, a fianco di Voltaire, Émilie si dedicò con determinazione non solo allo studio della matematica, della geometria e della fisica ma anche alla lettura di opere di critica biblica. I manoscritti conservati a San Pietroburgo e nelle collezioni private permettono inoltre di stabilire che, durante gli anni trascorsi a Cirey insieme a Voltaire, Émilie ha collaborato alla genesi di alcune opere del filosofo.
All’inizio degli anni Quaranta, con il tramontare della passione, l’idillio fra i due comincia a incrinarsi fino ad entrare in crisi in seguito al lungo soggiorno di Voltaire alla corte di Federico II di Prussia e a una presunta avventura con un’attrice.
Émilie du Châtelet, La favola delle api, Marietti 1820, Bologna 2020, pp. 192, euro 17,00.