Su un’isola, in una vecchia casa di pietra, un vecchio signore ama passeggiare nel suo giardino tra fiori, sentieri tortuosi, ripide scale e scorci segreti. Una sera scopre che è germogliata una pianta sconosciuta e decide di prendersene cura dedicandole tutte le sue attenzioni. Ma la pianta non vuole decidersi ad aprirsi fino a quando, in una magica notte di luna piena, accade qualcosa di imprevisto e di straordinario.
Un universo poetico e visionario che fonde poesia e fiaba, racconto filosofico e ricerca enciclopedica, nomenclature esatte ed esseri fantastici prende forma in «Fiordiluna», il libro dello scrittore e illustratore tedesco Einar Turkowski che Marietti 1820 manda in libreria nella traduzione di Elena Muceni.
Insignito del Grand Prix alla Biennale dell’Illustrazione di Bratislava per la sua opera prima (fatto unico nella storia della manifestazione), Turkowski ha vinto con «Fiordiluna» – prima sua opera pubblicata in italiano – il Grand Prix del 45esimo Golden Pen of Belgrade e il premio dell’Accademia tedesca per la letteratura giovanile.
La sua tecnica a matita seduce grazie a una meticolosità che oltrepassa la precisione e la cura nell’esecuzione e, come in alcuni dei più grandi surrealisti, i dettagli rappresentano qui gli elementi costitutivi della configurazione onirica.
Anche se per disegnare utilizza solo mine HB, l’illustratore riesce a creare superfici contigue totalmente diverse: sovrappone ad esempio strati su strati per realizzare con un nero profondo l’effetto dell’apertura di una finestra, mentre per disegnarne la cornice utilizza la matita in modo estremamente delicato, con il risultato che non solo la linea, ma anche la grana della superficie della carta creano la struttura. In spazi più grandi, ad esempio per realizzare le nuvole o le chiome degli alberi, sfuma il primo strato di matita per ottenere un tono di grigio caldo e luminoso. Arricchisce poi queste parti con linee, trattini e puntini.
Come strumenti aggiuntivi Turkowski usa soltanto due tipi di gomme, alcuni righelli e un temperino speciale per rendere le mine estremamente fini. Questo per quanto riguarda la tecnica. Per il resto, vale il suggerimento con cui l’artista introduce la sua storia: non di rado le spiegazioni più belle sono quelle che infittiscono il mistero.
Einar Turkowsky, Fiordiluna, traduzione di Elena Muceni, Marietti 1820, Bologna 2020, 32 pp., 16,50 euro.