Secondo gli accordi firmati nel 1979 tra la Santa Sede e la Spagna, appena uscita dalla dittatura franchista, le scuole del paese devono offrire agli alunni la possibilità di seguire un insegnamento della religione. La selezione dei professori e la definizione dei programmi sono in carico ai vescovi. Gli alunni devono scegliere necessariamente se seguire questa materia – nella quale si viene valutati proprio come nelle altre – o un corso alternativo.
Tale condizione molto favorevole per la Chiesa cattolica viene oggi messa in discussione dalla maggioranza di sinistra che è al governo, la quale vorrebbe rendere il corso di religione del tutto facoltativo. L’insegnamento, vigorosamente difeso dall’episcopato, interessa tuttavia sempre meno i giovani spagnoli.
Secondo un rapporto della fondazione catalana «Ferrer i Guàrdia», presentato mercoledì 30 settembre, il 36% degli studenti delle scuole primarie e il 42% degli studenti delle scuole secondarie hanno scelto per l’anno scolastico 2017-2018 un corso alternativo alla religione. In totale, il numero di studenti che hanno frequentato religione tra il 2013-2014 e il 2017-2018 è diminuito dell’8%.
Pratica dimezzata in 15 anni
Nonostante la contrazione dei numeri, la Chiesa cattolica non risparmia gli sforzi nel formare e reclutare docenti di religione, il cui numero è aumentato di oltre un terzo nel corso dello stesso periodo. Se nell’anno scolastico 2013-2014 si contavano 7,3 insegnanti di religione ogni mille studenti, in quello 2017-2018 i docenti di religione erano diventati 10,6 ogni mille studenti. Poiché gli insegnanti di religione sono pagati dallo stato negli istituti pubblici o convenzionati, è certo che queste cifre rafforzeranno gli argomenti in favore della volontà del governo di togliere la obbligatorietà dell’insegnamento.
Il disinteresse dei giovani all’educazione religiosa si manifesta più ampiamente nel rapporto tra le giovani generazioni spagnole e la fede: più i ragazzi sono giovani, più è probabile che essi si dichiarino non credenti. Oltre la metà dei ragazzi tra 18 e 24 anni dichiara – secondo lo stesso rapporto – di essere ateo o agnostico, mentre tra gli over 65 solo il 10% afferma di non avere interesse per la religione. Negli ultimi 15 anni, il numero dei cattolici praticanti in Spagna si è praticamente dimezzato.
Per la Chiesa cattolica un tale allontanamento dei giovani dalla fede ha conseguenze anche di carattere economico, poiché i cittadini possono scegliere di versare alla Chiesa una parte della loro imposta sul reddito. I dati parlano chiaro: nel 1998 era il 37% della popolazione a fare questa scelta; nel 2016 soltanto il 12%. Un calo significativo, che ha però permesso alla Chiesa di disporre di oltre 230 milioni di euro di entrate. I dati del rapporto sono dunque motivo di forte preoccupazione per il futuro della Chiesa istituzionale in uno dei paesi culla del cattolicesimo europeo.
- Cf. La Croix, 1 ottobre 2020
Se il ruolo della religione insegnato nella scuola è sempre stato il nazionalismo ( DIO , BANDIERA, STATO )
Dov’è l’ insegnamento del Vangelo che insegna ad amare il prossimo come se Stessi ? Al punto che nel 1962
Al reggimento di Reggio Emilia ero obbligato ad andare a messa altrimenti si veniva puniti con la prigione !
Provate a cercare ( quanto ci costano i cappellani militari ? ) Dove sta la dottrina Cristiana ?
Proseguo il commento sotto. Un smarrimento consiste che molti clerici non vogliono più le preghiere delle associazioni d’arma in chiesa perché parlano di armi. Nello stesso tempo tacciono sui cappellani militari, che rivestimento il grado di ufficiale con adeguata pensione. È come coloro dell’amore fraterno, vogliono un esercito ong, ma di fatto pretendono sicurezza sapendo che spesso serve la forza.
In quale altro contesto si puo’ parlare dell’ anima, di Dio, delle virtù, del senso…? Nella movida, negli stadi, nei pub…? Se non se parla più cerchiamo di immaginare il futuro. Il prof. Galimberti, di cui non sono proprio un fan, ha detto una cosa vera: siamo inglobati nell’ambiente della tecnica e ne assumiamo la razionalità che disumanizza. Siamo arrivati alla decostruzione dell’uomo. Nelle scuole bisogna recuperare la razionalità dell’uomo, non della tecnica, la razionalità che si apre alla totalità. Escludere queste istanze significa escludere i contenuti dell’insegnamento della Religione. Purtroppo questa è la via intrapresa.
Ma chi l’ha detto, ma chi l’ha detto! Lei? E chi sarà mai lei!
Nelle scuole di tutto il mondo non dovrebbe esserci nessun insegnamento confessionale. Rev. Dott. Corrado Yuimakitsu Cameroni prete buddhista di Scuola giapponese. Jodo Shinshu.
Dio è Amore incondizionato☀️💞
Condivido dati vecchi. Si vuole allontanare l’uomo da Dio ma senza Dio non si va da nessuna parte e infatti gran parte del mondo è alla deriva.
Lei ha ragione, ma i giovani e le persone in genere non si allontanano da Dio, bensì da una chiesa farlocca, che tutta fa, briga e sbriga, ed appena gli si pone un quesito ti mette all’indice. Ha fatto fuggire anche i meno giovani e gli anziani. Inoltre pecca di superbia: mentre cerca e predica il derelitto, disprezza il pensiero altri che non si allinea al suo, che spesso non è solo fede e verbo. Molti si sono smarriti.
Dio mio! che dati vecchi!